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24 Novembre 2024 16:04

Multa da 678 milioni del’ Antitrust alle società finanziarie automobilistiche

Scoperto un cartello che coinvolge i principali gruppi in Italia che aveva realizzato uno "scambio di informazioni sensibili relative a quantità e prezzi, anche attuali e futuri". Ecco cosa si scrivevano le società finanziarie alla faccia della concorrenza !

ROMA – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato meglio nota come Antitrust ha accertato l’esistenza di un cartello delle principali captive banks e dei relativi gruppi automobilistici operanti in Italia nel settore della vendita di autoveicoli mediante prodotti finanziari, nonché delle relative associazioni di categoria ed ha erogato pesanti sanzioni pecuniarie per un totale complessivo di circa 678 milioni “in considerazione della gravità e della durata dell’infrazione” . L’istruttoria è stata avviata , come si legge in una nota, a seguito della presentazione di una domanda di clemenza da parte delle società Daimler AG e Mercedes Benz Financial Services Italia.

Nelle 114 pagine del provvedimento, l’Antitrust ricostruisce tutta la vicenda che viene indicata come un un “pervasivo e regolare scambio di informazioni, bilaterale e multilaterale, anche in sede associativa, avente a oggetto le politiche commerciali delle parti relative alle condizioni economiche e contrattuali applicate ai concessionari e ai consumatori finali, quali, ad esempio, il tasso base, il TAN, il TAEG, le spese applicate agli acquirenti nonché i volumi dei prodotti finanziari collocati, tramite contatti bilaterali e multilaterali”.

E’ stato possibile smascherare questo “cartello” solo grazie alla collaborazione della finanziaria di Mercedes Daimler che ha consegnato all’Autorità 145 documenti che provavano l’esistenza “di un’intesa segreta (cartello) posta in essere attraverso un pervasivo scambio di informazioni sensibili tra le principali captive banks” che “ha avuto luogo almeno a partire dal 2003 e fino al 2017” e si è basata su “contatti diretti bilaterali e multilaterali tra le imprese, corredati dalla compilazione e dall’invio di form, anche strutturati, denominati ad esempio ‘benchmarking for success’”.

Il cartello secondo quanto accertato dall’Antitrust, ha realizzato uno “scambio di informazioni sensibili relative a quantità e prezzi, anche attuali e futuri“. Le società coinvolte sono Banca PSA Italia, Banque PSA Finance, Santander Consumer Bank, BMW Bank, BMW AG, Daimler AG, Merceds Benz Financial Services Italia, FCA Bank, FCA Italy, CA Consumer Finance, FCE Bank, Ford Motor Company, General Motor Financial Italia, General Motors Company, RCI Banque, Renault, Toyota Financial Services, Toyota Motor Corporation, Volkswagen Bank, Volkswagen, nonché le associazioni di categoria Assofin ed Assilea.

“In un’ottica di collaborazione tra case concorrenti (…tutto il mondo è paese…), ti chiederei se puoi rispondere alle seguenti domande: a) ci sono campagne in essere per l’anno 2004? Ci sono dei contributi a carico dei concessionari su alcune campagne? E se si è calcolato con % o flat? b) qual è il regime dei valori residui nel leasing? Sono differenziati per modello/motorizzazione? c) C’è un buy back obbligatorio a carico dei vostri concessionari?”.  Così si legge in una mail del gennaio 2004 inviata da Bmw Bank a Mercedes Fs, le società finanziarie delle due case automobilistiche tedesche, riportata dall’Agcm nel testo del provvedimento con cui l’Antitrust ha inflitto la pesante multa da oltre 678 milioni di euro ad alcuni tra i principali costruttori di auto e le rispettive captive banks.

