ROMA – ” L’azienda ha confermato oltre alle 10mila assunzioni, i livelli salariali attuali quindi il tavolo può ripartire“. Lo ha dichiarato questa mattina il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, uscendo visibilmente soddisfatto dall’incontro sull’ ILVA con i sindacati che hanno mantenuto le proprie posizioni sul mantenimento dei livelli occupazionali. I prossimi appuntamenti previsti e concordati: il 9 novembre alle 9 per il tavolo sul piano industriale ed il 14 novembre alle 10.30 per quello sul piano ambientale.
Il Ceo della Divisione europea di Arcelor Mittal Geert Van Poelvoorde ha confermato la disponibilità di AmInvestCo a riaprire la trattativa, dopo lo stop del 9 ottobre scorso, con l’impegno a al mantenimento della struttura salariale e di livelli fissi della retribuzione (compresi scatti di anzianità), degli attuali diritti contrattuali e di legge e a ragionare su parte variabile con un accordo integrativo da contrattare alla luce del piano industriale. Garanzie che verrebbero confermate anche tenendo conto di una “formale” discontinuità con il passato perché prevista dalla procedura europea.
Il Ministro Calenda ha rimarcato che la discontinuità prevista dalla procedura europea non impedirà ai lavoratori di mantenere i diritti pre-esistenti e che soprattutto consentirà che permanga la rete di protezione dell’Amministrazione Straordinaria affinché nessun lavoratore venga licenziato. Sulla parte occupazionale ha invece confermato l’occupazione di almeno 10.000 lavoratori, rendendosi però disponibile ad un’analisi e confronto di dettaglio sulle singole aree dei vari siti per valutarne la congruità rispetto al piano.
Il Ministro ha confermato che la procedura ex art.47 viene “congelata” e si avvia la trattativa “senza pregiudiziali”. Ha inoltre ricordato che Cassa Depositi e Presiti non ha intenzione di entrare nella cordata, qualora maturasse un orientamento diverso, se ne parlerà nella trattativa. Il Ministro dello Sviluppo Economico ha ricordato che questa vertenza ha mille difficoltà ma anche molti spazi: 2,4 mld€ di investimenti ambientali e produttivi, 1,1 mld€ bonifiche e 1,8 ml€ per creditori, per un totale di 5,3 mld€. ” Una piccola finanziaria per intenderci” ha fatto presente Calenda.
Per evitare che a Taranto si possa ripetere nuovamente quello che è capitato giorni fa con una dispersione di polveri neri che ricopriva la città il Mise, d’intesa con l’Amministrazione Straordinaria, sta valutando la possibilità di anticipare i tempi per la copertura dei parchi principali, ancor prima dei tempi indicati dal Dpcm ambientale. Questo investimento, di circa 400 milioni, è a carico dell’investitore, cioè di Am InvestCo. Per accelerare i tempi e slegarli dalla tempistica della procedura di trasferimento degli asset, l’ipotesi è di anticipare sia i lavori sia l’investimento finanziario necessario che verrebbe anticipato dalle casse dell’Amministrazione Straordinaria che poi si rivarrebbe su Am InvestCo.
“Sarò contento quando la trattativa si chiude, incomincia la copertura dei parchi e svoltiamo questa storia che per l’Italia è stata penosa e per i tarantini molto da tanti anni, presuppongo che ci siano i presupposti per farlo». Così ha concluso il ministro Carlo Calenda all’Agenzia ANSA.
“Abbiamo bisogno in questa fase delicatissima che collaborino tutti: per questo convocherò un tavolo istituzionale con i 5 governatori delle Regioni interessate e i 40 sindaci e l’Azienda per poter andare nel dettaglio di quelle che saranno le possibili ricadute sul territorio e avere il massimo sostegno delle istituzioni locali”. Il ministro Calenda inoltre ha ricordato come “il decreto anticipi la copertura dei parchi, limiti la produzione a 6 milioni di tonnellate fino al completamento del piano ambientale per il quale l’investitore privato ha stanziato 1,2 mld in aggiunta a 1,1 miliardi che derivano dalla transazione con i Riva da spendere nelle bonifiche”.
