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22 Novembre 2024 08:17

Prove di “ribaltone”. Il centrodestra vince le elezioni regionali in Abruzzo. il M5s crolla: -20% rispetto alle politiche 2018

Il primo test elettorale del 2019 per la maggioranza che sostiene il Governo Conte si risolve quindi a favore della Lega di Salvini, che ha deciso di presentarsi senza l'alleato di governo ma con l'alleanza di centrodestra 'classica', ovvero Forza Italia, Fratelli d'Italia e i centristi. Il Movimento 5 Stelle che alle politiche del 4 marzo 2018 conquistò largamente l'Abruzzo con il 39,8% e 303.006 voti, questa volta esce mortificato dalle urne,  dimezza i propri voti fermandosi al 20%.
La candidata alle regionali in Abruzzo del M5s Sara Marcozzi con Luigi Di Maio in una foto tratta dal profilo instagram del vicepremier

ROMA – Spiegato in estrema sintesi: Salvini raddoppia, Di Maio dimezza, Giovanni Legnini risuscita il centrosinistra (nascondendo il Pd) . Questo infatti è il primo test elettorale che arriva col Movimento 5 Stelle alla guida del Governo. E con la scelta di “politicizzarlo” come un test nazionale, proprio da parte del suo leader Luigi Di Maio, massicciamente disceso in campo in prima persona.

Nonostante la candidata grillina Sara Marcozzi cerchi ogni giustificazione possibile ed immaginabile per ammorbidire la sconfitta, il dato più eloquente di queste elezioni regionali in Abruzzo è la disfatta del M5S. Il Movimento che alle politiche del 4 marzo 2018 conquistò largamente l’Abruzzo con il 39,8% e 303.006 voti, questa volta esce mortificato dalle urne,  fermandosi al 20%. Ed è stato più che doppiato dalla coalizione di centrodestra che ha portato alla vittoria Marco Marsilio. Il M5s è stato  superato anche dal centrosinistra che, presentandosi unito, sfiora il 31.5%.

Un risultato che il M5S temeva molto  perché la debacle in Abruzzo, dopo aver varato una misura simbolo come il reddito di cittadinanza renderebbe pressoché annunciata quella alle imminenti Elezioni Europee. A sorprendere è l’exploit della Lega che diventa il partito più votato col 27,3% e raddoppia i consensi ottenuti nella Regione Abruzzo alle politiche dell’anno scorso (13,9%).

La notizia principale è quindi la crisi dei Cinque Stelle che perdono le elezioni dopo una campagna gestita in prima persona dai loro leader nazionali, che proprio dall’Abruzzo hanno impresso una torsione di lotta all’azione politica del Movimento su Tav, Nave Diciotti, Macron, gilet gialli, recupero di un linguaggio aggressivo e volgare. Sconfitta ancora più significativa perché arriva dopo il varo della “madre di tutte le misure” fatta apposta per il sud, il reddito di cittadinanza celebrato con una “card” presentata solo qualche giorno fa, sotto una teca come se fosse una reliquia….

La candidata del M5S Sara Marcozzi cerca consolazione analizzando il risultato del suo partito alle scorse regionali invece che alle Politiche, spiegando che “noi confermiamo il risultato delle amministrative del 2014″. Probabilmente la  Marcozzi, dentro di se  in parte prevedeva un calo del Movimento, visto che che ha preteso un paracadute con la candidatura, oltre che da Presidente della Regione, anche da consigliere regionale.

Il primo test elettorale del 2019 per la maggioranza che sostiene il Governo Conte si risolve quindi a favore della Lega di Salvini, che ha deciso di presentarsi senza l’alleato di governo ma con l’alleanza di centrodestra ‘classica’, ovvero Forza ItaliaFratelli d’Italia e i centristi. Si tratta di un centrodestra ormai a guida leghista, con il Carroccio che ottiene oltre il 28% dei voti ed è il primo partito in regione. Il centrodestra guadagna circa il 15% rispetto a 12 mesi fa, mentre il M5s sembra perdere oltre venti punti percentuali. L’ Abruzzo diventa la settimana regione italiana controllata dal centrodestra insieme al vicino Molise, alle regioni del Nord (Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia) e alla Sicilia.

