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22 Novembre 2024 05:18

Di Maio deve essere cacciato dall’ Ordine dei Giornalisti. L’unico vero “sciacallo“ è lui !

Per il presidente dell' Ordine Nazionale dei Giornalisti Carlo Verna le gravi offese dei grillini "Sono espresse nell'esercizio del suo mandato e per questo non prendo iniziativa di trasmetterli al consiglio di disciplina dell'Ordine dei Giornalisti della Campania cui è iscritto Luigi di Maio". Insieme a Di maio dovrebbe dimettersi anche Verna !!!

di Antonello de Gennaro

Leggere le dichiarazioni di un ministro, come il vicepremier Di Maio che coglie l’occasione per sferrare un attacco violento alla stampa: “Il peggio in questa vicenda lo hanno dato la stragrande maggioranza di quelli che si autodefiniscono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli, che ogni giorno per due anni, con le loro ridicole insinuazioni, hanno provato a convincere il Movimento a scaricare la Raggi” non può lasciarci silenti ed indifferenti, sopratutto quando per puro caso…quel politico è iscritto all’ Ordine dei Giornalisti della Campania, come risulta nel suo curriculum  come “giornalista pubblicista”  grazie alla sua collaborazione con un settimanale locale, Paese Futuro, che ha sede a Pomigliano d’Arco, dove il numero due di Palazzo Chigi vive con la sua famiglia.

Secondo quanto pubblicava il 9 febbraio 2017 il quotidiano IL GIORNALE , Luigi Di Maio figurerebbe nell’elenco dei morosi: sarebbero almeno due le annualità che l’ex vicepresidente della Camera dei deputati che a quella data non avrebbe ancora saldato. Sulla presunta inadempienza, Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, non si sbottonava : “Si tratta di dati sensibili”. Gli stessi “dati sensibili” (poco…)  che invece l’ Ordine dei Giornalisti del Lazio ha rivelato sul sottoscritto ai soliti “amichetti” del sindacato, salvandosi in tribunale da una folle provvedimento di un Gip poco amato e stimato a Milano, “spedito” a Roma, dove evidentemente vuole far parlare di se.

Probabilmente nell’ Ordine dei Giornalisti qualcuno ha paura di Di Maio e del M5S se si permette ad un iscritto all’ Ordine di affermare impunemente ” la stragrande maggioranza di quelli che si autodefiniscono ancora giornalisti, sono solo degli infimi sciacalli, che ogni giorno per due anni, con le loro ridicole insinuazioni, hanno provato a convincere il Movimento a scaricare la Raggi“.

dall’ edizione online del quotidiano LA REPUBBLICA

Il delirio del vicepremier non si è limitato ai soli giornalisti  mettendo sotto accusa l’intero sistema dei media in Italia: “La vera piaga di questo Paese è la stragrande maggioranza dei media corrotti intellettualmente e moralmente. Gli stessi che ci stanno facendo la guerra al Governo provando a farlo cadere con un metodo ben preciso: esaltare la Lega e massacrare il Movimento sempre e comunque. Presto faremo una legge sugli editori puri, per ora buon Malox a tutti!“.

dall’ edizione online del quotidiano LASTAMPA

A dare manforte a Gigino da Pomigliano d’ Arco, come lo chiama il Governatore campano De Luca, è arrivato Alessandro Di Battista su Facebook che ha definito la categoria: Giornalisti pennivendoli-puttane“. affermando dopo l’assoluzione della sindaca di Roma, Virginia Raggi: “Oggi la verità giudiziaria ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà. Ma i colpevoli ci sono e vanno temuti. I colpevoli sono quei pennivendoli che da più di due anni le hanno lanciato addosso tonnellate di fango con una violenza inaudita. Sono pennivendoli, soltanto pennivendoli, i giornalisti sono altra cosa“.  Ma chi è questo Di Battista per giudicare chi è giornalista e chi no ? Se lo fa spiegare forse da Casalino…?

Le liste di proscrizione dei giornalisti del M5S

Ma i “grillini” non sono nuovi a queste uscite. Infatti tempo fa, quando era ancora in carica il presidente nazionale dell’Ordine Enzo Iacopino il quale sarebbe andato negli uffici della Camera dei deputati, per farsi consegnare dal pubblicista Di Maio l’elenco dei giornalisti che il M5S voleva  mettere al bando. Una visita cui fece seguito il silenzio totale dell’Ordine dei Giornalisti sulla vicenda, fino a quando lo stesso Di Maio non ha diffuso su Facebook i nomi dei giornalisti inseriti nella lista di proscrizione.

dal quotidiano online Huffington Post

“Faccio presente che la lista dei nomi dei giornalisti che secondo noi hanno danneggiato il Movimento Cinque Stelle mi era stata chiesta dal presidente dell’Ordine dei giornalisti attraverso un comunicato apposito” disse  Di Maio. Iacopino  gli aveva replicato: “Confermo, ho chiesto all’onorevole Luigi Di Maio di indicare specifiche responsabilità astenendosi da generalizzazioni che di fatto criminalizzano l’intera categoria giornalistica. Il problema non è la segnalazione all’Ordine di quanti il Movimento ritenga responsabili di un comportamento scorretto. Il problema deriva dalla diffusione dei nomi degli stessi che può, indirettamente, provocare azioni e reazioni che mi piace pensare siano estranee alla cultura del presidente Di Maio ma che i colleghi in troppe occasioni hanno potuto conoscere e hanno sofferto sulla loro pelle“.

