di Antonello de Gennaro
Quello che appare incredibile dopo aver visto i servizi del noto programma televisivo “Striscia la Notizia” è il silenzio ed il disinteresse della Procura di Taranto sul raddoppio della centrale termoelettrica alimentata a rifiuti dell’ Appia Energy di Massafra ( 51% Gruppo Marcegaglia, 49% Cisa spa) ed in particolare del procedimento autorizzativo, VIA-AIA coordinato, da parte della Provincia di Taranto rilasciato con Determinazione Dirigenziale 7 settembre 2012, n. 93 . Per capire meglio quello che è accaduto a Massafra, occorre seguire la sequenza temporale dell’intera vicenda.
L’ Architetto Luigi Traetta cioè lo stesso dirigente del “caso dirigenti” arrivato al Quirinale, nel novembre 2012 esprimeva il parere positivo del Comune di Massafra (con sindaco Martino Tamburrano) già illustrato il 20 luglio 2012 in conferenza di servizi . Secondo Traetta, (a sinistra nella foto) vi erano i perimetri necessari. L’ avvocato Giampiero Mancarelli, attuale segretario provinciale del PD, all’epoca dei fatti assessore all’ambiente della Provincia sotto la presidenza Florido (resta in carica fino a maggio 2013) , chiese spiegazioni nel novembre del 2012 all’ ex assessore regionale all’ ambiente Barbanente per capire la posizione dell’ Ente Regionale rispetto alle autorizzazioni.
La Regione Puglia rispose alla Provincia ribadendo il fatto che l’impianto rappresentava un’opera di rilevanti trasformazione che contrastavano con gli ambiti territoriali confermando in sintesi il parere negativo e aggiungendo che nelle more la Regione voleva cercare di lenire le sofferenze di quel territorio già compromesso dalla diossina. Successivamente dopo che la Regione Puglia aveva segnalato la presenza di vincoli legati a boschi e machine e area protetta dalle gravine, l’autorizzazione della Provincia di Taranto venne ritirata .
La Provincia a quel punto revocò le autorizzazioni ad Appia Energy con la propria determinazione del 7 gennaio 2013 ai fini dell’acquisizione dell’attestazione di compatibilità paesaggistica da parte della Regione Puglia. Nel 2014 Appia Energy si rivolse al TAR di Lecce vincendo il ricorso con una sentenza esecutiva e quindi Appia poteva iniziare i lavori, ma la sentenza del Tar venne impugnata nel 2015 dalla Regione e dalla Provincia di Taranto dinnanzi al Consiglio di stato.
E qui accade l’inverosimile, che secondo noi dovrebbe far accendere i riflettori della magistratura. Appia Energy a questo punto chiese al Comune di Massafra un’attestazione sulle misure e sui vincoli. Ebbene pensate che efficienza… il dirigente Luigi Traetta nel giro di sole 4 ore della stessa mattinata riceveva richiesta da Appia Energy, società rappresentata dall’imprenditore massafrese Tonino Albanese, andava sul campo a fare le misurazioni, confrontava il tutto con i piani paesaggistici, scriveva la relazione, la protocollava e la consegnava ad Appia Energy, ed incredibilmente sempre nell’arco di quelle stesse 4 ore, Appia Energy riusciva a consegnare a mano l’attestazione rilasciata dal Comune di Massafra, alla cancelleria del Consiglio di Stato a Roma. Resta da chiedersi a questo punto se il Comune di Massafra si fosse dotato di aereo privato o elicottero per consentire al suo dirigente arch. Traetta un’ impresa possibile solo in qualche “fiction” televisiva !
L’avvocato della Regione Puglia evidenziò al Consiglio di Stato questa “anomala” (per non dire sospetta…) giornata di intenso lavoro del dirigente dell’ ufficio tecnico del Comune di Massafra, degna della super efficienza… del dirigente Luigi Traetta trasformatosi nelle vesti di “Batman” o dell’attore Tom Cruise in una delle sue tante”Mission Impossible” !
Dopo qualche mese, questa volta è però il Consiglio di Stato a decidere di non fidarsi nè della Regione Puglia nè del Comune di Massafra, nè della Provincia di Taranto inviando dei propri verificatori , e qui venne alla luce la storia incredibile di quei famosi strategici 99 centimetri del” boschetto” massafrese.
