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25 Novembre 2024 01:57

Ilva, dopo l’incontro al Mise per Di Maio i “miglioramenti non sono ancora soddisfacenti”

La multinazionale franco-indiana Arcelor Mittal, leader mondiale nella produzione dell' acciaio,  nella sua proposta d'acquisizione ha previsto di raggiungere, una riduzione entro il 2023,  delle emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido pari al 15% rispetto ai dati del 2017, e l'azzeramento delle polveri al 2020 con 18 mesi in anticipo rispetto a quanto previsto dal Dpcm del dicembre 2017, l'anticipazione della fine dei lavori per la copertura dei parchi delle materie prime (da realizzare entro giugno 2020 per il carbone e gennaio 2020 per il minerale ferroso), indicando l'obiettivo di supporto alla crescita e al benessere delle comunità locali.

ROMA –  Si è concluso il tavolo odierno sull’ Ilva al Ministero dello sviluppo economico , convocato dal vicepremier e ministro per lo sviluppo economico Di Maio, per la presentazione della proposta migliorativa di Arcelor Mittal. Presenti i rappresentanti di 62 sigle, tra cui Arcelor Mittal, enti locali e associazioni ambientali e di cittadini. ” Ho chiesto ad ArcelorMittal dei miglioramenti sul piano ambientale e occupazionale e per me non sono ancora soddisfacenti” ha dichiarato al termine il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio.

 

 

“So perfettamente che questa procedura puo’ sembrare anomala, ma ci tenevo a far conoscere a tutti i soggetti interessati l’evoluzione del piano da parte di Arcelor Mittal perche’ una cosa e’ leggerlo e un’altra parlarne dal vivo”  è questo il senso avrebbe detto il ministro dello Sviluppo e del Lavoro Luigi Di Maio al tavolo su Ilva, secondo quanto riferiscono fonti presenti. Il ministro ha precisato di essere consapevole dei tempi e da subito ha preso a cuore la questione, aggiungono le fonti. Carlo Calenda, predecessore di Di Maio allo Sviluppo economico,  ha accusato il ministro di organizzare un “circo Barnum  con l’obiettivo di non decidere“.

Di Maio ha evidenziato, a suo dire, un cambio di metodo“, in riferimento al summit con molti soggetti al tavolo, attaccando il predecessore Carlo Calenda  “che firmava i contratti senza neanche dirlo ai sindacati”. “Questo governo”  ha aggiunto Di Maio, “non ha fretta di assegnare l’Ilva al primo compratore che passa. Ho chiesto dei miglioramenti  ad ArcelorMittal  sugli aspetti ambientali e occupazionali, e per me non sono ancora sufficienti“.

Nella conferenza stampa finale all’incontro odierno il ministro Di Maio  ha spiegato di “aver parlato soprattutto del piano ambientale” . La multinazionale franco-indiana Arcelor Mittal, leader mondiale nella produzione dell’ acciaio,  nella sua proposta d’acquisizione ha previsto di raggiungere, una riduzione entro il 2023,  delle emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido pari al 15% rispetto ai dati del 2017, e l’azzeramento delle polveri al 2020 con 18 mesi in anticipo rispetto a quanto previsto dal Dpcm del dicembre 2017, l’anticipazione della fine dei lavori per la copertura dei parchi delle materie prime (da realizzare entro giugno 2020 per il carbone e gennaio 2020 per il minerale ferroso), indicando l’obiettivo di supporto alla crescita e al benessere delle comunità locali.

Sul piano occupazionale, Di Maio ha reso noto che “l’azienda lo vuole discutere direttamente con i sindacati e noi non l’abbiamo mai impedito. Nelle prossime ore favoriremo l’incontro, credo già domani si vedranno azienda e sindacati“. In merito invece  alla procedura di assegnazione stessa, il ministro ha spiegato di aver chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato: “Se emergerà che il Governo precedente ha sbagliato la gara, se ne dovrà prendere le responsabilità. Se ci saranno rilievi e criticità, reati commessi, porterò tutte le carte in Procura“. Una teoria quest’ultima a dir poco imbarazzante, in quanto è stata proprio l’ Avvocatura Generale dello Stato a dare semaforo verde alla negoziazione contrattuale precedente, e  se l’ ANAC l’ Autorità Nazionale Anticorruzione  avesse riscontrato delle violazioni di Legge, ci avrebbe già pensato il magistrato Cantone a trasmettere tutte le carte alla Procura di Roma. Così come suona altrettanto  incredibile l’affermazione di Di Maio di essersi letto le oltre 26mila pagine della vicenda. Quando lo ha fatto ?

 

(notizia in aggiornamento)

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