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22 Novembre 2024 08:16

Festini a base di sesso e droga nelle campagne toscane dove avrebbero partecipato magistrati, politici e sacerdoti. Le rivelazioni di un escort raccolte da “Le Iene”

Sulla vicenda della morte del dirigente del MPS Davi Rossi, arrivano le confessioni di un ex gigolò su Italia 1 : “Ho partecipato a quei festini. C’erano dirigenti di Mps, magistrati, giornalisti, politici e un prelato” ed ora si iniziano a capire le tante omissioni della Procura di Siena
la sede del Monte dei paschi di Siena

ROMA – Antonino Monteleone inviato del noto programma di italia Uno  “Le Iene“,  è tornato ad occuparsi della vicenda della morte di David Rossi con nuove, clamorose rivelazioni ed ha raccolto la testimonianza di un uomo che afferma di aver partecipato come escort ad alcune feste o cene private, cui aveva già fatto riferimento Pierluigi Piccini ,l’ex sindaco di Siena dal 1993 al 2001,   le cui dichiarazioni sono andate in onda anche  ieri sera nel corso della trasmissione.

David Rossi, responsabile della comunicazione di MPS, trovato morto

David Rossi  all’epoca dei fatti direttore della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, è precipitato la sera del 6 marzo 2013, da una finestra della sede della banca a Rocca Salimbeni, nel capoluogo toscano nello stesso periodo in cui il Monte Paschi di Siena era al centro di una grande inchiesta basata sull’acquisizione di Banca Antonveneta. Nel luglio 2017, il gip dr.ssa Monica Gagggelli dispose l’archiviazione del fascicolo d’indagine aperto con l’ipotesi di reato d’istigazione al suicidio, accogliendo la richiesta avanzata dalla procura senese e respingendo l’opposizione depositata dai legali della famiglia Rossi – nel novembre 2015 –  da sempre convinti che si sia trattato di omicidio. Questa è stata  la seconda archiviazione in questa vicenda: una prima indagine si era chiusa nel marzo 2014.

Il caso di David Rossi, per due volte archiviato come suicidio, resta un vero mistero per diversi motivi. Nelle corrispondenze elettroniche del manager di Mps si leggono conversazioni in cui annuncia di voler parlare con gli inquirenti nei giorni più drammatici dello scandalo del 2013, ma anche in cui minaccia di suicidarsi. La sensazione è quella che le indagini effettuate dai pubblici misteri Nicola Marini ed Aldo Natalini  titolari del fascicolo d’inchiesta non siano state poi così approfondite: delle 12 telecamere presenti sul luogo del delitto e nei suoi dintorni, ne è stata presa in considerazione solo una e, secondo ‘Le Iene’, le registrazioni sarebbero incomplete perché tagliate o manipolate, ma non solo.
Nessuno ha analizzato i tabulati delle celle telefoniche presenti nella zona la sera del delitto e la caduta, visibile insieme a tutta la cruda agonia dell’uomo prima di morire, non sembra affatto compatibile con un suicidio, dal momento che David Rossi è impattato al suolo con la parte posteriore del corpo e presentava lesioni al volto, alle braccia e all’addome apparentemente compatibili con una colluttazione.

 

Sono troppe le carenze da addebitarsi ad incapacità od omissioni  riscontrate nella prima fase dell’inchiesta sulla scomparsa del manager di Mps David Rossi a partire da alcune prove fondamentali distrutte dal pm Aldo Natalini, come sette fazzoletti sporchi di sangue trovati nell’ufficio di Rossi e mandate al macero mentre le indagini erano ancora in corso nell’agosto 2013 , e circostanza ancor più grave ben prima che il giudice per le indagini preliminari disponesse l’archiviazione o un supplemento di indagini e senza neanche informare i legali dei familiari di David. Ma non solo. I fazzoletti sono stati distrutti senza essere stati neanche analizzati.

Ma ci sono state molte altre prove investigative da accertare e neanche approfondite che invece sarebbero state fondamentali a ricostruire l’accaduto. A partire dai video delle 12 telecamere, l’analisi delle celle telefoniche per  identificare i telefonini presenti nella zona al momento della morte di Rossi, l’elenco dei possibili testimoni, l’esame dei presenti nell’area di Mps e queste sono soltanto alcune delle ormai inconfutabili omissioni investigative.
L’avvocato Luca Goracci, legale di Antonella Tognazzi, la vedova di Rossi.  aveva inoltre rivelato un episodio avvenuto in passato, quando un uomo, presentatosi come l’imprenditore mantovano Antonio Muto, aveva chiesto di incontrarlo, rivelando di aver assistito alla scena della morte di David Rossi e di aver udito anche un  sparo, esploso da una pistola munita di silenziatore. Potrebbe essersi trattato del gesto di un mitomane, privo di alcun riscontro, anche perché quando il vero Antonio Muto, tra i creditori di Mps, aveva rilasciato alcune dichiarazioni a ‘Report‘, l’avvocato Goracci si rese conto che non era la stessa persona che aveva incontrato pochi mesi prima.
L’ipotesi degli spari, però, sarebbe stata confermata da una lettera ricevuta da Antonella Tognazzi e scritta da un uomo che si firma ‘Un vigliacco‘ e che sostiene di essere in punto di morte e pronto a fare rivelazioni. L’anonimo mittente, nella lettera, scrive di ben due colpi di pistola sparati con un silenziatore e di due persone presenti sul posto, oltre a David Rossi. Inoltre, viene suggerito di analizzare le pareti del vicolo del mistero, alla ricerca di tracce di proiettili. Antonella Tognazzi ha già annunciato di voler richiedere nuove indagini alla Procura di Siena, che si è dimostrato sin troppo indifferente. ma anche queste rivelazioni potrebbero trattarsi di una pista completamente sbagliata e quindi non si può escludere alcuna ipotesi.