Nel corso degli anni lo scambio di mail tra le varie società di finanziamento si è intensificato e, si aggiungono richieste di dettagli o precisazioni alle informazioni base, , come quella formulata da Banque PSA Finance a Fca, Bmw e Mercedes nel 2008: Che azioni avete intrapreso in seguito al recente aumento di 25 punti del costo del denaro comunicato dalla Bce? Avete ritoccato i tassi dei vostri prodotti o l’importo delle spese pratica? Se ancora non avete messo in atto manovre correttive, pensate di farlo ‘a breve’ o rimandate tutto al 2009?”. E di seguito:  “Avrei bisogno della Vostra collaborazione per sapere, se a causa delle recenti alluvioni del Veneto, avete intenzione di effettuare come società finanziaria qualche iniziativa. Es. Sospensione dei pagamenti, extra sconto a chi ha perduto l’auto, tasso agevolato, fondo di aiuto, etc”, si scrivevano tra di loro tutte le società finanziarie coinvolte.

L’intesa restrittiva della concorrenza, tra il 2003 e il 2017, è stata funzionale ad alterare le dinamiche concorrenziali nel mercato della vendita di automobili dei gruppi di appartenenza attraverso finanziamenti erogati dalle rispettive captive banks. L’Autorità ha altresì riconosciuto il beneficio dell’immunità totale dalla sanzione a favore delle società Daimler AG e Mercedes Benz Financial Services Italia che, in qualità di “leniency applicant“, hanno così evitato l’imposizione di una sanzione superiore a 60 milioni.

Un intenso carteggio durato una quindicina d’anni, tra le “finanziarie” che fanno capo alle case automobilistiche – quelle che erogano i finanziamenti ai clienti che acquistano un’auto a rate o in leasing – che coinvolge anche i vertici e dimostra come le società coinvolte si siano scambiate tutta una serie di informazioni sensibili su quantità e prezzi delle vetture in vendita, creando così un vero e proprio “cartello”  in danno dei consumatori calpestando il principio della concorrenza e del mercatoutilizzando persino una modulistica preimpostata per condividere le informazioni.

 

Accordi e contatti assidui e sottobanco per concordare il tasso e le condizioni da offrire, alterando di fatto il mercato e la libera scelta del consumatore di acquistare una vettura piuttosto che un’altra, sfruttando anche una sana concorrenza sulle modalità di finanziamento.

Chiedo la cortesia di potermi informare relativamente alla tipologia e alle condizioni (costi, margini, contributi…) dei servizi offerti”, chiedevano con una mail del 18 maggio 2004 quelli di Banque Psa Finance a Bmw Bank, Fca Bank, Fce Bank, Gmf, Rci Banque, Mercedes Fs. Ed iò, 28 giugno 2004, oggetto della mail: “Tassi”.  “Scrivo per chiedere la cortesia di comunicarmi i tassi standard (i più alti e i più bassi) da voi applicati”, si informano Banque Psa Finance, Volkswagen Bank, Bmw Bank, Mercedes Fs.  Ancora:  “Sul leasing, ieri ho chiesto le info solamente ai maggiori competitor di Alfa Romeo individuati oltre a Mercedes/Daimler in Audi/Volkswagen e Bmw”, richieste da cui, come sottolinea l’Antitrust nel suo provvedimento, “emerge chiaramente il rapporto di concorrenza tra le captives”.

Nel 2007 le captive a Toyota, Bmw, Mercedes, Fca e Volksvagen si scrivevano: Quello che interessa sono le spese realmente sostenute e non quelle riportate dai fogli illustrativi esposti presso le concessionarie”, precisavano . Una frase questa, che testimonia come lo scambio di informazioni all’interno del cartello avesse ad oggetto dati non pubblici e altrimenti non acquisibili. Così si è sviluppata una vera e propria sinergia tra le società nella stesura dei piani di marketing , tra il 2009 e il 2013, “Immagino che tutti noi markettari nei prossimi mesi saremo impegnati a dare il meglio per il piano marketing. Per questo motivo Vi chiedo se possiamo scambiarci le informazioni di pricing”, scrivono quelli di Mercedes a Fca in una mail che prova come le finanziarie siano arrivate ad elaborare insieme anche i listini e le strategie di vendita.

Nella stessa direzione in un’altra email del 13 settembre 2007, relativa alle condizioni economiche applicate alle assicurazioni in caso di leasing, si legge ad esempio, : “So che in questo periodo siamo tutti molto presi dal piano marketing ma è proprio per questo che a partire da oggi vi chiedo la massima collaborazione e sollecitudine nel benchmark che sto per proporvi. Ovviamente siamo tutti a disposizione per ulteriori scambi”. Aggiungendo: “Ho pensato potesse esserci utile anche uno scambio periodico di informazioni sulle condizioni praticate”.