Il senatore “grillino-last minute” Gianluigi Paragone con un lungo passato nella Lega di Umberto Bossi, prova a indorare la pillola e dichiara a Radio Cusano Campus: “Sul fatto che ora verrà raccontato il crollo del M5S mi sembra che vada sulla perfetta scia di un anno di prime pagine e di informazione, ci abbiamo fatto il callo. Il risultato ci dice che i cittadini abruzzesi hanno gradito il modo in cui in questi anni sono state gestite le cose e quindi non avevano intenzione di cambiare. Evidentemente gli abruzzesi sono soddisfatti della gestione del centrosinistra e di quella del centrodestra nel recente passato. Subito dopo le politiche non abbiamo vinto in Molise e in Friuli, quindi il voto delle amministrative è marginale e si prendono in considerazione aspetti della quotidianità, è un voto che riguarda soprattutto la sanità”.

Confermate le proiezioni alla chiusura delle urna elettorali che indicavano Marco Marsilio ed il centrodestra intorno al 50%. Attesa per i risultati ufficiali, ma dalle intenzioni di voto diffuse dalla Rai il candidato del centro destra Forza Italia, Fratelli d’ Italia e Lega, non avrebbe rivali. La coalizione di centrosinistra con Giovanni Legnini cresce sensibilmente nei consensi, passando dal 17,6% delle politiche a oltre il 31%.

da sinistra: Sara Marcozzi (M5s), Marco Marsilio (centrodestra) Stefano Flajani (Casapound) e Giovanni Legnini (centrosinistra)

E’ quindi un messaggio a livello nazionale, quello che arriva dall’Abruzzo tanto che sul voto di oggi c’è anche l’attenzione del Quirinale. E basta un dato a fotografare l’importanza dei risultati: con questi numeri il centrodestra supererebbe di gran lunga quel 40% necessario per la maggioranza in Parlamento.

Marsilio, esponente di Fratelli d’Italia, ha parlato intorno all’una già da vincitore, dopo un lungo abbraccio con Giorgia Meloni: “È una giornata storica per Fratelli d’Italia e siamo entusiasti di aver espresso il primo presidente di Fdi per il centrodestra. Quella di Marsilio è stata una candidatura vincente, convincente e unificante. Un’emozione fortissima, come coalizione abbiamo fatto un partito straordinario e abbiamo costruito una squadra per dare un futuro agli abruzzesi“. Ed aggiunge: “La ricostruzione sarà la nostra priorità assoluta. È rimasta ferma in questi ultimi tempi, è una vergogna che dobbiamo cancellare assolutamente. Il centrodestra ha già dimostrato con la ricostruzione del 2009 e torneremo a replicare quel modello. La mia assoluta priorità è rimettere in pochi mesi le persone nelle condizioni di rientrare nelle loro case“.  “”

Per Silvio Berlusconi l’Abruzzo “apre una pagina nuova e ha confermato ancora una volta che il centrodestra è la maggioranza naturale fra gli elettori. Da oggi comincia la sfida di Forza Italia e del centro-destra per la Sardegna, per la Basilicata, per il Piemonte e infine per le elezioni europee di maggio decisive per il futuro dell’Europa e dell’Italia. Sono sicuro che il centro-destra unito avrà successo in tutte queste importanti elezioni”. La nota di Silvio Berlusconi arriva mentre il nuovo governatore abruzzese Marsilio rilascia le prime dichiarazioni. E dimostra insieme alle affermazioni di Meloni e Salvini come il centrodestra sta studiando un nuovo assetto e cercando un futuro: “Il grande successo di Marsilio apre una pagina nuova per l’Abruzzo ed è un momento importante per il futuro del centro-destra e della politica italiana. L’Abruzzo lo ha confermato ancora una volta, il centro-destra è la maggioranza naturale fra gli elettori. Da oggi comincia la sfida di Forza Italia e del centro-destra per la Sardegna, per la Basilicata, per il Piemonte e infine per le elezioni europee di maggio decisive per il futuro dell’Europa e dell’Italia. Sono sicuro che il centro-destra unito avrà successo in tutte queste importanti elezioni”, spiega il leader di Forza Italia.

