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22 Novembre 2024 04:03

Arcelor Mittal chiede garanzie per tutelarsi dai ricorsi al Tar sull’ Ilva di Taranto

Am Investco, la cordata controllata da Arcelor Mittal, ha pubblicato ieri sui giornali una lettera a pagamento diretta ai lavoratori e alle famiglie ritenendo il proprio piano industriale "quanto di meglio si poteva immaginare per la salvaguardia e lo sviluppo negli anni futuri del gruppo Ilva" di fatto scavalcando l'operato dei giornalisti pugliesi, palesemente "schierati"
il premier Paolo Gentiloni

ROMA – Lo scontro fra il Governo e gli amministratori pugliesi Emiliano e Melucci novelli “masanielli” della politica, nonostante l’appello del premier Gentiloni  ora si complica: la multinazionale industriale ArcelorMittal, che si è aggiudicata l’ Ilva  in amministrazione straordinaria, ha infatti chiesto di apportare “modifiche e aggiunte” al contratto di acquisto, per potersi mettere al riparo dalle contestazioni legali. L’incertezza sulla decisione del Tar di Lecce ha indotto i vertici del gruppo a chiedere nuove condizioni e tentare in un prossimo incontro una nuova strategia per garantire solidità all’investimento miliardario.

Nonostante le richieste di Arcelor fossero già state rese note durante un tavolo al ministero dello Sviluppo la situazione è diventata particolarmente delicata e conseguentemente  c’è molta preoccupazione per l’esito della trattativa. Lo dimostra infatti anche l’intervento personale del premier Paolo Gentiloni, che aveva invitato il presidente della Regione e il sindaco di Taranto a ritirare il ricorso al Tar contro il decreto del governo sul piano ambientale, una azine molto simile ad un ricatto politico che di fatto rischia di mandare all’arial’intera trattativa.

Lo scontro sull’Ilva procede da settimane sull’asse Roma-Taranto-Bari, in un crescendo di aspre polemiche che hanno coinvolto governo, Comune e Regione. L’appello “alla responsabilità e alla sensibilità istituzionale” del premier Gentiloni è stato però respinto dalle parole di Emiliano. Per il governatore pugliese (attualmente ancora sotto processo disciplinare del Csm, accusato di fare politica, attività vietata dalla Magistratura n.d.r. ) non sono accettabili compromessi: o il Governo cambia il decreto oppure si andrà di fronte al Tar. Il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, il quale aveva spiegato che in caso di accoglimento del ricorso l’impianto di Taranto dovrebbe avviare la manovra di spegnimento dal 9 gennaio, ribadisce: “Non accettiamo ricatti“. Come non dargli torto ? L’azione di Emiliano e del suo fido novello sindaco di Taranto di fatto è una propria e vera “estorsione” politica

La posizione del governatore Michele Emiliano e del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci è ormai completamente isolata, e anche i sindacati confederali a livello nazionale e locale hanno preso delle marcate distanze. Il segretario generale della Fim-Cisl  Marco Bentivogli ha annunciato la mobilitazione dei lavoratori dopo le festività natalizie contro il governatore, “perché non si può giocare sulla salute e sul lavoro di migliaia di famiglie per interessi elettorali. Quello di Emiliano è un comportamento irresponsabile“. Per Rocco Palombella, della Uilm, quella del governatore è “una condizione isolata e arrogante”.

Il presidente della Puglia , senza avere alcun titolo – che continua a chiedere un incontro (solo quello…?) con gli acquirenti ,  ritiene il decreto del Governo illegittimo perché concederebbe una proroga alla realizzazione degli interventi sull’ambiente e chiede la modifica della norma per migliorare l’impatto ambientale. Nelle intenzioni del Governo, l’intervento del premier avrebbe potuto evitare di mettere a rischio le operazioni di bonifica (nonostante a gennaio partiranno le prime  ) e dare un’accelerata alla trattativa, che però stenta a procedere con certezza. Per questo motivo si respira una certa preoccupazione tra gli acquirenti di Arcelor Mittal  che mentre vogliono  modificare il contratto per mettersi in salvo dall’incertezza italiana del diritto, contemporaneamente si mostrano convinti dell’operazione.

Am Investco, la cordata controllata da Arcelor Mittal, ha pubblicato ieri sui giornali una lettera a pagamento diretta ai lavoratori e alle famiglie ritenendo il proprio piano industriale “quanto di meglio si poteva immaginare per la salvaguardia e lo sviluppo negli anni futuri del gruppo Ilva” di fatto scavalcando l’operato dei giornalisti pugliesi, palesemente “schierati” sulle posizioni di Emiliano, e contigui alle pseudo associazioni ambientale tarantine, o sul libro paga di chi ha interessi sullo stabilimento siderurgico dell’ ILVA. Non a caso a Taranto l’unico affare che produce utili, ILVA a parte, è la spazzatura. E c’è chi sul libro paga del business dello smaltimento dei rifiuti si trova molto bene.

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