Il segretario del Sindacato unitario ( o meglio…unico) dei giornalisti della Campania, Claudio Silvestri, presentò  un esposto al Consiglio di Disciplina dell’Ordine regionale dei giornalisti della  Campania su quanto dichiarato dal  giornalista pubblicista  Luigi Di Maio . Intento dell’esposto era quello di verificare “se con il suo comportamento l’onorevole Di Maio abbia compromesso la dignità, il decoro e la credibilità della professione, considerato che le sue parole sono in chiaro contrasto con il dovere di tutti i giornalisti, sancito dalla legge professionale, di promuovere la fiducia fra la stampa e i lettori“.

Silvestri evidenziava sulla vicenda che “la durezza, la veemenza e i toni con i quali l’onorevole Di Maio si è scagliato contro numerosi colleghi, arrivando a redigere una lista di giornalisti “sgraditi” che ricorda le liste di proscrizione, rappresentano non soltanto un tentativo di esporre alla pubblica gogna i giornalisti che si stanno occupando del “caso” Roma, ma anche un modo per compromettere la credibilità di un’intera categoria agli occhi dell’opinione pubblica“. Con un comunicato il Sindacato dei giornalisti della Campania annunciava che avrebbe verificato se vi fossero gli estremi per ricorrere anche in altre sedi. Come al solito solo tante parole inutili….

L’ Ordine della Campania dopo l’annuncio di una lista di proscrizione, si era attivato e ha convocato in audizione il “giornalista pubblicista” Di Maio per il quale stava valutando l’ipotesi di un deferimento al Consiglio di disciplina. “Le liste di proscrizioni sono inaccettabili“, spiega il presidente campano Lucarelli. che aggiunse “Quelle del nostro iscritto Di Maio sono parole inopportune perché rappresentano una pericolosa invasione del potere politico nella libertà di informazione ma soprattutto perché arrivano da un rappresentante della nostra categoria“. Ma guarda caso non venne preso alcun provvedimento !

Legittimo chiedersi a questo punto cosa aspettano l’ Ordine dei Giornalisti della Campania ed  il Consiglio Nazionale dell’ Ordine dei Giornalisti ad aprire una volta per tutte  un procedimento contro Di Maio e cacciarlo dall’ Ordine dei Giornalisti  (se esiste ancora…) ? Di cosa hanno paura i nostri colleghi eletti all’ Ordine, per rappresentare e tutelare la nostra professione ?

Leggo delle dichiarazioni rilasciate da Carlo Verna, presidente dell’ Ordine Nazionale dei Giornalisti, all’ Agenzia Italia,  a proposito di quanto detto da Luigi Di Maio dopo la sentenza Raggi, nei confronti di giornalisti (“infimi sciacalli“) e rimango allibito: “Mentre da cittadino mi chiedo se sia questo il modo di esercitare un alto mandato, da presidente dei Giornalisti gli chiedo di valutare seriamente la possibilità di lasciare spontaneamente la nostra comunità, nella quale ha diritto di stare, ma in cui chi si comporta così non è assolutamente gradito” . Che ha aggiunto  “I giudizi del ministro  si commentano da soli come è stato già stigmatizzato dai colleghi della Fnsi. Sono espressi nell’esercizio del suo mandato e per questo non prendo iniziativa di trasmetterli al consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti della Campania cui è iscritto” , aggiunge Verna, per il quale evidentemente un parlamentare è legittimato dal chiamare “sciacallo“, “infame“, “puttana” un giornalista , chiunque esso sia ! Ecco perchè ancora una volta mi vergogno di avere lo stesso tesserino di certi colleghi.

Una volta tanto devo riconoscere di trovarmi assolutamente d’accordo con la FNSI. che ha così commentato “molti di quei cronisti oggi insultati hanno denunciato in anticipo Mafia Capitale e non hanno risparmiato nulla neppure al precedente sindaco, Ignazio Marino. Ieri andavano bene e oggi no?”  “Di Maio e chi, come lui fra i 5 Stelle, sogna un’informazione al guinzaglio – proseguono i vertici della Fnsideve farsene una ragione: non saranno le minacce e neppure gli insulti a impedire ai giornalisti di fare il loro lavoro. Le sue frasi sono la spia del malessere di chi vede vacillare un consenso elettorale costruito su annunci e promesse irrealizzabili“.

Quanto agli ‘infami’ e agli ‘sciacalli’, concludono  Giulietti e Lorusso  della Federazione Nazionale della Stampa Italiana,  “è sicuro, il vicepremier, di non parlare anche di se stesso, considerato che il suo nome continua a figurare fra quelli degli iscritti all’Ordine dei giornalisti?“.

Assistendo ad un desolante ed imbarazzante comportamento del mio Ordine professionale  ho deciso quindi di presentare una querela nei confronti di Di Maio e Di Battista per “diffamazione” e contemporaneamente ho deciso che questo giornale non pubblicherà mai più una sola parola sul M5S, dando la dovuta attenzione alle inchieste della magistratura su tutti i misfatti di questi “arroganti” incompetenti allo sbaraglio. A partire dall’inchiesta sullo stadio della Roma….

Sono molto curioso di vedere quanti e quali colleghi, “puttane”, “avvoltoi”, “sciacalli” continueranno a dare attenzione a questa parte della politica che definire “feccia” è sin troppo generoso ed elegante.

Poi però per cortesia, cari colleghi (veri) non lamentatevi…

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Grazie, Antonello de Gennaro

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