ROMA – L’agenzia della Banca del Fucino di piazza Guido Carli, a Vigna Clara è stata svaligiata nella notte tra domenica e lunedì. O forse, addirittura nel weekend.
I ladri hanno portato via il contenuto di tutte le cassette di sicurezza lasciando completamente intatti sia la cassaforte che il bancomat.
La dinamica su come i rapinatori siano riusciti a entrare ancora non è comprensibile: infatti non solo hanno disattivato l’allarme, ma se lo sono persino portato via insieme a tutto il sistema di video sorveglianza, dopo averlo disinstallato e divelto, impedendo agli investigatori della Polizia Scientifica di capire quale sia stata la modalità di ingresso, come siano state raggiunte le cassette di sicurezza e come siano state aperte. Particolari che fanno pensare all’aiuto operativo di un “basista”,utilizzo di chiavi false ed anche la conoscenza dei codici di sicurezza necessari per violare il caveau della banca.
All’interno delle cassetta c’erano gioielli, altri oggetti di valore, documenti sui quali c’è tuttora il massimo riserbo. Come sugli intestatari: liberi professionisti, imprenditori, ereditieri che vivono nella zona e in tutta Roma Nord. Il furto è stato scoperto nella mattina di lunedì 15 ottobre, all’apertura dell’Agenzia. Subito dopo tutti i clienti coinvolti sono stati avvertiti dal direttore.
A indagare il Commissariato della Polizia di Stato di Ponte Milvio, diretto dal vicequestore Rossella Matarazzo, la quale da lunedì mattina insieme ai suoi investigatori sta cercando di ricostruire la dinamica e anche cosa sia stato asportato. Sembrerebbe un furto mirato, su commissione, e viene subito in mente il famigerato furto del 1999 guidato da Massimo Carminati, al caveau della filiale della Banca di Roma interna del Tribunale di piazzale Clodio, quando furono svuotate cassette di sicurezza piene di soldi sì, ma anche di documenti riservatissimi.
Erano molti anni che non si assisteva a un furto di questo genere, e la banca rapinata domenica sera si trovava a pochi metri dal benzinaio ENI di corso Francia, che è stato a lungo il quartiere generale di Carminati, che questa volta però non ha alcuna responsabilità trovandosi chiuso in un carcere del nord.
La Polizia Scientifica ha ispezionato a lungo banca e caveau alla ricerca di tracce ed impronte, acquisendo i filmati della videosorveglianza dei negozi ubicati sotto i portici di piazza Carli e nelle strade adiacenti. Non è chiaro ancora come e quando i “cassettari” si siano dileguati.