ROMA – Luigi Di Maio ha dichiarato che passerà anche lui dalle “parlamentarie”, le primarie del M5S per selezionare i candidati al prossimo Parlamento. Non confessa però quale conseguenza è sottintesa a questa decisione: si candiderà solo nel listino bloccato, cioè quello dei cosiddetti «nominati» dei partiti, che al Movimento 5 stelle, che oscilla attorno al 30% dei consenti dovrebbe garantire un bel po’ di posti “sicuri”. Quindi se ne starà ben lontano, dunque, dalla sfida troppo insidiosa dei collegi, che il “Rosatellum” prevede nel suo mix tra maggioritario e proporzionale. Notizia questa conferma ieri sera dalla comunicazione del M5S.
Le nuove regole non sarebbero poi così male secondo i commenti confidenziali dei parlamentari grillini uscenti. Il motivo ? Semplice . In questo caso potranno tutti ricandidarsi nel listino blindato del plurinominale con una garanzia di eleggibilità sicuramente maggiore a quella se se fossero finiti nel collegio uninominale. Come Di Maio e gli altri volti “noti” del M5S che dimentica immediatamente la propria battaglia sulle preferenze, tenendosi al riparo dalla “lotteria” del voto uninominale, dove si svolgerà la vera e propria la “battaglia” elettorale sul territorio voto per voto.
Il fuggi fuggi dalla competizione nei collegi elettorali era abbastanza prevedibile tra i grillini ben consapevoli del proprio debole radicamento sul territorio elettorale. Infatti inizialmente avevano pensato di replicare le candidature, presentandosi sia nel collegio sia nel listino bloccato, usandolo come “salvagente”. Successivamente poi il ragionamento dei vertici del M5S è stato il seguente: “Metti caso che Luigi Di Maio perde nel suo collegio in Campania ma viene comunque eletto nel plurinominale, che figura faremmo con un candidato premier che ha perso la sfida contro il suo avversario diretto?“. Un’ipotesi molto concreta, pressochè certa.
Quindi sicuramente più salutare non rischiare, anche perché proprio guardando alla regione Campania, dove Di Maio per il principio della residenza, sarebbe stato costretto a competere, i 5 Stelle sono letteralmente terrorizzati da quello che definiscono “il fattore De Luca“, consapevoliIl che il traino mediatico nazionale del loro candidato premier sarebbe servito a poco o nulla . L’esempio che circola tra gli strateghi elettorali del M5S chiama in causa l’attuale governatore della Campania, Vincenzo De Luca e il suo fidatissimo Franco Alfieri ex sindaco di Afragola. Infatti sarebbe bastato candidare nello stesso collegio di Di Maio un vero e proprio campione di preferenze come De Luca o Alfieri, ed il candidato grillino sarebbe stato sonoramente sconfitto dalle preferenze.
La decisione dei 5 Stelle a favore del loro leader “nominato”, a proteggerlo candidandolo nel listino bloccato, troverebbe una giustificazione nella circostanza che in tal caso collegi saranno lasciati liberi per quei nomi importanti selezionati in nome del blasone e della competenza, tenuti ancora oscurati, che verranno svelati in una seconda fase delle candidature. “Saranno delle bombe” sostiene una fonte autorevole del M5S anticipando che qualcuno di loro potrebbe anche finire nella squadra dei ministri di un ipotetico governo a guida 5 stelle. Infatti per un incredibile paradosso politico, proprio il “nominato” Di Maio, in qualità di leader politico del M5S, avrà potere di decidere la loro collocazione.
Sarà quindi molto interessante conoscere la reazione ufficiale di Renzi alla notizia che Di Maio lo priverà di quella che sarebbe stata un’imperdibile sfida, uno contro uno. Il leader del Pd che giocherà in casa, a Firenze, in un collegio per lui facile, aveva già lanciato la sfida al grillino e ora, parlando con i suoi collaboratori, ha detto di trovare “curioso che Di Maio non si candidi in nessun collegio“, sfuggendo “la prova diretta degli elettori così come ha evitato il confronto diretto in tv con me”. In effetti, in caso di vittoria di Di Maio, l’Italia potrebbe trovarsi un altro presidente del Consiglio nominato da un Parlamento composto sulla base di una legge che non permette di scegliere direttamente il parlamentare, e selezionato sulla base di primarie da poche migliaia di clic.