Per il Segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli “aver sgombrato la trattativa da vincoli è un fatto positivo ma è necessario che questo spirito permanga entrando nel vivo della trattativa. Con spirito proficuo e costruttivo, ora lavoriamo sul metodo, scomponendo l’azienda per ogni area per fare un ragionamento di merito e su ogni area affrontare i temi che prevedono il vostro piano industriale su occupazione, investimenti e ambiente e le nostre controdeduzioni. Il clima si è caricato troppo di tensioni lontane dai problemi concreti della trattativa e poco mentre la trattativa stessa è ancora ai blocchi di partenza. Noi la contrattazione la vogliamo fare, ma è fondamentale che non si passi da una rigidità all’altra dandoci un metodo e costruendo un calendario di incontri specifici“.
“Siamo certi che in un clima di confronto vero, – ha aggiunto Bentivogli – saremo in grado di convincere l’azienda ad escludere licenziamenti e a puntare su un rilancio vero ed ecosostenibile. Sulla questione ambientale è ora che a Taranto si veda concretamente l’inizio dei lavori per la copertura dei Parchi Minerari andando oltre gli annunci degli ultimi quattro anni. Nelle prossime settimane la città e i lavoratori devono vedere non lo scontro istituzionale che si protrae da decenni, senza passi avanti sull’ ambientalizzazione ma l’inizio dei lavori . Rispetto alla questione antitrust europea è importante che si lavori parallelamente alla trattativa per capire se la posizione di Arcelor Mittal sia definita dominante e se le prescrizioni da mettere in campo sono sufficienti ad evitare un rischio concreto che possa pregiudicare“
L’incontro odierno era stato preceduto nella giornata ieri da un vero e proprio scontro duello istituzionale tra la Regione Puglia ed il Comune di Taranto, posizioni “pilotate” dal governatore barese Michele Emiliano, contro il Governo dall’altro, pretendendo la propria partecipazione a al tavolo dell’Ilva, che avevano indotto il ministro Calenda a commentare con un tweet “Ilva: 2,4 miliardi di investimenti ambientali e produttivi, 1,1 bonifiche e 1,8 per creditori. 5,3 miliardi e istituzioni locali contro. Unico caso al mondo”. Il Mise aveva sottolineato che è stato proposto un “tavolo istituzionale” per l’aggiornamento e la consultazione dei territori, con la partecipazione di Arcelor Mittal.
Proposta questa “rifiutata” dal Governatore e sindaco, i quali insistevano sul prendere parte alla trattativa sindacale dimostrando di non conoscere la Legge e lo statuto dei lavoratori. Emiliano e Melucci a loro volta cercavano di usare la minaccia di impugnare al TAR in questi giorni il Dpcm tanto discusso, auspicando (inutilmente n.d.r.) un pronunciamento negativo dell’ Antitrust sulla posizione di Arcelor Mittal . Sulla prossima pronuncia dell’Antitrust Europea il ministro Calenda non si sbilancia ed aggiunge: “Questo riguarda il rapporto tra azienda e commissione europea. Voi sapete che nell’accordo che abbiamo fatto con Mittel sono escluse ricadute sui siti Ilva ma è un processo che riguarda l’azienda e l’Autorità europea“,.
Un comportamento sicuramente poco “istituzionale” quello dei due amministratori locali, che sul piano nazionale dimostrano di essere dei dilettanti allo sbaraglio. Fattore che per il ministro Calenda (e non solo, secondo noi) rappresenta “un elemento di rischio. Lascia stupefatti che di fronte a questi investimenti, le autorità locali non solo non si adoperino per il buon esito dell’operazione ma cerchino costantemente di ostacolarla senza considerare le conseguenze”