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6 Luglio 2024 07:21
6 Luglio 2024 07:21

Ilva: Il biomonitoraggio di elementi metallici condotto sui lavoratori dello stabilimento di Taranto ha accertato risultati al di sotto dei limiti di riferimento

Dalle analisi chimiche sui campioni di sangue e urine, effettuate nel Laboratorio di Tossicologia Occupazionale dell’Università di Brescia, emerge che per gli 856 dipendenti monitorati non sono stati riscontrati valori superiori a quelli di riferimento della popolazione non esposta riconducibili ad una potenziale esposizione di origine professionale

ROMA – Con una nota stampa, ILVA in Amministrazione Straordinaria ha reso noto i risultati dello studio, commissionato da ed eseguito da un’equipe medica, guidata dai professori Piero Lovreglio e Leonardo Soleo, del Dipartimento Interdisciplinare di Medicina, Sezione di Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Bari, che ha portato alla luce risultati diagnostici utili sia ai lavoratori che al mondo della ricerca e traccia una valutazione nel campo dei rischi legati all’impatto degli elementi metallici sulla salute dei lavoratori coinvolti nella produzione di acciaio.

I risultati del biomonitoraggio, realizzato nell’ambito delle valutazioni condotte per verificare l’esposizione dei lavoratori ILVA dello stabilimento di Taranto ai metalli pesanti, hanno permesso di verificare che i valori sono al di sotto dei limiti di riferimento. Da aprile a luglio dello scorso anno, 856 dipendenti sono stati sottoposti al progetto di monitoraggio biologico che prevedeva analisi di sangue e urine. Di questi, 755 dipendenti sono stati scelti tra coloro che vengono considerati potenzialmente esposti ai metalli pesanti, quali, piombo, mercurio, zinco, manganese, cromo, cadmio nichel, rame, arsenico e cobalto, e che prestano servizio, in prevalenza, nelle aree esposte alla presenza di questi metalli: Sbarco Materie Prime, Parchi Minerali, Agglomerato, Altoforno 1 e 4, Acciaieria 2, Servizi Acciaierie, Officina di manutenzione centrale. Mentre altri 101 i lavoratori sono stati scelti tra coloro che sono in attività presso il reparto Imbarco prodotti finiti, in un’area in cui non esiste una potenziale esposizione e pertanto i lavoratori sono considerati “non esposti”.

Dalle analisi chimiche sui campioni di sangue e urine, effettuate nel Laboratorio di Tossicologia Occupazionale dell’Università di Brescia, emerge che per gli 856 dipendenti monitorati non sono stati riscontrati valori superiori a quelli di riferimento della popolazione non esposta riconducibili ad una potenziale esposizione di origine professionale.

Dai risultati non viene rilevata alcuna differenza significativa tra le concentrazioni dei metalli dei lavoratori potenzialmente esposti rispetto a quelli non esposti. Lo studio offre, inoltre, a beneficio di tutti gli stakeholder, nozioni scientifiche accreditate tese a garantire la sicurezza e la salute di tutti i lavoratori. I limiti di riferimento presi in esame e con i quali sono stati confrontati gli esiti delle analisi sono quelli fissati da enti accreditati come l’American Conference of Governmental Industrial Hygienists (ACGIH), lo SCOEL (Comitato scientifico europeo per i limiti di esposizione occupazionali) e la Società Italiana Valori di Riferimento (S.I.V.R.). A questi in una logica di massimo rigore sono stati affiancati gli indici di riferimento, ancora più stringenti, del Laboratorio di Tossicologia Occupazionale dell’Università di Brescia. La relazione è stata messa a disposizione delle organizzazioni sindacali in data odierna.

Oggi si è riunito il Consiglio di Fabbrica Ilva per discutere circa lo stato della vertenza a seguito dell’ultima proroga richiesta dai Commissari Straordinari, che dopo ampia discussione ritiene indispensabile una convocazione urgente da parte del Ministro Luigi Di Maio e dei Commissari Straordinari per far luce su aspetti fondamentali riguardanti la proroga e l’intera vertenza. Tra questi, la necessità di conosce la reale posizione del Governo sull’ILVA, senza fraintendimenti e con
chiarezza anche rispetto alle ultime dichiarazioni del Ministro.

I sindacati vogliono conoscerecon quali risorse si intende traguardare la proroga stabilita, come nelle parole dei commissari“, come intendono “risparmiare” e “fare ulteriori sacrifici” avendo già oggi una situazione precaria in stabilimento a cui non saremo assolutamente disponibili. A fronte di una mancata convocazione urgente, le organizzazioni sindacali hanno annunciato l’ “autoconvocazione del consiglio di fabbrica presso il MISE per il prossimo 4 luglio

L’USB ha proposto di indire un referendum sulla reale volontà dei dipendenti sul futuro di ILVA ma il consiglio di fabbrica ritiene superata la proposta in base ai dati della propria rappresentanza, pari alll’80% dello stabilimento, a fronte degli 8 iscritti alle organizzazioni che invece chiedono la chiusura di ILVA. Il sindacato ribadisce che non permetterà, ne ora, né tantomeno durante questa proroga, azioni unilaterali da parte di nessuno, in assenza di accordo sindacale.

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