ROMA – Massimilano Fedriga von l’avvenuta elezione a governatore della Regione Friuli-Venezia Giulia aveva assunto una carica incompatibile con il mandato parlamentare. L’esponente della Lega aveva promesso di dimettersi da membro della Camera dei Deputati, e proprio nei giorni scorsi si sono concretizzate le sue dimissioni . Fedriga ha però risolto l’incompatibilità che lo riguardava, optando per la carica di presidente di giunta regionale.
Al momento sono 10 i parlamentari che ancora ricoprono un incarico incompatibile con il mandato di deputato e senatore. Mentre per la maggior parte la scelta è quella di rimanere a Montecitorio o a Palazzo Madama, 2 parlamentari hanno dichiarato di voler fare come Fedriga, lasciando quindi il parlamento per proseguire l’incarico a livello regionale. Stiamo parlando di Lara Magoni e Claudia Maria Terzi, rispettivamente assessore alle infrastrutture e allo sport nella neonata Giunta Fontana in Lombardia. La prima ha dichiarato di aver già comunicato a Palazzo Madama la sua opzione, mentre la seconda vuole aspettare che la giunta per le elezioni della camera, organo che si deve ancora formare, la dichiari incompatibile.
“Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento, ad un altro Consiglio o ad altra Giunta regionale, ovvero al Parlamento europeo” Articolo 122 – Costituzione italiana
Lecito chiedersi se l’intenzione fosse realmente quella di lasciare il parlamento, perché non fare come Fedriga e dimettersi realmente? Continuare a prorogare questa situazione per aumentare le proprie entrate economiche approfittando dello stallo politico che sta vivendo il nostro Parlamento, non è sicuramente una scelta etica, legale e rispettosa nei confronti delle istituzioni che si rappresentano.
Per dovere di cronaca è giusto specificare la posizione di ognuno di loro, che si evince grazie agli studi e ricerche di Openpolis:
- Acquaroli Francesco (Fdi) Sindaco Comune di Potenza Picena. Intervistato da Agi, il suo staff ha dichiarato: “Acquaroli opterà nel rispetto dei tempi e termini previsti dalla legge. Al momento sta espletando delle questioni importanti rimaste in essere al Comune. In ogni caso, Potenza Picena andrà al voto il prossimo anno”;
- Cannizzaro Francesco (Forza Italia) Consigliere Regione Calabria. Intervistato da Agi, il suo staff ha dichiarato: “Non ha ancora espresso l’opzione”;
- D’Alfonso Luciano (Pd) Governatore Abruzzo. Dichiarato compatibile dalla giunta delle elezioni della regione Abruzzo, ha dichiarato di voler proseguire con il doppio incarico finché il regolamento glielo consente. Cioè finché la giunta delle elezioni del senato non lo dichiara incompatibile, costringendolo quindi a scegliere uno dei due incarichi;
- Ferro Wanda (Fdi) Consigliere Regione Calabria. Intervistato da Agi, il suo staff ha dichiarato “rimarrà fino all’ultimo giorno consentito dalla legge in consiglio regionale. La consigliere regionale non riceve nessun tipo di indennità, e aspetterà che le giunte delle elezioni si pronuncino in materia”;
- Galli Dario (Lega) Sindaco Comune di Tradate. Intervistato da Agi ha dichiarato che la situazione di incompatibilità dei sindaci con meno di 15.000 non è così lineare. Aspetterà il verdetto della giunta delle elezioni;
- Rossi Andrea (Pd) Sottosegretario giunta Regione Emilia Romagna. Intervistato da Agi ha dichiarato “L’unica incompatibilità che avevo l’ho risolta con le dimissioni da consigliere regionale dell’Emilia Romagna a fine marzo. Ora ho ancora in corso la carica di Sottosegretario in Regione Emilia Romagna, ma è una funzione non contemplata in tutte le regioni e che non rientra tra le incompatibilità previste”;
- Tarantino Leonardo (Lega) Sindaco Comune di Samarate. Intervistato da Agi ha dichiarato che la situazione di incompatibilità dei sindaci con meno di 15.000 non è così lineare. Aspetterà il verdetto della giunta delle elezioni;
- Topo Raffaele (Pd) Consigliere regionale Campania. Intervistato da Agi: “Ho comunicato regolarmente l’incompatibilità, non aspetterò la giunta per esercitare l’opzione. Non l’ho ancora fatto solo perché devo espletare ancora alcune attività rimaste in sospeso, alcuni dossier da chiudere”.