Effetti del Rosatellum ma anche di una precisa strategia interna del M5S che evita i collegi, preferendo per il proprio leader quei listini bloccati che per anni aveva definito “incostituzionali”. la coerenza grillina è ben nota: inesistente.
I parlamentari M5S dovranno dare 300 euro al mese (soldi pubblici) alla piattaforma “Rousseau”, dice Davide Casaleggio, che presiede l’Associazione Rousseau. Ipotizziamo che alle prossime elezioni M5S elegga 250 parlamentari (165 deputati e 85 senatori). E facciamo quattro conti in “soldoni” : 75mila euro al mese, 900mila euro all’anno, 4,5 milioni in tutta la futura legislatura. E così la Casaleggio & Associati rimette a posto i suoi bilanci in perdita….
Nel frattempo l’ Autorità Garante per la Privacy, al termine di un’istruttoria aperta la scorsa estate dopo gli episodi di violazione dei sistemi informatici che hanno coinvolto la piattaforma Rousseau e altri siti web riconducibili a M5S, ha adottato un provvedimento con l’indicazione di misure per aumentare il livello di sicurezza del sistema operativo. Il Garante ha pubblicato il provvedimento datato 21 dicembre e reso noto ieri, relativo all’istruttoria aperta lo scorso agosto, dichiarando l’illiceità del trattamento dei dati personali da parte dei siti in ragione della comunicazione a soggetti terzi, si riserva di verificare la sussistenza dei presupposti per l’eventuale contestazione delle sanzioni amministrative.
Nel provvedimento, il Garante prescrive nei confronti del sito www.movimento5stelle.it e della piattaforma Rousseau, quali misure necessarie, l’indicazione, nell’informativa, dei soggetti ai quali i dati sono comunicati e la previsione di una informativa specifica relativa alle funzionalità della piattaforma Rousseau. Quale misura opportuna, l’adozione di accorgimenti per il sistema di e-voting in modo da minimizzare i rischi per i diritti e per le libertà delle persone fisiche, prevedendo la cancellazione o la trasformazione in forma anonima dei dati personali trattati, una volta terminate le operazioni di voto. A tale scopo andrà modificato lo schema del database laddove prevede l’utilizzo del numero telefonico dell’iscritto in connessione ai voti elettronici espressi.
Nei confronti dei siti www.beppegrillo.it e www.blogdellestelle.it, il Garante prescrive quale misura necessaria l’adozione di una specifica modalità di acquisizione del consenso al trattamento dei dati per finalità di promozione commerciale e pubblicitaria e l’indicazione nell’informativa dei soggetti ai quali i dati sono comunicati. Nei confronti di tutti i titolari del trattamento (Beppe Grillo per https://www.movimento5stelle.it e https://rousseau.movimento5stelle.it, www.beppegrillo.it ed Associazione Rousseau per www.ilblogdellestelle.it) il Garante della Privacy ha prescritto misure e accorgimenti per garantire che i futuri sviluppi della piattaforma Rousseau e degli altri strumenti online del Movimento siano sempre essere validati sul piano della sicurezza informatica da adeguate azioni di ‘vulnerability assessment’.
Provvedimento M5SQuanto all’aspetto relativo al trattamento dei dati personali degli utenti, “la mancata designazione delle società Wind Tre S.p.a. e Itnet S.r.l. quali responsabili del trattamento dei dati personali degli utenti dei diversi siti riferibili al Movimento 5 Stelle configura l’illiceità del trattamento medesimo in ragione della comunicazione dei dati a soggetti terzi, in mancanza del consenso degli interessati”. Pertanto, l’Authority “si riserva di verificare, con autonomo procedimento, la sussistenza dei presupposti per l’eventuale contestazione delle sanzioni amministrative di cui all’art. 162, comma 2bis del Codice”.
Il Garante impone inoltre l’adozione di misure che assicurino una maggior sicurezza delle password degli utenti e del protocollo di rete https per l’accesso a tutti i contenuti del sito www.movimento5stelle.it, basato su un certificato digitale emesso da una Certification Authority riconosciuta. Sul database del sistema Rousseau dovranno essere, inoltre, adottate misure che consentano l’auditing informatico mediante la tenuta delle registrazioni degli accessi e delle operazioni compiute.