Le reazioni

Altroconsumo, via a class action, con un’azione collettiva risarcitoria per compensarei contratti gonfiati conclusi dai clienti in concessionaria per l’acquisto di un’auto” con finanziamenti. E’ l’iniziativa annunciata in una nota da Altroconsumo che “vuole supportare le centinaia di migliaia di consumatori coinvolti nell’attività illegittima sanzionata oggi dall’Antitrust per cartello”. L’Organizzazione sottolinea che “il comportamento anticoncorrenziale ha avuto conseguenze sulla trasparenza delle offerte ai consumatori. Chi è entrato in concessionaria auto per un acquisto a rate ha trovato pacchetti predefiniti che includevano prestiti, polizze auto o a copertura del credito finanziate. Automobilisti indotti a comprare prodotti abbinati, ricevendo informazioni distorte. Offerte allineate verso l’alto guidate dagli scambi di informazioni tra i soggetti sanzionati dall’Antitrust: una fetta enorme del mercato auto“.

Anche il Codacons lancia una class action e presenta una denuncia penale a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia dopo la multa dell’Antitrust a case automobiliste e società finanziarie per cartello anti-concorrenza sui finanziamenti per l’acquisto di automobili, . “Considerata la gravità della questione, crediamo ci siano gli estremi per un intervento della magistratura – spiega una nota dell’ associazione di consumatori – Il comportamento messo in atto dagli operatori sanzionati ha avuto effetti diretti sulle tasche dei consumatori attraverso un illecito rialzo delle tariffe, e potrebbe aver realizzato il reato di truffa aggravata, fattispecie per la quale chiediamo oggi a 104 Procure di procedere in tutta Italia“. A favore degli automobilisti danneggiati, il Codacons lancia inoltre una class action finalizzata a far ottenere a coloro che hanno contratto finanziamenti con le società sanzionate il risarcimento dei danni subiti. Tutti gli interessati possono inviare una mail all’indirizzo info@codacons.it e riceveranno istruzioni su come agire a loro tutela.

 Assilea valuterà l’opportunità di impugnare la decisione dell’Antitrust dinanzi al Tar del Lazio,affinché quest’ultimo possa confermare la piena correttezza e legittimità dell’operato dell’Associazione e la sua totale estraneità all’intesa contestata alle captive banks“. Lo annuncia l’associazione in una nota in cui si dichiara “del tutto estranea alle intese restrittive del mercato dei finanziamenti auto contestate dall’Autorità garante ad alcuni operatori“. “Per loro natura i dati diffusi da Assilea non sono utili ad agevolare la costituzione di un cartello, in quanto non danno indicazioni dei comportamenti competitivi delle captive del settore Automotive”, dichiara il Presidente di Assilea, Enrico Duranti.La stessa Autorità antitrust ha riconosciuto che l’Associazione ha volontariamente e autonomamente adottato un programma di compliance antitrust in linea con i più elevati standard internazionali a datare dal giugno 2016, cioè circa un anno prima dell’avvio del procedimento, a riprova dell’attenzione per l’attività di tutela dei consumatori”.

Anche Assofin ha annunciato che presenterà ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro la decisione dell’Antitrust di sanzionare case automobilistiche e società finanziarie ritenute responsabili di aver creato un cartello nel mercato di finanziamenti e leasing per la vendita di automobili. “Assofin non può condividere le conclusioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in quanto è estranea a qualsiasi intesa restrittiva della concorrenza nel mercato del collocamento di finanziamenti e contratti di leasing per la vendita di automobili” si legge in una nota dell’associazione in cui si “ribadisce che nessuna intesa di questo tipo è stata posta in essere, perseguita o comunque promossa o agevolata da Assofin. L’associazione presenterà quindi ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale avverso questo provvedimento dell’AGCM, certa che la totale estraneità di Assofin rispetto alle accuse che le sono state rivolte sarà riconosciuta dalla giustizia amministrativa”.

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