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22 Novembre 2024 06:17

Di Maio “complice del delitto perfetto…” sull’ ILVA. Adesso è diventato tutto in regola !

Un parere che il nostro giornale , unico in Italia, aveva anticipato nella sintesi e sostanza con una settimana di anticipo, rispetto all'ufficialità pur avendone copia. All'interno i documenti ufficiali e la conclusione del procedimento di autotutela avviato dal Ministro Di Maio, e puntualmente chiusosi con un nulla di fatto.
Avvocatura Generale dello Stato

ROMA –  Ecco la risposta “ufficiale” dell’Avvocatura dello Stato alla richiesta di parere in merito a possibili anomalie relative alla procedura di gara per il trasferimento a terzi dei complessi industriali facenti capo alla società del gruppo ILVA in amministrazione straordinaria. Un parere che il nostro giornale , unico in Italia, aveva anticipato nella sintesi e sostanza con una settimana di anticipo, rispetto all’ufficialità pur avendone copia. Un’ anticipazione che aveva indotto l’ex ministro Calenda ad avere qualche dubbio (subito rientrato) sull’attendibilità della nostra notizia.

Anche il ministro Di Maio insieme al suo portavoce cercarono di capire come mai il nostro giornale avesse pubblicato una tale notizia così riservata ancor prima del deposito ufficiale del parere dell’ Avvocatura al Ministero. Gli spiegammo che quanto avevamo scoperto e pubblicato si poteva definire con sole due parole: “buon giornalismo“. E così è stato.  Infatti rispettando le Leggi pubblichiamo il documento ufficiale soltanto adesso che è diventato “pubblico”

parereA -avvocatura-ilva

A seguito di questo parere Di Maio, non contento, si è aggrappato al Ministero dell’ Ambiente, dove non hanno fatto che confermare il precedente parere favorevole, già espresso in occasione dell’aggiudicazione della gara ad ArcelorMittal sotto la gestione del predecessore ministro Carlo Calenda. E dopodichè Luigi Di Maio è diventato “complice” di quello che aveva definito “il delitto perfetto

parereB-avvocatura-ilva

Il Ministro Di Maio nella sua conferenza stampa, dove smontammo le sue pretestuose teorie di illegalità sulla procedura, non disse come prevedibile tutta la verità, in perfetto stile…grillino !. Infatti sulla questione del non aver consentito dei rilanci, l’ Avvocatura (pag. 14 del parere) scrive testualmente: “il termine ultimo per la presentazione delle offerte da parte dei soggetti ammessi alla procedura era ed è sempre rimasto fissato al 30.06.2016 aggiungendo che “poteva essere modificato solo per scelta legislativa in via ordinaria o con decretazione d’urgenza” concludendo “non è quindi dato ragionevolmente immaginare oggi se un eventuale riapertura ope legis delle offerte avrebbe superato il vaglio della costituzionalità

Ma a pagina 15 del parere dell’ Avvocatura generale dello Stato c’è qualcosa che Di Maio ha dimenticato di interpretare….e leggere in conferenza stampa, e cioè quanto segue:  “Con riferimento alla circostanza in esame, più che un ipotesi di annullamento in autotutela per vizi di legittimità, che parrebbe da escludersi, in astratto sembrerebbe più plausibilmente profilarsi una situazione riconducibile alla revoca dell’ aggiudicazione  per motivi di opportunità (art. 21 quinquies della Legge 241/90 ) ove le risultanze di un’istruttoria che solo l’ Amministrazione può effettuare. portassero a ritenere in concreto che all’attualità altri soggetti abbiamo interesse a concorrere. Percorso altrimenti sconsigliabile e comunque assai complesso, che comporterebbe l’obbligo di indennizzo in favore dell’aggiudicatario e richiederebbe in ogni caso un intervento normativo primario demolitorio della procedura svolta”.  aggiungendo che “la giurisprudenza amministrativa, sia pure riferita a procedure disciplinate dal Codice dei Contratti pubblici (e non è questo il caso n.d.a.) esclude la praticabilità dello strumento di revoca ove al provvedimento di aggiudicazione sia seguita la stipula del contratto, dovendo in questa situazione più propriamente utilizzarsi lo strumento contrattuale del recesso“.

Dal parere dell’ Avvocatura emerge anche un altro dettaglio importante omesso da Di Maio e dal suo “burocrate” che lo aveva istruito in materia. e cioè che la famosa lettera di rilancio di AcciaItalia, “non era a firma dell’ amministratore delegato” ( ciè il rappresentante legale n.d.a.) , “ma solo di due consiglieri di amministrazione su quattro, in assenza degli altri ed in particolare dell’ amministratore delegato: deponendo tali circostanze, ad avviso dei Commissari, per la non affidabilità dell’offerta e la sua non riferibilità a tutti i soggetti componenti la cordata, ivi compresa Cassa Depositi e Prestiti“.

Di Maio in conferenza stampa parlò della circostanza, contenuta nella lettera-esposto di Michele Emiliano, “sull’utilizzabilità e cedibilità dei beni sottoposti a sequestro“., dimenticando insieme al suo patetico “segnalatore” la presenza di ben “due conflitti di attribuzione, promossi dalla Procura dalla Repubblica presso il Tribunale di Taranto (procuratore capo dr. Sebastio, aggiunto dr. Argentino ) erano stati dichiarati inammissibili dalla Corte Costituzionale con sentenze 16 e 17 del 2013“.

 

L ’ex ministro dello Sviluppo Carlo Calenda su Twitter in merito al parere dell’Avvocatura di Stato su Ilva ha scritto: “Chiaro ora perché Di Maio ha tenuto segreto il parere! L’Avvocatura conferma in pieno parere precedente su rilanci. Eccesso di potere ci sarebbe stato se non si fosse tenuto in conto dell’interesse pubblico“. aggiungendo ” In un paese serio un Ministro che distorce un parere istituzionale si dimette

Calenda evidenzia su Twitter quali siano secondo lui  le menzogne di Di Maio. “Faccio notare il disinvolto passaggio tra “noi riteniamo” e “il parere avvocatura dice”. Ma la frase conclusiva: “l’atto è illegittimo per eccesso di potere” è semplicemente una bugia“. Sarcastico anche il commento del segretario generale della FIM-Cisl, Marco Bentivogli, sul comportamento del ministro Di Maio : “Leggendo le 36 pagine di parere dell’ su gara capisco perché l’abbia tenuta nel cassetto dal 21 agosto ad oggi“.

 

 

Ecco di seguito il documento originale con cui il ministro dello sviluppo economico ha chiuso il proprio procedimento per l’annullamento d’ ufficio del contratto di cessione del Gruppo ILVA ad Arcelor Mittal.  Luigi Di Maio ha dovuto quindi cambiare idea sulla carenza di legittimità del procedimento sull’ ILVA e,  come ha ironicamente commentato il suo predecessore, Carlo Calenda, è diventato “complice del delitto perfetto...”

conclusione ilva

 

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