 

 

 Infatti la moglie di David Rossi Antonella Tognazzi e la figlia della donna Carolina Orlandi, non credono all’ipotesi del suicidio, sono  impegnate da anni per la continuazione delle indagini frettolosamente e superficialmente chiuse dalla Procura di Siena sulla morte dell’uomo.  Nella puntata de “Le Iene” dell’8 ottobre 2017, in particolare, Antonino Monteleone aveva intervistato Pierluigi Piccini, ex sindaco di Siena ed ex dirigente MPS, il quale – tra le altre cose – aveva affermato: “Non credo che David Rossi si sia suicidato…C’è un’altra storia parallela un avvocato romano mi ha detto… ‘devi indagare su alcune ville fra l’aretino e il mare e i festini che facevano lì. Perché la magistratura potrebbe anche avere abbuiato tutto perché scoppia una bomba morale‘. Non so se mi sono spiegato? Questo avvocato romano mi ha detto: ‘C‘è una villa fra Siena e Arezzo e c’è una villa al mare, dove facevano i festini’. Chi andava in queste feste? Chi ci andava? Ci andavano anche i magistrati senesi ad esempio? Mah. Ci andava qualche personaggio nazionale? Mah. La cocaina gira a fiumi in questa città”. Una rivelazione questa difficile da credere, ma confermata dalla testimonianza di un uomo, Stefano (nome di fantasia), che recentemente ha contattato direttamente Monteleone e ha fatto delle rivelazioni sconvolgente.

 

I festini di cui parla la fonte de “Le Iene si sarebbero ralmente svolti nelle campagne toscane, nei dintorni di Siena e in altre città d’Italia. “Sono eterosessuale, ma dopo aver avuto un tenore di vita alto, alcuni problemi economici mi hanno spinto a prostituirmi con questi uomini. Venivo pagato anche 10mila euro a settimana, erano proprio i guadagni a non farmi smettere, ma c’era dell’altro” – ha rivelato l’uomo – “Le persone che partecipavano a quelle cene, che finivano sempre con sesso gay, erano magistrati, dirigenti bancari, politici, sacerdoti, giornalisti e imprenditori. Sono stato a Siena, Monteriggioni, tutta la Toscana, ma anche a Bologna e sul litorale romano. C’erano delle droghe, ma non in quantità industriale“.

Lo scopo era quello di “intrattenere degli ospiti di alto profilo che avevano una certa importanza per le persone che organizzavano queste feste”. E avrebbero partecipato personaggi di spicco della società senese, come un importante ex dirigente della Banca Monte dei Paschi, persino un sacerdote con un incarico di rilievo nella Diocesi, e persino un ex Ministro. Tutte persone che l’escort riconosce da alcune foto che l’inviato Monteleone gli ha mostrato. L’escort sarebbe arrivato a guadagnare in questi festini fino a “10.000 euro in due o tre giorni di incontri”. Secondo lui ci sarebbe anche chi ha registrato quegli incontri, e ci sarebbero quindi in circolazione dei video.

 

In numerosi servizi  Antonino Monteleone si è occupato della morte dell’allora capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, precipitato da una finestra della sede bancaria il 6 marzo 2013 in circostanze ancora oggi misteriose. L’inchiesta sulla sua morte è stata in un primo tempo archiviata come caso di suicidio dalla Procura di Siena. Dopo la messa in onda dei precedenti servizi de “Le Iene”, sono state aperte quattro nuove indagini: due presso la Procura di Siena e due presso la Procura di Genova competente a indagare per fatti che riguardano i magistrati senesi. Le due indagini della Procura di Genova, una per “abuso d’ufficio” (a carico dei magistrati di Siena)  e una per “diffamazione”  nei confronti dell’ex sindaco, sono state aperte in seguito alle dichiarazioni di Pierluigi Piccini, raccolte da Le Iene, in riferimento a presunti festini che si sarebbero svolti “in una villa fra Siena e Arezzo”. Dichiarazioni che corrispondono a quelle dell’escort.

