ROMA – I Carabinieri del Ros stanno eseguendo a Mussomeli, nel Nisseno, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 17 indagati a vaio titolo per associazione mafiosa, omicidio, estorsione e traffico di stupefacenti. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Caltanissetta, hanno permesso di ricostruire le dinamiche interne al mandamento mafioso, facendo luce anche su l’omicidio di Gaetano Falcone, avvenuto a Montedoro il 13 giugno del 1998. Documentata inoltre la pressione estorsiva sul territorio ai danni di imprenditori e commercianti e un fiorente traffico di sostanze stupefacenti.
Il mandamento di Mussomeli. Il provvedimento cautelare colpisce gli appartenenti alle famiglie mafiose ricadenti nel mandamento di Mussomeli , composto dalle famiglie di Campofranco, Montedoro, Serradifalco, Sutera, Bompensiere, oltre che quella di Mussomeli. L’articolata attività investigativa dei Carabinieri vede fra i principali indagati il boss Domenico “Mimmi” Vaccaro (al 41 bis), Calogero Modica, Claudio Rino Di Leo ed Antonio Calogero Grizzanti .
I Carabinieri del Ros attraverso pedinamenti ed intercettazioni telefoniche, hanno ricostruito la supremazia del boss Domenico “Mimmi” Vaccaro legato da vincoli di parentela con Claudio Rino Di Leo, 58 anni, arrestato per associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, rapina, reati concernenti le armi.
Lo spaccio di droga. La “famiglia” di Mussomeli, esponente di Cosa Nostra, era dedita allo spaccio a Campofranco, Mussomeli e Vallelunga Pratameno. Il canale di approvvigionamento era l’area di Palermo , ed avveniva attraverso Francesco Polara (40 anni) e quella di San Cataldo dove operavano Vincenzo Scalzo (46 anni) e Calogero Maurizio Di Vita (50 anni).
(notizia in aggiornamento)