ROMA – Nonostante le centinaia di milioni di euro ed il sostegno del ministro Del Rio, il bilancio 2017 dell’Autorità portuale di sistema del Mar Ionio il porto di Taranto continua ad essere negativo vedendo diminuire il traffico merci che rispetto al 2016, è sempre negativo. I numeri delle merci movimentate evidenziano un dato più che negativo con il 12,2 per cento in meno con 3 milioni in meno di tonnellate, passando dalle 24.668.850 movimentate 2016 ai 21.648.287 dell’anno scorso, .
Un risultato ancora una volta negativo che evidenzia l’incapacità del management e la riconferma immotivata ed ingiustificata del presidente Sergio Prete, molto bravo a frequentare i convegni (inutili), e di i corridoi della segreteria del ministero a Roma, così come altrettanto incapace a produrre risultati gestionali per il porto di Taranto il cui bilancio di esercizio gestionale è sempre negativo. I numeri parlano chiaro ed evidenziano segnali negativi : particolarmente per gli sbarchi (-2.743.870 in numeri assoluti) segnando -17,9% in percentuale, ma anche che per gli imbarchi -276.639 in variazione assoluta e –3%.
Unica voce attiva, quella del traffico passeggeri, sinora inesistente che per la prima volta ha fatto segnare 8546 persone in transito, grazie alle navi turistiche della compagnia Thomson Cruises che da maggio a settembre 2017, ha effettuato 11 scali con i suoi ospiti nel porto di Taranto, navi arrivate grazie all’ ottimo lavoro svolto dallo Ionian Shipping Consortium guidato da Walter Musillo, e non certo per l’immobile ed incapace Autorità Portuale. Il risultato non poteva che essere di segno in quanto si partiva dallo zero, infatti in precedenza nel porto di Taranto non era mai arrivato alcun passeggero , considerata l’attività ed il traffico del porto di Taranto, prevalentemente ed esclusivamente industriale e commerciale
Sono invece trecento le navi in meno che hanno transitato nel 2017 nel porto di Taranto passando dalle 2262 navi partite e arrivate dallo scalo nel 2016, alle 1962 del 2017. Risultato: -13,3%. Negativo anche il risultato del traffico ro-ro su cui pure lo scalo aveva puntato. Le merci hanno segnato un -90,1% rispetto all’ esercizio 2016. Fermo, immobile a zero il dato delle merci movimentate in container nel 2017, così come nell’ anno preccedente, circa tre anni dopo da quando il traffico container effettuato grazie alla presenza a Taranto della società TCT di Evergreen-Hutchison, si è interrotto.
Nei primi mesi del 2015 la compagnia cinese ha abbandonato lo scalo di Taranto preferendogli il porto del Pireo, in Grecia, dopo aver nesso in liquidazione la società TCT- Taranto Container Terminal. Il molo polisettoriale sul quale operava TCT, è ancora oggi in via di ammodernamento con dei ritardi vergognosi sulle date di conclusione degli stessi previsti dagli appalti che evidentemente non prevedevano penali a carico della aziende che si erano aggiudicate gli appalti dei lavori da effettuare . Alla fine dell’ anno 2017 si sono candidate soltanto due società per investimenti nella logistica nella stessa banchina resa più moderna e funzionale.
I numeri parlano chiaro e sconfessano la decisione fortemente supportata anche da Michele Emiliano di riconfermare alla presidenza dell’ Autorità Portuale, Sergio Prete, il cui operato è sotto la luce di tutti: negativo ed incapace. Utile solo al suo portafoglio e conto in banca. Ma utile anche all’acquisizione ed annessione dell’ Autorità Portuale di Bari del Porto di Brindisi, che inizialmente avrebbe dovuto unirsi a quello di Taranto. Come qualcuno dice a Bari in ambienti portuali “Sergio Prete è stato il nostro cavallo di Troia“. Non solo quello … aggiungiamo noi ! Nel silenzio più vergognoso della politica locale sempre pronto a piegarsi o a girare con il cappello in mano.