 L’ ipotesi dell’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini è stata confermata ieri sera anche dall’ex gigolo nell’intervista a ‘Le Iene’, che ha racconta proprio di alcuni festini in diverse ville nelle campagne toscane, a Bologna e sul litorale romano a cui partecipavano dirigenti di Mps, magistrati, giornalisti, politici e un prelato molto in vista della diocesi senese. “Ho deciso di raccontare questa storia quando è uscito il primo servizio su David Rossi – ha raccontato l’ uomo all’inviato del programma –  Quando ho visto la figlia di David fare un appello in televisione dove appunto diceva che tutte le mattine controllava i social, o comunque Facebook o quant’altro, con la speranza di trovare qualcuno che le dicesse ‘ci dobbiamo vedere, ti devo parlare’. Da lì ho deciso che fosse giusto raccontare tutta la vicenda”.
il pm Nicola Marini sfugge al microfono delle Iene

L’uomo “coperto” da LE IENE  guadagnava anche 10mila euro a settimana e per “il fatto di frequentare determinate persone più o meno conosciute, ma comunque con dei ruoli importanti all’interno di società, di banche, del mondo della televisione, del giornalismo, del cinema o anche dell’imprenditoria, costituisci una sorta di, chiamiamola così, minaccia velata – ha sottolineato –   c’era sempre il timore di raccontare le cose che ho visto… le persone con cui sono stato magari possono farmi qualcosa, possono farmi del male, possono trovarmi”.

Fra suoi clienti secondo le dichiarazioni rese in televisione vi erano anche dirigenti di Monte dei Paschi ed ai festini la cocaina scorreva a fiumi e spesso al situazione di trasformava in un’orgia. la maggior parte dei partecipanti “non erano gay dichiarati o comunque omosessuali” ed “aveva la famiglia e figli“. L’ex escort adesso ha “paura” di possibili ripercussioni perché i suoi ex clienti “sono persone con le quali bisogna stare attenti” perchè possono diventare pericolose. “Io ho visto, mi ricordo benissimo, una discussione a Monteriggioni con due persone che litigavano furiosamente e mi ricordo uno dei due che litigava, che aveva proprio negli occhi uno sguardo che… non da assassino, ma insomma”  ha raccontato.

Quanto all’ex capo della comunicazione di Mps David Rossilo avevo sentito nominare – ha spiegato l’ex gigolò –  ma non lo avevo mai visto ad una festa . Non ho mai avuto un incontro con lui, però, pensando alle persone che c’erano lì e comunque ai legami che avevano  perché c’erano persone appunto legate chi alle forze dell’ordine ed addirittura si è parlato che ci fosse qualcuno legato anche a qualche agente dei servizi segreti, robe del genere… Un’ipotesi poteva essere anche quella, che qualcuno lo avesse scaraventato giù dalla finestra“.

“Io più di una volta ho avuto la sensazione che qualcuno registrasse” gli incontri hard, ha aggiunto l’escort   “Qualche giorno dopo uno dei miei ragazzi ha confermato che delle persone stavano discutendo perché erano state fatte delle registrazioni degli incontri. Poi, quando io sono rientrato, qualche cliente sapeva delle cose che erano state fatte all’interno di questi incontri ma non aveva partecipato, e io dubito fortemente che qualcuno di loro vada in giro a raccontare quello che fa o non fa in questi festini”, ha concluso. Una testimonianza questa sicuramente molto importante ed utile che offre agli inquirenti una strada chiara e definita da perseguire al fine di accertare almeno una parte di verità. Sono dieci i nomi e cognomi dei partecipanti alle serate. Ma ci sono anche i reclutatori dell’escort, gli organizzatori di questi eventi sicuramente non comuni, che potranno essere facilmente rintracciati e riscontri individuabili.

In una precedente puntata delle IENE andato in onda nel novembre del 2017 , il servizio si concentrava su due ipotesi. La prima ipotesi è quella della manomissione del video. Le immagini mostrano l’impatto a terra di Rossi, precipitato dalla finestra del suo ufficio della banca senese nel 2013. Subito dopo l’impatto si nota che Rossi ancora si muove e, nelle immagini successive, si vedono avvicinarsi due persone: la prima che arriva a pochi centimetri dal corpo, lo guarda e quindi torna sui suoi passi, apparentemente senza fretta. Sembrerebbe che alcune ombre nel video siano manomesse e alcune presenze oscurate. La seconda ipotesi è quella di alcuni depistaggi nel corso delle indagini. Il magistrato di allora si rifiuta di rispondere, e peraltro non chiese allora le riprese di tutte le telecamere presenti sulla strada, ma soltanto di una.

Inoltre non aprì alcuna indagine sull’uomo e tantomeno dispose qualsiasi accertamento per identificare la persona che si vede apparire e tornare indietro col telefono in mano con il corpo di David Rossi riverso sul selciato stradale. L’indagine venne aperta guarda caso…due anni dopo, ma nel frattempo  i tabulati telefonici riguardanti la zona dell’episodio erano stati distrutti per legge sulla privacy. Ed a qualcuno tutto questo ha giovato per non essere rintracciabile

Le immagini trasmesse ieri sera con alcuni magistrati della Procura di Siena lasciano presagire che ci sia del torbido, e che sarebbe ora che anche il Consiglio Superiore della Magistratura invece di perdere tempo a “lottizzare” le varie nomine e promozioni dei magistrati italiani, facesse un pò di luce e sopratutto pulizia al proprio interno.

 

 

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