TARANTO – Come sempre il CORRIERE DEL GIORNO offre in esclusiva ai nostri lettori i documenti “integrali”dei procedimenti giudiziari più interessanti per l’opinione pubblica, come quello sul contenzioso giudiziario dinnanzi al Tribunale del Lavoro di Taranto fra Doriana Imbimbo, la “staffista” del Sindaco Rinaldo Melucci, costretta alle dimissioni dopo essere stata scoperta di aver mentito sui propri titoli di studio, ed il Comune di Taranto, la cui udienza si terrà domani mattina nel palazzo di giustizia di via Marche a Taranto dinnanzi al Giudice dr. Raffaele Ciquera , in attesa che venga fissato il processo penale che la vede imputata insieme a due dirigenti del Comune di Taranto, Paolo Spano, dirigente della direzione risorse umane, e Marianna Dell’ Erba istruttrice del provvedimento amministrativo.
La circostanza che emerge dall’atto difensivo della Imbimbo è che il Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci (dimissionario da una settimana) e la sua Giunta comunale non hanno mai deliberato la revoca o l’annullamento delle mansioni dell’ Imbimbo , legittimando in un certo qual modo la truffa fatta al Comune di Taranto, accertata dalle indagini disposte dal Procuratore capo della repubblica di Taranto dr. Carlo Maria Capristo e del suo aggiunto dr. Maurizio Carbone, che lo scorso 16 ottobre ne hanno chiesto il rinvio a giudizio dinnanzi al Tribunale Penale di Taranto.
CdG causa Imbimbo_comune-compressedL’ avvocato Misserini legale della Imbimbo, nel suo ricorso difensivo, smentisce anche le patetiche difese d’ufficio del consigliere comunale Piero Bitetti, considerato a Taranto, la “stampella della maggioranza del Sindaco Melucci, il quale manifestando la sua palese ignoranza in materia amministrativa (viene da una famiglia di macellai) in recenti interviste ha sostenuto che la Imbimbo avrebbe percepito soltanto 50 euro al mese in più, mentre invece la somma illegittimamente percepita è esattamente il triplo, e cioè 143,00 euro.
Quanto asserito dell’ Avv. Misserini a difesa della Imbimbo a questo punto, potrebbe di fatto indurre la procura di Taranto (che sul punto dimostra di essersi “distratta” un pò…) a procedere anche nei confronti della Giunta del Comune di Taranto per aver omesso di deliberare la sanatoria della situazione amministrativa e lavorativa della Imbimbo, la quale peraltro come ben noto a tutti, ha continuato ad affiancare dall’esterno l’attività di comunicazione del sindaco Melucci peraltro senza avere alcun titolo per farlo.
Il legale della Imbimbo nello spericolato tentativo di difendere la sua assistita, nella sua memoria arriva a sostenere che per fare parte dello staff del sindaco non occorre alcun titolo di studio (vero !) dimenticando evidentemente però che il motivo del contendere è aver dichiarato il falso e cioè di essere in possesso di un titolo di laurea, per percepire un compenso ed un inquadramento economico ben superiore a quello realmente dovuto.
Resta da vedere se domani in Tribunale comparirà il sindaco dimissionario Melucci in rappresentanza del Comune , che peraltro sino a qualche giorno fa prima della sua”trombatura” politica alle recenti elezioni Provinciali di Taranto, dove persino dei consiglieri comunali della sua risicata maggioranza gli hanno voltato palesemente contro, allorquando girava in campagna elettorale nei comuni della provincia tarantina con l’ormai ex- staffista Imbimbo al seguito,
Il nostro giornale non si è mai sostituito giornalisticamente a qualsiasi tribunale o giudice al contrario di altri “scribacchini” tarantini che si esibiscono spesso e soventi in tesi e teoremi giudiziari sotto mentite spoglie di articoli giornalistici (peraltro carenti dal punto di vista della competenza giuridica) , e quindi a questo punto non ci resta che attendere due giudizi: quello del Tribunale del Lavoro e successivamente del Tribunale Penale di Taranto, dove siamo certi e fiduciosi che la giustizia farà il suo corso.
Non possiamo esimerci con l’occasione dal segnalare l’ennesima anomalia del Palazzo di Giustizia tarantino, dove esercitano attività legale l’ avvocato Giuseppe Misserini e sua sorella, Fulvia Misserini. giudice a latere del maxi-processo “Ambiente Svenduto” sull’ ILVA di Taranto.