di Don Francesco Mitidieri *
Credo che l’unica cosa possibile sia ritrovarci a pregare come abbiamo fatto questa sera durante la messa, ricordarci che l’Amore non può essere mai sopraffatto dal male e che in situazioni come questa, come in ogni sofferenza e peccato Dio riesce a scrivere dritto sulle nostre righe storte, Dio è capace di trasformare l’infamità della croce in segno di amore e salvezza, Dio sarà capace di trasformare anche questo male assurdo in una occasione di salvezza per tutti. A noi ora fermarci, riflettere, scegliere se permettere al male di continuare a trovare spazio nei nostri cuori dando sfogo alla frustrazione e rabbia o trasformarlo in amore concreto verso la piccola e la sua famiglia, verso un quartiere in difficoltà come il nostro, un amore capace di trasformare anche il male in bene
La notizia della piccola gettata giù dal balcone dal suo papà e del fratello accoltellato ha sconvolto l’intero quartiere delle “case bianche” di Paolo VI. In tanti sono accorsi. Molti conoscendo la situazione e le persone coinvolte hanno cercato da subito di intervenire – presi da rabbia – anche in modo improprio. Successivamente si è iniziato a parlottare in vari capannelli che si sono formati sul luogo dell’accaduto cercando su chi scaricare la colpa: dapprima su chi si è reso autore di tale assurdità, poi sulla polizia e i servizi sociali che sapevano ma non sono intervenuti in maniera efficace… questa cosa mi ha portato a riflettere su come effettivamente nessuno possa “scagliare pietre” in situazioni come questa.
Certamente non chi si è reso colpevole di tale azione a quanto pare sotto effetto di sostanze stupefacenti ed alcool, ma neanche effettivamente le istituzioni che sapevano e non sono intervenute in maniera adeguata, e neanche noi società civile, realtà ecclesiale ed educativa che non siamo riusciti a leggere ed intervenire in tempo, neanche noi singoli cittadini di questo quartiere dove spesso ci si gira dall’altra parte quando degrado sociale, situazioni di illegalità e tante altre problematiche sembrano essere situazioni più grandi di noi e “passiamo oltre” senza farci carico o almeno provarci a far cambiare le cose, a denunciare. Credo quindi che nessuno possa scagliare pietre, perché assurdità del genere sono la risultanza di una serie di negligenze ed incapacità che interrogano ciascuno di noi senza trovare risposte vere ed esaustive.
È difficile riuscire a trovare un senso a quanto accaduto, è difficile continuare ad andare avanti perché un gesto così cruento contro una bambina di appena 6 anni non può nemmeno essere concepito.
E allora credo che l’unica cosa possibile sia ritrovarci a pregare come abbiamo fatto questa sera durante la messa, ricordarci che l’Amore non può essere mai sopraffatto dal male e che in situazioni come questa, come in ogni sofferenza e peccato Dio riesce a scrivere dritto sulle nostre righe storte, Dio è capace di trasformare l’infamità della croce in segno di amore e salvezza, Dio sarà capace di trasformare anche questo male assurdo in una occasione di salvezza per tutti. A noi ora fermarci, riflettere, scegliere se permettere al male di continuare a trovare spazio nei nostri cuori dando sfogo alla frustrazione e rabbia o trasformarlo in amore concreto verso la piccola e la sua famiglia, verso un quartiere in difficoltà come il nostro, un amore capace di trasformare anche il male in bene.
*parroco “Corpus Domini” – Quartiere Paolo VI – Taranto