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22 Novembre 2024 02:41

Interdetti e sospesi tre dipendenti Asl Taranto: truffavano l’azienda sanitaria favorendo un’impresa romana

Secondo la Procura di Taranto ed i NAS dei Carabinieri , una dipendente amministrativa dell' ASL Taranto avrebbero "agevolato" illegalmente una società con sede a Roma per la riscossione di oltre 338mila euro a fronte di una transazione-stralcio di un giudizio promosso contro l'azienda sanitaria

ROMA – Tre dipendenti dell’ ASL di Taranto  coinvolti, assieme a due imprenditori, in una truffa aggravata ai danni dell’Azienda sanitaria locale sono stati interdetti dal Tribunale di Taranto . Il provvedimento cautelare è stato eseguito dai Carabinieri del Nas su disposizione del Gip di Taranto dr. Martino Rosati, che ha accolto le richieste del pm inquirente Lanfranco Marazia. Sono in corso l’esecuzione di decreti di sequestro anche nei confronti di tre imprenditori. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di truffa aggravata e continuata.

Secondo le evidenze accertate nel corso delle indagini dei carabinieri dei NAS, coordinati dal pm Marazia la società Tecnogest s.r.l. con sede a Roma, si è impossessata di oltre 339.000,00 euro grazie alla complicità dell’ assistente amministrativa Liana De Pasquale dipendente dell’ ASL Taranto in maniera indebita . La somma  è stata liquidata dall’ azienda sanitaria tarantina alla Tecnogest  costituita il 17.09.2012 a Roma ove aveva sede legale, invece di versare l’importo di Euro 418.644,72 alla curatela fallimentare della Tecnogest srl di Massafra , relativo alla transazione a stralcio di un giudizio promosso contro la ASL di Taranto. Le due società Tecnogest srl avevano lo stesso amministratore-rappresentante legale !

L’ assistente amministrativa Liana De Pasquale aveva “taroccato” nella banca dati amministrativa dell’ ASL Taranto, la scheda fornitore della Tecnogest srl , inserendo al posto dei dati di quella avente sede a Massafra (Taranto) ed attualmente sotto curatela fallimentare, i dati della “nuova” Tecnogest s.r.l. avente sede legale a Roma, che di fatto era sempre stata inattiva e senza alcun dipendente come accertato sulla banca dati del sistema delle Camere di Commercio.

Nell’inchiesta compare Armando Parnasso, che era già stato coinvolto in un’altra truffa scaturita in un maxi processo per appalti pilotati e fatture false per migliaia di euro, sempre nei confronti di dirigenti dell’ ASL Taranto. Il giudizio a suo tempo scaturì da tre distinti procedimenti giudiziari: i primi due riguardavano le fatture gonfiate per i servizi assegnati alla società di logistica «Global by Flight» dell’imprenditore Armando Parnasso e ad alcune società collegate concesso incarichi alla società del Parnasso senza espletare come richiesto dalla legge la necessaria gara d’appalto., il terzo appalto per l’archiviazione ottica dei documenti delle disciolte Usl assegnato all’associazione temporanea d’imprese capeggiata dalla società «Ermete».

Parnasso venne condannato nel giugno 2008 a 14 anni di carcere per aver distribuito, secondo quanto ricostruito dalla Finanza, una serie di tangenti che avevano fatto da motore a una truffa stimata in quattordici milioni di euro. Negli ultimi tempi Parnasso era ricomparso in Puglia, dove frequentava spesso e volentieri  Antonello Pugliese fratello dell’ amministratore delegato del Gruppo CONAD, ed il giornalista Michele Mascellaro dipendente dell’ufficio stampa del Gruppo regionale del PD Puglia, e recentemente alla corte dell’ assessore regionale Michele Mazzarano, quest’ultimi estranei all’inchiesta giudiziaria attuale.

Il procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo, in una nota scrive di una “truffa in danno della Asl di Taranto, perpetrata da tre imprenditori con la complicità di dirigenti e dipendenti della stessa Asl, quali esecutori materiali” che, in concorso tra loro, avrebbero “utilizzato artifici e raggiri con sottrazione fraudolenta di crediti destinati a vari Enti pubblici, al fine di procurare a una società di Roma un ingiusto profitto”.

COMUNICATO-STAMPA CAPRISTO
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