FOGGIA – I Carabinieri di Foggia stanno indagando su una intimidazione a colpi di fucile subita mercoledì scorso in Puglia dall’imprenditore trapanese Giacomo D’Alì Staiti, uno dei maggiori proprietari di saline nel mezzogiorno d’Italia. D’Alì è cugino dell’ex sottosegretario all’Interno ed ex senatore di Forza Italia Tonino D’Alì, attualmente sotto processo a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa.
L’imprenditore secondo quanto riportato in denuncia, stava percorreva in auto, insieme al figlio, la strada provinciale che collega Barletta a Margherita di Savoia, quando si è affiancata un’altra auto dalla quale sono stati esplosi alcuni colpi di fucile verso il basso . Giacomo D’Alì, professore di fisica e che è stato componente del Cda della Banca Commerciale Italiana, attualmente oggi presidente di due aziende che producono sale, la trapanese Sosalt e la pugliese Atisale (società ex Monopolio dello Stato) che si occupa in Puglia e Sardegna della gestione di impianti di produzione del sale .
Solidarietà a D’Alì è arrivata anche dal segretario generale della Fai Cisl di Foggia ,Lorenzo Di Varsavia, e la dichiarazione del sindacalista fa presagire che all’origine dell’intimidazione vi siano scelte inerenti l’organizzazione del lavoro dentro la Atisale, nella quale lavorano 120 persone da tempo costretti a fare i conti con una crisi che metterebbe a rischio l’occupazione. “Nessuna contrapposizione rispetto a scelte aziendali o manageriali può essere dettata dalla violenza – ha dichiarata Di Varsavia – e la Fai Cisl condanna senza appello il clima di tensione e di intimidazione che si è creato intorno alle sorti di una così importante risorsa economica, lavorativa e logistica del territorio del Nord della Puglia“. Attestato di solidarietà è giunto anche dalla Rsu aziendale.