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22 Novembre 2024 07:06

Renzi: “Chi ha perso non può governare. Incontro con Di Maio sì, fiducia a governo M5S no”. Roberto Fico chiarisca i fatti che lo riguardano

Per Renzi anche l'ipotesi di Di Maio premier è irreale : "Lo pensa solo Di Maio. Tanto di cappello a chi ha preso il 32%, ma non è il 51%. O qualcuno gli regala il 19%, ma venire a chiedere i voti a chi hai accusato di essere la causa di tutti i mali d'Italia  è assurdo". Interrogato da Fazio sull'inchiesta delle Iene che ha ipotizzato che il presidente della Camera Roberto Fico si sia avvalso del lavoro di una collaboratrice domestica pagata in nero nella casa della sua compagna, ha detto "È grave ed è giusto che Fico venga in Parlamento a chiarire" proseguendo  "Il concetto è molto semplice non puoi dire 'io facevo beneficenza e lei si sdebitava'".

ROMA –   Matteo Renzi, segretario dimissionario del Pd, ospite su RAIUNO a ‘Che tempo che fa‘ intervistato da Fabio Fazio non ha dubbi sul concetto già espresso che non si può ignorare l’esito delle elezioni del 4 marzo, ed aggiunge : “Chi ha vinto, deve assumersi la responsabilità e governare“, dice Renzi, che aggiunge “Siamo seri, chi ha perso le elezioni non può andare al governo. Il Pd ha perso, io mi sono dimesso: non possiamo pensare che i giochetti dei caminetti romani valgano di più della scelta degli italiani“. Non ha escluso un incontro con il leader del Movimento 5 stelle, ma dice un categorico ‘no‘ al sostegno all’esecutivo: “Un incontro con Di Maio , la fiducia a un governo M5s no“.

Vi è dunque una disponibilità a discutere sulle riforme, “ma non siamo disponibili sulle poltrone…Non siamo disponibili a diventare soci di minoranza della Casaleggio”. E la sua posizione, dice Renzi, è condivisa dalla maggior parte dei senatori dem: “Su 52 senatori Pd, almeno 48 devono votare a favore. Io di disponibili alla fiducia a Di Maio non ne conosco uno”.

Quindi con queste posizioni rigide del PD non si intravede alcuna possibilità di alleanza con il M5S, alle quali replica poco dopo Luigi Di Maio: “Il Pd non riesce a liberarsi di Renzi nonostante l’abbia trascinato al suo minimo storico prendendo una batosta clamorosa. Altro che discussione interna al Pd. Oggi abbiamo avuto la prova che decide ancora tutto Renzi col suo ego smisurato“, un post  pubblicato su Facebook. E aggiunge: “Noi ce l’abbiamo messa tutta per fare un governo nell’interesse degli italiani. Il Pd ha detto no ai temi per i cittadini e la pagheranno” ed annuncia: “Domani seguitemi in diretta sulla mia pagina Facebook. Ci saranno novità!“. Da non dimenticare che Di Maio in campagna elettorale si è sempre sottratto ad un confronto con Renzi e Salvini.

 

L’ex presidente del Consiglio, quindi, non esclude il confronto con il leader del Movimento, che a suo parere dovrebbe essere trasmesso in streaming per chiarire una volta per tutte le reciproche posizioni, ma ribadisce che, per lui, il Partito Democratico deve restare all’opposizione: “Non possiamo con un gioco di palazzo rientrare dalla finestra dopo che abbiamo perso le elezioni. Se sono capaci ci provino Di Maio e Salvini”. Anche perché, insiste, “abbiamo fatto una campagna elettorale durissima sulla base di proposte specifiche. Non è pensabile ignorare ciò che la gente ci ha detto“.

Matteo Renzi ha sottolineato e confermato ancora una volta, quanto aveva già detto in giornata il Ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, sulle dovute distanze con i vincitori delle consultazioni: “Il reddito di cittadinanza per me non sta né in cielo né in terra” dice, ribadendo che alla fine sarà la direzione a decidere sul dialogo con i Cinque stelle, ma che lui è contrario ad un accordo. “Non possiamo essere un alibi” per il M5s. Ma non vuole che si parli di ‘renziani’. “Sembra una malattia… Io ho riacquistato la mia libertà. Ci vorrebbe una unanimità per reggere questo governo. Mi sembra difficile”.  L’ipotesi di arrivare ad un accordo è “impossibile” spiegando che  “non è una ripicca dire di no, ma dignità e etica nel rispetto del voto”.

Per Renzi anche l’ipotesi di Di Maio premier è irreale : “Lo pensa solo Di Maio. Tanto di cappello a chi ha preso il 32%, ma non è il 51%. O qualcuno gli regala il 19%, ma venire a chiedere i voti a chi hai accusato di essere la causa di tutti i mali d’Italia  è assurdo”.

