di Francesca Laura Mazzeo
ROMA – “Non conosco la proposta che ho letto sui quotidiani di oggi – è stato il commento a caldo di Antonello Giacomelli sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni circa le notizie di stampa relative alla proposta del ministro dell’Interno Marco Minniti in tema di fake news.– Penso e spero sinceramente che, per come è riportata, la notizia di una iniziativa del Ministero dell’Interno per costituire “un pool anti bufale” sia imprecisa, mal compresa o magari addirittura travisata. È francamente anomala, infatti, l’idea, cito testualmente, che “un team di poliziotti” del Centro Nazionale anti crimine informatico riceva, con una semplice mail, segnalazioni degli utenti su notizie false pubblicate in rete e verifichi se le notizie siano “manifestamente infondate e tendenziose” oppure se “il contenuto sia stato certificato come falso da soggetti autorevoli”.
Per il sottosegretario Giacomelli quindi è molto pericoloso assumere iniziative “senza peraltro alcuna pronuncia della magistratura. D’altra parte non sarebbe facile stabilire e giustificare il confine, magari sulla stessa notizia, tra un media innovativo e uno ‘tradizionale’. Ipotizzare poi che questo potere di accertamento e intervento, al netto della assoluta stima per le persone, possa venir attribuito ad un organo di polizia alle dipendenze del governo, fa pensare addirittura ad altri Stati e ad ordinamenti diversi dal nostro”.
“Sono quindi certo che, anche solo per queste considerazioni, ci sia stato un qualche fraintendimento o che si tratti solo di una idea ancora da approfondire e definire, sulla quale ovviamente saremo ben lieti di dare, se richiesto, il nostro contributo’‘, conclude.