di Federica Gagliardi
E’ fallito il tentativo di TIM di bloccare questa novità. Il Tar del Lazio, a cui l’operatore telefonico si era rivolto con un proprio ricorso , ha respinto la richiesta di sospensiva della delibera AGCOM, che istituisce questa ritrovata libertà. Il Tar non ha accordato la sospensiva richiesta d’urgenza daTIM per la complessità delle questioni sottoposte all’esame del Collegio che “non ha consentito di poter apprezzare l’evidenza del ‘fumus’ senza gli adeguati approfondimenti istruttori e valutativi da rimettere, opportunamente, alla fase di merito“.
I giudici amministrativi hanno ritenuto che “gli importi, ad avviso della società ricorrente, assai elevati (e quantificati in circa euro 350 milioni) che Tim, per effetto dell’applicazione della delibera in oggetto, perderebbe per il mancato incasso dei corrispettivi residui delle rate di vendita (o noleggio) dei modem forniti all’utenza, oltre a non essere stati dimostrati, allo stato, in modo evidente e ad essere, recuperabili in caso di esito giudiziale favorevole, debbono essere comunque rapportati al patrimonio di un soggetto imprenditoriale come Tim (19,8 miliardi di ricavi nel 2017)“.
Quindi a partire dal 1 gennaio 2019 per tutti gli utenti italiani ci sarà libertà di modem e potranno liberamente scegliere il proprio modem da utilizzare con cui connettersi da rete fissa ad internet , senza essere più obbligati ad utilizzare ed in alcuni casi (come con TIM e Vodafone) a pagare, a caro prezzo quello imposto dagli operatori, una mossa però che violava le leggi europee sulla neutralità della rete. Tutto questo rappresenta una vera liberalizzazione del mercato, che consente ed offre più possibilità di scelta, di risparmiare o di usare addirittura modelli più potenti e sofisticati, più conformati alle proprie esigenze reali. Ma sopratutto più “trasparenti“.
Basti pensare che alcuni modelli imposti dagli operatori, sinora non consentivano di visualizzare il “log” dei disservizi della propria connessione, per sottrarre agli utenti lo strumento principale e necessario per reclamare con l’operatore ed ottenere gli indennizzi previsti dal Regolamento AGCOM. La libertà di modem avrà valore anche sui vecchi contratti, garantendo la possibilità per gli utenti di restituire quello attualmente utilizzato, imposto dagli operatori. “Inoltre – recita la delibera AGCOM – nel caso di recesso, la mancata restituzione di un’apparecchiatura terminale non utilizzata dall’utente, ancorché ceduta a titolo non oneroso, non dovrà generare oneri aggiuntivi per l’utente”.
Il Tar in ogni caso dovrà andrà avanti, anche perchè hanno fatto ricorso anche i gestori Fastweb e Vodafone, e quindi si attende una decisione finale sulla vicenda in questione, ma data la tempistica della giustizia amministrativa, la prossima udienza è stata fissata per ottobre 2019.
L’ attuale ultima decisione del Tar in definitiva rappresenta una buona notizia per gli utenti delle compagnie telefoniche, e bisogna anche ricordare che la libertà di modem sarebbe già dovuta scattare, ma con una successiva delibera l’ AGCOM, cioè l’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ente pubblico che si mantiene grazie ai contributi a carico degli operatori telefonici previsti per Legge, l’ aveva di recente rinviata a fine anno.