di Valentina Irene Taranto
ROMA – La Corte di Appello di Torino ha condannato i 25 imputati del processo di secondo grado , per la “Rimborsopoli” a carico degli ex consiglieri regionali della Regione Piemonte coinvolti nello scandalo delle spese “pazze” effettuate con i fondi a disposizione dei gruppi consiliari regionali. A rappresentare l’accusa in questo secondo grado di giudizio è stato il sostituto procuratore generale Giancarlo Avenati Bassi, che in passato aveva coordinato l’inchiesta assieme a Enrica Gabetta.
All’ex presidente della giunta regionale piemontese, Roberto Cota (Lega ), che nel 2016 era stato assolto in primo grado, è stata inflitta una condanna di 1 anno e 7 mesi di reclusione. Tra i condannati compare anche l’attuale capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati Riccardo Molinari, anch’egli assolto in primo grado, riconosciuto colpevole e condannato per “peculato” . Nei suoi confronti la corte di appello torinese ha anche disposto l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici sospendendola comunque per 12 mesi.
Era stato scoperto dai magistrati piemontesi che Roberto Cota, ex- presidente della Regione Piemonte, ad oltre settemila chilometri di distanza non aveva voluto tradire la Lega nemmeno nella magliera intima. Utilizzando però i soldi del Gruppo, mettendo in nota spese pure un paio di mutandoni verdi. Era l’estate del 2011 quando il presidente della Regione cercava tra gli scaffali di un noto negozio di abbigliamento degli Usa delle mutande di colore “verde”, e trovava quel che più si avvicinava alle tonalità del Carroccio accontentandosi della sfumatura “kiwi”. Rientrato in Italia, Cota non aveva provato alcun imbarazzo a chiederne il rimborso ai fondi regionali: l’equivalente di quanto aveva speso in dollari in dollari: 40 euro !
Tra i condannati dopo una iniziale assoluzione compaiono anche Roberto De Magistris (Progett’Azione) condannato ad 1 anno e 6 mesi, Michele Dell’Utri (1 anno e 6 mesi) che ha speso 250 mila euro pubblici per un sondaggio “mai realizzato” come hanno sostenuto i magistrati, 1 anno e 6 mesi per Massimo Giordano (Lega Nord) , 1 anno e 5 mesi per Alberto Goffi (Udc) , 1 anno e sei mesi per Federico Gregorio (Lega Nord), 1 anno e 4 mesi per Maurizio Lupi (Verdi Verdi) ed 1 anno per sua figlia Sara Lupi, 11 mesi per Riccardo Molinari (Lega Nord), Angelo Burzi (Progett’Azione), Girolamo La Rocca (Forza Italia), Lorenzo Leardi (Forza Italia), Massimiliano Motta (Fratelli d’Italia) , Rosanna Valle (Progett’Azione) per ognuno 2 anni e 4 mesi. Anche due altri due parlamentari sono stati condannati: 1 anno e 5 mesi per Paolo Tiramani (Lega Nord) e Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia (1 anno e 7 mesi).
Confermata la sentenza di condanna con pene diverse per gli otto ex consiglieri regionali che erano stati ritenuti colpevoli : Daniele Cantore, Alberto Cortopassi (Forza Italia), Michele Formagnana (Lega Nord), Michele Giovine (Pensionati) , Andrea Stara (Insieme per Bresso)che aveva infilato anche la fattura d’acquisto di un tagliaerba nel mucchio di scontrini da far rimborsare al proprio gruppo consiliare. “È inutile dire che non si è mai sognato di chiedere il rimborso di quella spesa, quando lo stesso giorno c’è addirittura una spesa fatta con il bancomat nello stesso posto per 484 euro. Perché non spiega questa?” ha aggiunto il magistrato “Le dichiarazioni fatte in aula dall’ex consigliere «lasciavano intendere che le segretarie avevano fatto la cresta”. Lui, che aveva fatto a più riprese prelievi in contanti e spese “mai rendicontate” con il bancomat del gruppo consiliare, 1 anno e 8 mesi per Roberto Tentoni (Progett’Azione) e 1 anno e 10 mesi per Giovanni Negro (Udc) .
Hanno preferito optare per il patteggiamento, che riduce ad un terzo la pena prevista dal Codice Penale, invece di affidarsi alla Corte di Appello, Angiolino Mastrullo (Forza Italia) condannato ad 1 anno e 6 mesi dopo aver restituito alla Regione Piemonte 70 mila euro che gli erano stati contestati, e Rosa Anna Costa (Forza Italia) condannata ad 1 anno e 9 mesi.
“Questo è un Paese dove tutti prima di dirsi delinquenti si dicono pasticcioni” ha detto il pm Avenati Bassi. Anche perché poteva passare tutto nel marasma . Come ad esempio le spese in albergo in Spagna e i cd di Guccini messi in conto da Riccardo Molinari, i manifesti e i video elettorali per le comunali fatti passare per spese dei gruppi consiliari (finanziamento illecito ai partiti), oppure le multe pagate da Andrea Stara per conto di Paola Bragantini. Una “cortesia”. A spese della Regione Piemonte però.