Affluenza in forte calo nelle elezioni regionali in AbruzzoSecondo i dati definitivi, i votanti sono stati il 53,1% degli aventi diritto al voto , quasi otto punti percentuali in meno rispetto al voto precedente. Questo è stato il dato finale di affluenza delle ore 23  al voto provincia per provincia (tra parentesi le percentuali relative alle precedenti elezioni regionali, maggio 2014): Chieti 40,46% (42,77%), L’Aquila 44,56% (40,68%), Pescara 43,98% (47,55%), Teramo 43,96% (50,33%).  sull’affluenza quello

Il centrodestra nella stessa coalizione odierna, arrivò poco sopra il 35%, con i voti divisi abbastanza equamente tra Forza Italia al 14,4% (109.802 voti) e Lega al 13,8% (104.932 voti), seguiti da Fratelli d’Italia al 5,0% (38.283 voti) e Noi con l’Italia – Udc al 2,2% (17.152 voti).  Un anno fa il Partito Democratico, alleato con +Europa (1,9%), Civica Popolare (1,0%) e Italia Europa Insieme (0,9%)si era arrestato al 13,8% (105.129 voti)  . Al dato odierno concorre anche il risultato di Liberi e uguali – che alle politiche correva da solo (2,6% e 19.793 voti)  mentre oggi i suoi voti sono confluiti sulla candidatura di Legnini.

Il centrosinistra “ritorna” per la prima volta dalle Politiche del 4 marzo. Legnini resuscita il centrosinistra che supera il 30 per cento. Un risultato impensabile. Il centro-sinistra, non il Pd. Un anno fa il Pd era al 14 per cento, il centrosinistra nel suo complesso al 17 per cento. È la vittoria di un nuovo “modello Abruzzo” che rappresenta una indicazione a livello nazionale. Quello di Legnini è un esperimento che mette in archivio l’autosufficienza di questi anni, diventata vocazione minoritaria, con una coalizione, per la prima volta da anni, non più Pd-centrica. Anzi che “nasconde” il Pd, nell’ambito di una più larga alleanza di liste di ispirazione civica e di “amministratori”. Il buon governo, la capacità di ascolto, la fine dell’arroganza di questi anni: c’è, nell’operazione, forse la prima presa d’atto di quel che è successo e il primo recupero del principio di realtà, come dire abbiamo imparato la lezione. È una indicazione che vale quanto il congresso del Pd. Ancora non è una alternativa compiuta, ma un segnale di vita. Di questi tempi, non è poco.

Chi erano i candidati: Marsilio, Legnini, Marcozzi, Flajani

Scelta dal Movimento Cinque Stelle come candidata Sara Marcozzi è avvocato ed è stata consigliere regionale nella passata legislatura. Marcozzi era al suo secondo tentativo alla carica di governatore.

Marco Marsilio ha guidato la coalizione di centrodestra, sostenuto da cinque liste e 145 aspiranti consiglieri regionali. Senatore di Fratelli D’Italia, Marsilio è nato a Roma ma ha origini abruzzesi.

Giovanni Legnini, a capo di un’ampia coalizione civica, popolare e progressista, è avvocato ed è stato sottosegretario del ministero dell’Economia e delle Finanze del Governo Renzi e vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm).

Stefano Flajani, candidato presidente di Casapound (22 candidati consiglieri), è avvocato ed è stato candidato a sindaco del Comune di Alba Adriatica (Teramo).

 

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