25 vagoni sarebbero stati acquistati e ristrutturati ad un prezzo doppio rispetto a quello di mercato: 22,5 milioni anziché 11,2 costituendo una vera e propria presunta truffa milionaria ai danni dello Stato. La Procura presso la Corte dei Conti della Puglia, ha incaricato i militari della Guardia di Finanza di Bari hanno eseguito un sequestro conservativo di beni nei confronti di Luigi Fiorillo, tarantino, ex-esponente democristiano, “riciclatosi” nella Seconda Repubblica, amministratore unico della società Ferrovie del Sud-Est, società completamente a partecipazione pubblica, e l’ ex dirigente tecnico Nicola Alfonso.
A maggio dello scorso anno venne già preposto un sequestro per equivalente fino alla concorrenza di 14 milioni di euro sui beni della società di proprietà del Ministero delle Infrastrutture.
I fatti contestati sono emersi nell’ambito di un’inchiesta svolta dalla Guardia di Finanza e condotta dalla pm Isabella Ginefra relative a presunti sprechi ed esborsi antieconomici connessi ad acquisti di circa 50 vagoni ferroviari effettuati dalle Ferrovie Sud-Est tra il 2006 ed il 2009.
L’ipotesi dei magistrati contabili è che di fatto si sia provocato un importante danno erariale al patrimonio della società Ferrovie Sud-Est interamente in mano pubblica. Contestualmente ai due dirigenti è stato notificato un atto di “invito a dedurre” ed una diffida a pagare il danno. nei confronti dello Stato. Sono stati sottoposti a sequestro un appartamento di 5 vani ed il 50% di un locale-box di proprietà di Nicola Alfonso.
Le Ferrovie Sud-Est, con i loro 474 km di linea ferroviaria costituiscono la più lunga rete “privata” d’Italia: sono di proprietà dello Stato, che ha recentemente dato l’assenso al trasferimento della concessione alla Regione Puglia, cessione sulla quale sono in corso verifiche patrimoniali e tentativi di accordo politico. Negli ultimi anni le Ferrovie Sud-Est avevano effettuato una lunga serie di acquisti di carrozze e motrici, allo scopo di ammodernare il parco rotabile che serve la parte centro-meridionale della Puglia.
La truffa
Si tratta di un’operazione strutturata in tre passaggi: le Ferrovie Sud-Est hanno acquistato inizialmente da due società tedesche 25 carrozze passeggeri dismesse, pagandole 37.500 euro ciascuna, per un totale complessivo di 912.000 euro; in seguito, la stessa società barese ha venduto le 25 carrozze, nello stesso stato in cui si trovavano, ad una società polacca incaricata di eseguire interventi di ristrutturazione al prezzo di 280.000 euro ciascuna, ottenendone quindi un ricavo di 7.000.000; le Ferrovie Sud-Est hanno riacquistato infine, le 25 carrozze “revampizzate”dalla società polacca al prezzo di 900.000 ciascuna, pagando 22.500.000 euro complessivi.
Dalle indagini della Guardia di Finanza e dalle risultanze di una consulenza tecnica di ufficio rilasciata da un esperto dal settore, è emerso che in realtà il prezzo valutato congruo per il riacquisto sul mercato dei vagoni ristrutturati era di 11.206.000 euro, cioè la metà di quanto era stato pagato dalle Ferrovie Sud Est, società che è interamente in mano pubblica. Pertanto sono stati sottoposti a sequestro un appartamento di 5 vani ed il 50 per cento di un locale-box di proprietà di Nicola Alfonso a Casamassima, nonchè tutte le somme spettanti da enti previdenziali, ai due indagati da parte della società Ferrovie Sud-Est, e quelle depositate a loro nome presso banche ed istituti di credito fino all’importo complessivo del sequestro. Ai due manager è stato notificato contestualmente un atto di “invito a dedurre” ed una diffida legale a pagare e rimborsare il danno causato.
Una delle tre società, di bandiera estera, sarebbero coinvolte nella presunta truffa milionaria. Nel provvedimento della Corte dei Conti si legge che “Le indagini hanno accertato gli inequivocabili legami tra Carlo Beltramelli (imprenditore bolognese, ndr) e gli odierni destinatari dei provvedimenti di sequestro nella commissione degli illeciti. In tutte le operazioni, dalla fase delle trattative fino alla fase di “revampizzazione” e di rivendita (dei vagoni, ndr), – scrivono i magistrati contabili riferendosi all’informativa della Guardia di Finanza – sono intervenute una serie di società, tutte riconducibili a Carlo Beltramelli”.
In particolare la Sil (Servizi di informazione e lavoro) e la polacca Varsa, società controllate dalla Fiblen srl, anch’essa «pure di proprietà di Beltramelli». Secondo gli investigatori, quindi, «la scelta della Varsa che ha acquistato, ristrutturato e rivenduto a Fse le 25 carrozze ferroviarie ad un prezzo doppio rispetto a quello di mercato ( come si legge nel provvedimento della Corte dei Conti) era stata effettuata per l’unica ragione che “la stessa fosse riconducibile a Beltramelli“. L’operazione, secondo i magistrati contabili, sarebbe stata effettuata, inoltre, in completa “violazione della norma sugli appalti pubblici……senza la necessaria verifica dei requisiti morali . Marco Marzocchi il legale rappresentante della Varsa , ritenuto un “prestanome” di Beltramelli, è pregiudicato per ricettazione, e sottoposto a mandato di cattura europeo nell’ambito di Schengen“.
I finanzieri evidenziano la “sussistenza di fenomeni corruttivi” nel favorire Beltramelli . In particolare, l’acquisto “di una Bmw intestata ad Alfonso che risulterebbe essere stata interamente pagata da Beltramelli” ed “assegni pari a 5mila euro” intestati all’imprenditore bolognese “quale regalo di nozze” alla figlia ed il genero di Alfonso, “a dimostrazione della frequentazione abituale e della convivialità che legava i protagonisti pubblici e privati della vicenda“.