di Francesco Alberoni
Un tempo fare l’insegnante era un’attività autorevole e rispettata. Il titolo di professore universitario aveva un alto valore sociale. Ora non più. Non credo che siano molti i ragazzi che a 18-20 anni sognino di fare l’insegnante. Hanno altre aspirazioni: diventare un calciatore, un cantante, andare da Amici della De Filippi o al Grande Fratello, diventare un famoso chef, un politico, un finanziere. Tutte attività che ti danno soldi, notorietà, fama: l’unica cosa che vuoi veramente, l’unica che cerchi in Facebook.
L’insegnante è disprezzato perché si trova all’estremo opposto. Non lo conosce nessuno, i genitori lo trattano con sufficienza. Un tempo alla fine della lezione gli studenti lo applaudivano perché lo consideravano uno studioso. Oggi è solo un teacher. Ma la forza di un Paese come l’Italia, la sua economia, il suo rango sociale sono fondati sulla scuola, sull’Università e sul suo livello scientifico culturale. L’insegnante deve tornare ad essere uno studioso. Oggi si pensa che debba conoscere solo cose specialistiche.
No. L’insegnante deve essere molto di più di ciò che insegna. Deve avere una visione ampia perché i suoi alunni devono crescere con uno spirito aperto. Ed oltre ad essere culturalmente ricco deve esserlo anche sul piano umano, deve essere un maestro, una guida e un leader. Deve trascinare con il suo esempio e con la sua fede gli alunni a salire sempre più in alto, fino ad acquisire la disciplina per saper creare e inventare. La società lo deve valorizzare, deve additarlo a modello, deve elogiarlo socialmente. Sapete quanti stupendi maestri ci sono nella nostra società, costretti a fare lavori burocratici idioti perché obbligati a partecipare a concorsi con diecimila posti anziché essere selezionati individualmente come i cantanti a X Factor?
Bisogna reclutare, selezionare i migliori. Tutti gli studiosi devono poter essere chiamati dopo aver accertata la loro eccellenza. Riscoprire il vostro orgoglio di maestri, il vostro compito, tornate a studiare, ad eccellere, a sentirvi guide come un tempo. Qualsiasi cosa insegniate, siate orgogliosi di farlo, e tenete al loro posto gli ignoranti presuntuosi che impazzano sulla scena.