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3 Luglio 2024 16:26
3 Luglio 2024 16:26

I palombari della Marina Militare intervengono nelle Isole Egadi ed a Taranto per bonificare residuati bellici

Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione.

ROMA – Si sono concluse oggi due operazioni subacquee condotte dai Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare   distaccati presso i Nuclei S.D.A.I.  (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Taranto e di Augusta, durante le quali sono stati neutralizzati 64 ordigni esplosi.

della (Comsubin), distaccati presso i Nuclei S.D.A.I.  (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Taranto e di Augusta, durante le quali sono stati neutralizzati 64 ordigni esplosi.

L’intervento d’urgenza del Nucleo SDAI in Puglia è avvenuto a seguito della richiesta da parte della Prefettura di Taranto, per rimuovere dal fondo del Mar Piccolo una bombarda della prima guerra mondiale, rinvenuta a 12 metri di profondità ed a 50 metri dalla calata Vasto da una ditta specializzata nella ricerca di tali manufatti, che è stata distrutta dai Palombari in giornata attraverso le consolidate tecniche tese a preservare l’ecosistema marino.


In Sicilia, invece, i Palombari dello SDAI di Augusta hanno operato nell’isola di Favignana (TP), su richiesta della Prefettura di Trapani,  per identificare un possibile ordigno esplosivo rinvenuto da un apneista a 10 metri di profondità e 100 dalla costa. Durante l’intervento degli operatori del Comsubin sono stati individuati 3 proiettili di grosso calibro e 60 di piccolo calibro della seconda guerra mondiale, in seguito rimossi e distrutti in un’area di sicurezza individuata dall’Autorità Marittima.

I Comandanti dei Nuclei SDAI di Augusta e Taranto tengono a raccomandare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, di non toccarli o manometterli in alcun modo, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei Carabinieri, così da consentire l’intervento dei Palombari di Comsubin al fine di rispristinare le condizioni di sicurezza del nostro mare.

Questi interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa , svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione.

Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e bonificato un totale di 22.000 ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal 1 gennaio 2018 sono già 10.333 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 14.811 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm e 12 ordigni a caricamento speciale.

Con una storia di 169 anni alle spalle, i Palombari del Comsubin rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività. Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di Comsubin che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.

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