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22 Novembre 2024 12:34

Matteo Salvini indagato dalla procura di Agrigento, sfida i magistrati: “Possono arrestarmi ma non fermeranno il cambiamento”

Trasmessi alla procura di Palermo gli atti per il trasferimento al competente Tribunale dei ministri

ROMA -Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e il capo di gabinetto del Viminale, sono stati iscritti nel registro degli indagati per la vicenda della nave “Diciotti”. I reati contestati daimagistrati inquirenti sono sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale. La Procura di Agrigento, al termine dell’attività istruttoria svolta a Roma, infatti, “ha deciso di passare a noti il fascicolo, iscrivendo due indagati, un ministro e un capo di gabinetto, e trasmettendo doverosamente i relativi atti alla competente Procura di Palermo per il successivo inoltro al tribunale dei ministri del capoluogo”.

La decisione della procura è stata resa pubblica a poche ore da un nuovo attacco dello stesso Salvini contro il pm di Agrigento su Facebook: “Il Procuratore di Agrigento ha chiesto ufficialmente i miei dati anagrafici. Per fare cosa???. Non perda tempo, glieli do io. Matteo Salvini, nato a Milano il 9/3/1973, residente a Milano in via xxx, cittadinanza italiana. Se vuole interrogarmi, o magari arrestarmi perché difendo i confini e la sicurezza del mio Paese, ne sono fiero e lo aspetto a braccia aperte!”, ha scritto Salvini. su Facebook.

Durissima la presa di posizione dell’Anm, per cui Salvini ha “rilasciato dichiarazioni tendenti ad orientare lo sviluppo degli accertamenti. Si tratta di una interferenza nelle prerogative dell’Autorità Giudiziaria; nessun altro soggetto può sostituirsi ai magistrati”.

Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio dopo l’ispezione sulla nave Diciotti

Dal  palco della festa della Lega a Pinzolo, in TrentinoSalvini ha replicato    “Io penso che sarà difficile fermarci perché possono indagare me, possono arrestare me, ma non possono arrestare la voglia di cambiamento di 60 milioni di italiani. Sono qui, sono pronto, venissero a prendermi” aggiungendo “È crollato un ponte e sono morte delle persone e non è stata indagata una persona: indagano un ministro che difende la sicurezza e i confini di questo Paese, è una vergogna“.

 Salvini ha continuato sifando i magistrati: Cosa porti a casa? Che ti indagano. Aspetto con il sorriso il procuratore di Agrigento, voglio spiegargli le mie ragioni. Aspetto un procuratore che indaghi i trafficanti e chi favoreggia l’immigrazione clandestina. Gli ricordo che gli scafisti comprano armi e droga che poi viene spacciata magari fuori dalle scuole dei nostri figli”.

Salvini ha aggiunto un post scriptum nello stesso post: “Nonostante insulti, minacce, inchieste e vergogne europee, sto lavorando per chiudere la “pratica Diciotti” senza che a pagare stavolta siano gli Italiani, visto che abbiamo accolto e speso abbastanza. Vi voglio bene Amici!“.

Per quel che riguarda la gestione dei migranti e il caso della nave Diciotti – aveva detto poco prima – “mi spiace ci sia qualche giudice che ha tempo e denaro pubblico da perdere per andare a interrogare dei funzionari pubblici. Ribadisco che se devono indagare, interrogare qualcuno, vengano direttamente dal ministro che è colui che ha dato indicazioni e disposizioni. Quindi mi sembra meschino andare a prendersela con dei funzionari quando c’è un ministro e un vicepresidente del consiglio che si fa carico pienamente della responsabilità di dire no quando bisogna di dire no“.

 

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