TARANTO – Come previsto in tempi non sospetti ed anticipato dal nostro giornale, è arrivato il provvedimento del giudice Claudio Casarano del Tribunale civile di Taranto che ha bloccato beni mobili e immobili nella disponibilità della “Mastermedia Club srl” società che dal novembre 2017 gestisce l’emittente jonica . La sentenza di fatto riduce notevolmente i danni per Studio100 Tv, infatti a seguito del fallimento della Jet srl, la società che aveva gestito l’emittente tarantina Studio100 per molti anni, il curatore fallimentare Cosimo Valentini nominato dal tribunale, rappresentato in giudizio dall’avvocato Adeo Ostilio, aveva chiesto il sequestro di una somma superiore ai 2 milioni di euro. Il sequestro disposto per 900mila euro compromettere la gestione anche della nuova società editrice dell’emittente televisiva Studio100.
Secondo il curatore fallimentare la cessione del ramo d’azienda della Jet srl era di fatto servita a creare una “good company” , cioè la Mastermedia Club la quale, non avendo alcun debito verso il fisco, avrebbe ottenuto con facilità i contributi per l’editoria, lasciando nella Jet srl ( la “bad company”) i debiti accumulati negli anni, superiori a 5 milioni di euro.
Il giudice dr. Casarano con la sua sentenza, ha confermato che attraverso “la cessione del ramo d’azienda lo scopo perseguito dalle parti era anche quello di ottenere i contributi: la good company avrebbe potuto conseguire i benefici più facilmente di quanto avrebbe fatto, per così dire, la bad company” che ha accumulato debiti con il Fisco per oltre 5 milioni di euro ed ha anche accertato che il prezzo di cessione era stato simulato evidenziando che l’amministratore unico delle due società era sempre lo stesso cioè Gaspare Cardamone, e sempre in società con suo fratello Giancarlo.
Infatti il giudice nella sua sentenza sostiene che “Le due società coinvolte nella cessione facevano capo alla stessa persona fisica, la quale assumeva il ruolo di amministratore unico anche della cessionaria, oltre che della cedente: eloquente nel senso della evidente ricorrenza dell’unicità del centro di interessi da considerarsi artefice della operazione, il rilievo che le due raccomandate nelle quali si sarebbe consacrato l’accordo simulatorio sul prezzo fossero a firma della stessa persona“.
Ma per fortuna dei lavoratori dell’emittente televisiva il giudice ha valutato che questa cessione, oltre a facilitare l’ottenimento dei contributi, è di fatto l’unico modo per salvare i 26 dipendenti dell’emittente e pertanto “avendo soprattutto riguardo alle sorti dell’impresa il che si traduce nella salvaguardia dei posti di lavoro di 26 dipendenti , non appare opportuno disporre il sequestro giudiziario” e pertanto “si tratta di conservare i contributi statali, senza dei quali ormai le imprese televisive non riescono ad avere una gestione utile, non essendo sufficienti i proventi dalla pubblicità“.
Incredibilmente secondo il giudice civile l’operazione di cessione, nonostante la presenza di conflitti d’interesse ed anomalie procedurali rilevate, va “incoraggiata”. Il prezzo di cessione del ramo d’azienda simulato, non può essere accantonato neanche per tutelare i posti di lavoro. Infatti il giudice ha riconosciuto “prudentemente” che il valore della società Jet srl va stimato in 900mila euro che quindi spettano alla curatela nominata dal Tribunale Fallimentare di Taranto per pagare il Fisco, che nel fallimento della società editrice di Studio 100 viene definito “l’unico creditore davvero fortemente pregiudicato“.