Relazione BIS Consiglio di StatoDalla precedente decisione del Consiglio di Stato (fine 2015) all’arrivo dei verificatori del Consiglio di Stato (maggio 2016) scompaiono come se niente fosse, e senza che nessuno degli enti pubblici territoriali se ne accorgesse…la bellezza di 5000 ettari di bosco. A portare alla luce l’accaduto è l’avvocato Semeraro della Provincia di Taranto, il quale dopo la visita dei verificatori sottolinea la presenza di una mano umana dietro la scomparsa del bosco. I verificatori, infatti proprio in virtù di questa scomparsa riuscirono a verificare una distanza di 100,99 metri dall’impianto. E proprio grazie ai quei 99 centimetri l’opera poteva essere realizzata e quindi il Consiglio di Stato confermò la precedente decisione del Tar e quindi ad Appia Energy.
appia energy _memorie conclusive provincia_ -compressedA seguito della sollecitazione di una vera e propria sorta di sommossa popolare, il Comune di Massafra portò la questione in consiglio riunitosi in terza convocazione. Il sindaco Tamburrano si astenne, ma nonostante il consiglio comunale a maggioranza disse di “no” all’opera, purtroppo era ormai troppo tardi tardi in quanto l’iter amministrativo era già ormai in att,o e con la sentenza del Consiglio di Stato si era arrivati alla fine del processo autorizzativo.
In realtà la Provincia di Taranto guidata da Martino Tamburrano avrebbe potuto fare qualcosa, se soltanto lo avesse voluto… rispettando innanzitutto il voto del Consiglio comunale di Massafra, in quanto il provvedimento VIA-AIA emesso dalla Provincia di nel 2012 aveva una sua naturale scadenza fissata al 07 settembre 2017. Ma poteva mai fare Tamburrano un torto del genere al suo “amico” Tonino Albanese, azionista e rappresentante legale dell’ Appia Energy? I fatti parlano eloquentemente.
La Società Appia Energy presentò non a caso il 25 agosto 2017 un’ istanza di di proroga, a fronte della quale la Provincia di Taranto non esitò un solo attimo, ed infatti dopo soli 5 giorni, cioè il 1 settembre 2017 concedette la proroga richiesta, firmata della dottoressa D’Arcangelo ex segretaria generale del del Comune di Massafra (considerata una “fedelissima” di Martino Tamburrano che l’ ha portata con se alla Provincia di Taranto) insieme al “fido” architetto Lorenzo Natile.
La proroga volendo poteva non esser concessa dalla Provincia di Taranto, sopratutto se si tiene conto che la sentenza del Tar essendo esecutiva permetteva ad Appia Energy di avviare il cantiere, e il 24 luglio 2018 l’ arch. Natile ha predisposto celermente un provvedimento favorevole di riesame dell’AIA l’ Autorizzazione integrata ambientale chiudendo così, di fatto, l’iter amministrativo.
Ma vi è un ulteriore passaggio. Infatti oltre a questo impianto vi è un terzo impianto per “essiccamento e recupero energetico dei fanghi’ impianto termico che produce un fango essiccato con un potere calorifico capace di alimentare una centrale termoelettrica annessa all’essicatore. Anche in questo caso ARPA Puglia espresse parere negativo il 4 luglio 2017. Ma indovinate cosa ha fatto Natile l’11 aprile 2018 ? Puntualmente… ha espresso il proprio parere favorevole ! Soltanto coincidenze..?
Il Comune di Massafra, questa volta guidato dal neo-eletto ed attuale sindaco Avv. Fabrizio Quarto, alla guida di una lista civica che aveva asfaltato alle elezioni amministrative la maggioranza politica di centrodestra di Tamburrano, ha portato davanti al Tar quest’ultima autorizzazione. Ma incredibilmente la Regione Puglia si è addormentata…. proprio quando potrebbe ancora intervenire attraverso due possibilità: revocare la delega data alla Provincia di Taranto nell’erogazione di autorizzazioni VIA AIA, ed opporsi alla sentenza del Consiglio di Stato per sopraggiunti elementi come appunto la scomparsa improvvisa del boschetto.
Un opposizione che a questo punto potrebbe fare anche la Provincia di Taranto. Ma i candidati Rinaldo Melucci (centrosinistra) e Giovanni Gugliotti (centrodestra) avranno mai il coraggio “politico” di mettersi contro il loro “amico” Tonino Albanese ? Abbiamo più di qualche dubbio…. Come dicevano i latini “cogito, ergo sum” (trad. “dubito quindi esisto“). Ed in questo caso il dubbio è molto ma molto vicino alla realtà.
Esiste però secondo noi anche una terza via: quella della magistratura. Fare chiarezza e riportare un pò di legalità dalle parti di Massafra non farebbe male. 5.000 metri quadri di bosco non possono scomparire all’improvviso… ed è per questo motivo che questo articolo è stato da noi inviato alla Procura di Taranto ed alla Guardia di Finanza nonchè alle varie Autorità competenti (come documentiamo sopra) , affinchè vengano effettuate delle dovute necessarie indagini giudiziarie e finalmente fatta chiarezza su una vicenda che definire “torbida“, è sin troppo elegante, trattandosi di vera e propria “spazzatura” a 360 gradi !