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22 Novembre 2024 08:37

Procuratore Rossi: “Tra 2008 e 2010 le dissipazioni più gravi. Bancarotta Etruria, Boschi estraneo”

Secondo il procuratore ascoltato dalla commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche, è eclatante il caso dello Yacht Etruria. Su Vicenza: peggio che ad Arezzo dove non ci sono stati finanziamenti baciati"
Il procuratore Rossi in commissione banche

ROMA – I teoremi accusatori  insussistenti di Marco Travaglio  (dovrà ancora una volta pagare in sede civile ?) sono stati smentiti dai fatti. Infatti intervenendo dinnanzi alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche,  il procuratore di Arezzo, Roberto Rossiha precisato che Pierluigi Boschi ,  il padre dell’ on. Maria Elena Boschi, non ha partecipato alle riunioni degli organi di Banca Etruria che hanno deliberato i finanziamenti finiti poi in sofferenza e che costituiscono “il reato di bancarotta“.

Per la Banca d’Italia la Popolare di Vicenza era un “un partner di elevato standing” ai fini dell’aggregazione con Banca Etruria. ha afferma il Procuratore Capo di Arezzo, Roberto Rossi in audizione davanti alla Commissione Parlamentare Banche. Un giudizio che al procuratore  Rossi appare oggi “singolare” dopo aver appreso “da fonti aperte“, ossia dalle audizioni di Banca d’Italia sulle Banche Venete alla stessa Commissione banche, la situazione critica in cui versava la Popolare di Vicenza gia’ nel 2012. “Sembrava di leggere la stessa relazione ispettiva di Banca Etruria”, ha detto Rossi, anzi peggio considerato che i finanziamenti baciati ad Arezzo non ci sono stati. Banca d’Italia chiese nel 2014 all’Etruria di trovare un partner di elevato standing e l’unica trattativa avviata fu quella con la Banca Popolare di Vicenza che offri’ un euro per azione. La Banca d’Italia, ricorda Rossi, sanziono’ tutto il CdA per aver lasciato cadere l’offerta della Popolare di Vicenza senza averla neanche proposta all’assemblea dei soci.

Per la precisione il procuratore Rossi ha dichiarato testualmente: “L’allora vicepresidente di Banca Etruria Pierluigi Boschi non ha partecipato alle riunioni degli organi della banca che hanno deliberato finanziamenti finiti poi in sofferenza e che costituiscono il reato di bancarotta”. in risposta al deputato Carlo Sibilia (M5S) che gli chiedeva del ruolo di Boschi  nel crac dell’istituto aretino. Rossi ha voluto fare una premessa: “Faccio questo lavoro da 30 anni, sono della vecchia scuola, le persone si distinguono non per di chi sono figli o padri, per il loro orientamento sessuale o politico, ma per i comportamenti. Boschi entra in cda nel 2011 come amministratore senza deleghe diventa uno dei due vicepresidenti nel maggio 2014 assieme a Rosi. Noi sulla responsabilità per la bancarotta vediamo i comportamenti e questi discendono dalle delibere. I conflitti di interesse li abbiamo tutti evidenziati, per noi i crediti valgono se vanno poi in sofferenza altrimenti non costituiscono il reato bancarotta“.

Il procuratore di Arezzo ha ricordato come la Banca d’Italia chiese nel dicembre 2013, a seguito di ispezioni e azioni di vigilanza, “ad Etruria di integrarsi in gruppo di elevato standing con ‘le necessarie risorse patrimoniali e professionalì” E qui, spiega il magistrato, “abbiamo tracce documentali di tentativi di ricerca di un gruppo che possa risollevare le sorti di Etruria, vengono investiti diversi organi e advisor come Mediobanca per un’operazione che Bankitalia definisce operazione ‘prioritarià. Bankitalia ci dà notizia di alcuni contatti, fra cui una banca israeliana, ma nessuno concreto. L’unica trattativa concreta fu quella con Bpvi che aveva fatto un’ offerta da 1 euro per azione”.

Rossi ha spiegato poi comedalla relazione Bankitalia a noi inviata, la terza ispezione su Etruria, si legge che è stata lasciata inevasa la richiesta dell’organo di vigilanza di operazione con partner di elevato standing, non è stata portata all’attenzione dell’assemblea dei soci l’unica offerta giuridicamente rilevante cioè quella avanzata da Bpvi”. Per il procuratore di Arezzo quindi Bankitalia nel febbraio 2015, stigmatizza l’operato dei vertici di Etruria e, come si legge, “il ruolo contraddittorio del presidente Rosi che nelle trattative con Vicenza, a fronte di rassicurazioni che forniva, teneva comportamenti che hanno portato all’interruzione della trattativa“.

Subito dopo, ha ricordato il procuratore  Rossi, arriva il commissariamento e sanzioni al CdA di Etruria proprio per non aver proceduto all’aggregazione. “Dobbiamo ritenere – aggiunge Rossiche Bpvi era ritenuto un partner di elevato standing. Alla fine noi abbiamo questo quadro e e poi abbiamo letto dichiarazioni dell’ispettore Bankitalia in cui ci venivano relazionati condizioni di Bpvi non dissimili da Etruria L’abbiamo trovato un pò singolare che venisse incentivata questa aggregazione. Nella relazione ispettiva, già quella del 2012 su Vicenza, sembra di leggere le relazioni su Etruria. Ci sono l’inadeguatezza degli organi, i crediti deteriorati e anche le azioni baciate che almeno noi (ad Arezzo) non ce l’avevamo. L’impressione è che questo sia stato determinante nel commissariamento“.

“Ora approfondiremo, abbiamo fatto già richiesta ai colleghi di Vicenza di mandarci i documenti. Da quello letto a fonti aperte –  conclude Rossi –  qui da voi nella Commissione ci è sembrato un pochino strano“.

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