ROMA– Il reato di intralcio alla giustizia contestato dai pm di Bari all’ex premier, Silvio Berlusconi, nell’indagine stralcio nata dal “processo Escort” sarà valutato per competenza territoriale dalla magistratura lombarda.
La Procura di Bari, nell’ambito del procedimento per falsa testimonianza nei confronti di quattro ragazze, testimoni in quel processo, e dell’allora autista di Gianpaolo Tarantini, ha infatti stralciato la posizione dell’ex premier Berlusconi ed ha trasmesso per competenza territoriale gli atti alla Procura di Milano.
Stralciata anche la posizione della rumena Ioana Visan un’altra delle ragazze testimoni nel processo barese, protagonista della stessa vicenda che coinvolge Berlusconi. In particolare l’ex presidente del Consiglio avrebbe fatto consegnare alla ragazza 10mila euro per “condizionare indebitamente la testimone per compromettere la genuinità del suo narrato” hanno sostenuto i giudici baresi nella sentenza “escort” a seguito della quale il Tribunale barese ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura perché procedesse nei confronti dell’ex premier.
“Poco prima di recarsi a Bari per rendere la sua testimonianza, la donna – scrivono i giudici nelle motivazioni della sentenza ” avrebbe ricevuto una somma di denaro di importo pari a diecimila euro che doveva solo apparentemente servire a coprire le spese di viaggio ma che, a parare del Tribunale, era, invece, finalizzata alla cosiddetta falsità giudiziale”.
La vicenda, trasferita alle valutazioni del Tribunale di Bari, era agli atti di un procedimento avviato dalla Procura di Milano motivo per cui la Procura barese ha trasmesso gli atti per competenza ai colleghi di Milano. A rivelarlo agli inquirenti di Milano in un’audizione del 17 febbraio 2015, era stato il “famoso” ragioniere Giuseppe Spinelli, amministratore delle finanze e dei conti bancari di Berlusconi .
Sulle bugie affermate dalle altre quattro ragazze Sonia Carpentone, Vanessa Di Meglio, Barbara Monreali e Roberta Nigro, e dall’ex autista di Gianpi Tarantini, Dino Mastromarco, che accompagnava le ragazze alle “cene eleganti” da Belrusconi (allora Presidente del Consiglio) , la Procura di Bari ha chiuso nei giorni scorsi le indagini per falsa testimonianza sostenendo che le ragazze abbiano mentito quando hanno dichiarato nel dibattimento negando di essersi prostituite con Berlusconi e di essere state poi pagate per quelle prestazioni. A Mastromarco è contestato, invece, di aver detto il falso quando ha riferito ai giudici di non sapere perché le giovani andassero a casa del Cavalieri e quali fossero le abitudini sessuali dell’allora premier.