di Marco Ginanneschi
Matteo Renzi ha tenuto ieri alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, un vertice su Taranto a cui hanno partecipato oltre al premier, il suo consigliere economico Andrea Guerra , il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio, i ministri competenti, ed i massimi vertici di Cassa Depositi Prestiti e cioè il presidente Franco Bassanini e l’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini. Al vertice che è durato per oltre due ore, erano presenti anche i commissari straordinari dell’ ILVA Andrea Laghi, Corrado Carruba e Piero Gnudi . Da segnalare la totale assenza della “politica” tarantina al vertice dedicato al capoluogo jonico.
All’uscita dal vertice nessuno dei partecipanti ha rilasciato dichiarazioni ufficiali ai cronisti presenti a Palazzo Chigi, ma fonti interne al Governo hanno raccontato di un Renzi perfettamente consapevole e preoccupato della drammatica situazione occupazionale, economica e sociale presente a Taranto, e desideroso di comprovare l’intento del suo governo di trovare una soluzione che tuteli i lavoratori e le imprese dell’indotto dello stabilimento di Taranto , fortemente preoccupati e disperati per lo stop dei pagamenti seguito all’ammissione in amministrazione straordinaria dell’ ILVA. E’ previsto per la prossima settimana l’adozione di un emendamento del Governo al proprio decreto, per evitare il rischio che l’attuale situazione drammatica possa diventare una vera e propria “bomba” sociale ed economica, alle porte delle elezioni regionali in Puglia. Un punto fermo discusso nella riunione di palazzo Chigi, e ritenuto come un punto cardine indiscutibile, il completo adempimento delle prescrizioni Aia così come come contemplato dal decreto del Piano Ambientale ( marzo 2014).
I commissari straordinari dell’ ILVA hanno informato il premier, della riapertura da parte di Banca Intesa Sanpaolo della linea di fido, che aumenterebbe con altri 200 milioni di credito e che verrà concesso entro la prossima settimana. Tale decisione dei banchieri di Intesa Sanpaolo è arrivata dopo una riunione svoltasi lunedì scorso a cui erano presenti anche i rappresentanti delle altre due banche (Banco Popolare ed Unicredit) creditrici dell’ILVA.
Il motivo trainante che avrebbe indotto i banchieri di Intesa Sanpaolo a concedere ulteriore credito al colosso siderurgico tarantino in difficoltà, sarebbe stata proprio la determinazione politica del Governo Renzi ad individuare in breve tempo una soluzione definitiva per il progetto di risanamento del colosso siderurgico italiano . Anche la Cassa Depositi Prestiti e il Ministero dell’Economia che controlla all’80% la Cdp, starebbero lavorando per concedere un ulteriore prestito di altri 200 milioni garantito dallo Stato, per consentire la necessaria liquidità amministrazione straordinaria dell’ ILVA.
La nuova linea di credito di quattrocento milioni concessa all’ ILVA consentirebbe solo per qualche mese un pò di liquidità di cassa in più , in attesa dello startup nella “newco” (la nuova società n.d.r.) che affitterà gli stabilimenti ILVA di Taranto, e della società di servizio per la patrimonializzazione e ristrutturazione delle imprese prevista dal decreto Investment Compact, che dovrebbe debuttare entrando nella “newco” dell’ILVA. Newco che dovrebbe acquisire o rilevare in affitto gli stabilimenti ILVA, ed in particolare quello di Taranto.
Secondo alcune indiscrezioni trapelate dopo il vertice di Palazzo Chigi, esiste il rischio di incorrere in una possibile infrazione europea per gli evidenti aiuti di Stato, che sono vietati dall’ Unione Europea, per la quale il Governo Renzi pensa di poter superare tale problema, in quanto che il finanziamento verrebbe utilizzato per degli investimenti nello stabilimento di Taranto, caratterizzati da una forte innovazione.
“L’ILVA non ha ancora una prospettiva chiara di medio termine – ha commentato il Sen. Massimo Mucchetti (Pd) presidente della commissione industria del Senato – che può venire solo dalla definizione del soggetto che avrà la responsabilità della gestione industriale e commerciale “