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22 Novembre 2024 07:43

Il magistrato arrestato Nardi chiede il trasferimento dal carcere di Lecce: “Ci sono ergastolani che ho giudicato”

Secondo i difensori dei personaggi di spicco della criminalità organizzata potrebbero avere sentimenti di vendetta nei confronti del magistrato pugliese, per il ruolo ricoperto di giudice a latere in Corte d'Assise nel maxi processo "Dolmen" contro la mafia del nord Barese
Michele Nardi

ROMA – Gli avvocati difensori di Michele Nardi del sostituto procuratore della repubblica presso il Tribunale di Roma , arrestato lo scorso 14 gennaio dalla magistratura salentina per corruzione in atti giudiziari assieme al collega Antonio Savasta, hanno chiesto il trasferimento per motivi di sicurezza del proprio assistito, in un carcere diverso da quello di Lecce . La richiesta dei difensori è stata depositata al gip di Lecce Giovanni Gallo, che ha emesso la misura cautelare, ed è subordinata ad una richiesta di applicazione degli arresti domiciliari che,  quest’ultima difficilmente potrà essere accolta.

L’accusa dei pm leccesi nei  confronti dei magistrati Nardi e Savasta, è di aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata ad intascare tangenti per insabbiare indagini e pilotare sentenze giudiziarie e tributarie in favore di facoltosi imprenditori. I  due magistrati sono stati arrestati con accuse pesanti a loro carico di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale, per  dei fatti contestati che si riferiscono al periodo in cui entrambi prestavano servizio al Tribunale di Trani.

La richiesta di trasferimento del magistrato dal carcere leccese di Borgo San Nicola ad un’altra struttura detentiva, qualora il gip dovesse rigettare la richiesta di domiciliari, avrebbe giustificazione dalla presenza nel carcere salentino di numerosi detenuti condannati all’ergastolo allorquando Nardi era in servizio a Trani, facendo il giudice a latere in Corte d’Assise nel maxi processo ‘Dolmen’contro la mafia del nord Barese. Secondo le ipotesi dei difensori i detenuti ristretti nel carcere di Lecce, tutti esp0nenti di “peso” nella criminalità organizzata, potrebbero avere sentimenti di vendetta nei confronti del magistrato pugliese.

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