Il problema dell’incertezza politica in cui adesso si trova l’intero Paese, ha aggiunto Matteo Renzi, non dipende dalle elezioni di marzo, ma da quanto successo il 4 dicembre con il referendum: “Salvini e Di Maio avrebbero avuto tutto l’interesse” a votare per il sì, osserva l’ex premier, ma non è stato così. Pertanto oggi se M5S e Lega “non si trovano d’accordo, allora ci vuole che qualcuno si prenda il coraggio di dire che il sistema non funziona“,  è una conseguenza della mancata  riforma costituzionale e di una legge elettorale che avrebbero portato ad un ballottaggio.

Per l’ex presidente del Consiglio, quindi, “o M5s e Lega fanno il governo” o “scriviamo le regole insieme per fare iniziale davvero la terza Repubblica, perché con due Camere il ballottaggio non è possibile”. E lancia un invito agli avversari: “M5s e Lega scrivetele voi le regole: noi da subito vi diciamo che a meno che non propongano la dittatura, siamo pronti a sederci e dire che va bene“.  E sui tempi necessari  Renzi aggiunge “Un anno, due anni, un anno e mezzo. Con quale governo? Deciderà il presidente della Repubblica quale la forma migliore“. Certo, tornare a votare  secondo Renzisarebbe un gigantesco schiaffo ai cittadini, perché vorrebbe dire che quelli che hanno detto ‘abbiamo vinto’ non riescono a fare niente“.

Ma mentre con gli avversari la porta a un accordo è chiusa da Renzi, non è altrettanto tenero con il Pd che “deve guardare in faccia la realtà. Deve smettere di litigare al proprio interno. Sono stato massacrato per cinque anni. C’era una opposizione interna che invece di attaccare Salvini attaccava me“, dice l’ex segretario. “A forza di attaccare me è arrivato Salvini, è arrivato l’altro Matteo, con cui ho in comune solo il nome“.

 

Renzi interrogato da Fazio sull’inchiesta delle Iene che ha ipotizzato che il presidente della Camera Roberto Fico si sia avvalso del lavoro di una collaboratrice domestica pagata in nero nella casa della sua compagna, ha detto “È grave ed è giusto che Fico venga in Parlamento a chiarire” proseguendo  “Il concetto è molto semplice non puoi dire ‘io facevo beneficenza e lei si sdebitava‘”.

 

 

Roberto Fico, il “francescano” ….della politica che è andato a Montecitorio in autobus (salvo poi passare all’auto con la scorta), avrebbe una colf pagata in nero nella sua casa di Napoli, ma lui nega, mentre una segnalazione ha raccontato a Le Iene tutta un’altra versione, come vedete qui sopra nel servizio Roberto Fico: auto blu e colf in nero? realizzato da Marco Occhipinti e Antonino Monteleone.

Il neo presidente della Camera del M5S ha dichiarato a Le Iene , durante i giorni del mandato esplorativo affidatogli dal presidente Mattarella per verificare la possibilità di un accordo di governo tra i Cinque Stelle e il Pd: “Nella casa in cui vivo a Napoli con la mia compagna non ci sono né ci sono mai stati collaboratori domestici a qualunque titolo né con contratto né senza”. Al massimo parla di “una carissima amica della mia compagna Yvonne”. “Si aiutano a vicenda”, sostiene Fico con cui la Iena Antonino Monteleone che è riuscito a parlare dopo molti tentativi e “inseguimenti” (alla sua auto con la scorta, usata eccome, come è stato mostrato televisivamente).

Una persona che abita nella sua stessa via a Napoli però sostiene che in casa sua lavorerebbe tutti i giorni feriali e da anni “Imma, una persona che conosco bene: fa la baby sitter, fa le pulizie, le viene promesso un contratto a tempo indeterminato che non le è stato mai fatto”. Non solo, ad aiutarla ci sarebbe stato ancheRoman, un ragazzo ucraino senza permesso di soggiorno”, poi mandato via per evitare scandali subito dopo l’elezione a presidente della Camera.

Alla fine Le Iene sono riuscite a parlare con Imma la quale ci ha detto che le pagano i contributi “perché loro a queste cose ci tengono, ma ha anche confermato che lavora come colf a casa di Fico a Napoli, “da mezzogiorno alle tre e dalle sei alle sette e mezzo, dal lunedì al venerdì, per 5 giorni a settimana e da più di cinque anni, per 500 euro al mese”. Circostanza che il presidente della Camera ha ripetutamente negato “Quali contributi… se ci fosse un rapporto di lavoro allora ok…”, ha anche detto.

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