L’auspicio espresso dal premier Matteo Renzi al primo ministro indiano Narendra Modi nel corso di una telefonata. Una soluzione «rapida e positiva» al lungo e complicato caso che vede al centro i due fucilieri della Marina Militare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti in India dopo la morte, nel febbraio 2012, di due pescatori durante un’operazione anti-pirateria. È questo
Secondo quanto ha fatto sapere Palazzo Chigi, i due leader hanno condiviso «l’importanza di un rilancio dei rapporti bilaterali tra le due democrazie, sia per quanto riguarda gli scambi, sia per la cooperazione internazionale, e nel quadro Ue». Soffermandosi sul “caso marò“, il premier indiano ha incoraggiato «la parte italiana a permettere un proseguimento del cammino del processo indiano» e sottolineato che «la giustizia indiana è libera, giusta e indipendente» e «considererà tutti gli aspetti» del caso. Modi ha poi ricordato che la questione relativa all’incidente al largo del Kerala del 15 febbraio 2015 in cui sono morti due pescatori “e’ sub judice” davanti alla Corte Suprema che esamina ricorsi presentati dai due maro’. “Noi siamo convinti – ha concluso – che “essa considerera’ tutti gli aspetti nel giudicare il caso“.
L’affondo diplomatico
Dopo una settimana dalla visita a New Delhi del ministro della Difesa Roberta Pinott, la seconda in soli cinque mesi, dunque il governo continua il suo affondo diplomatico premendo sull’esecutivo indiano perché affronti la vicenda dei due militari italiani. Già a inizio mese Renzi s’era detto «molto fiducioso nel nuovo governo indiano» e aveva espresso la speranza che l’esecutivo Modi «nelle prossime settimane» in merito alla la vicenda dei due marò avesse la possibilità di affrontare e di recuperarla in una dimensione di collaborazione» sulla base «del diritto internazionale». Durante la sua recente campagna elettorale, il premier indiano aveva assunto posizioni molto dure sui due marò pugliesi. Ma, secondo molti analisti politici indiani, con il passare del tempo e con una vicenda che se mal gestita può arrecare danno all’immagine dell’India, sarebbe stato possibile creare lo spazio per una soluzione diplomatica in cui nessuna delle due parti sarebbe uscita chiaramente sconfitta.
Stallo giudiziario
Il tempo però non sembra essere molto dalla parte dei due militari italiani ed aiutarli. Da un punto di vista giudiziario il caso in questi giorni vive una fase di stallo. Anzi, sui due ricorsi alla Corte Suprema indiana non si prevedono novità per molte settimane. Le due udienze svoltesi fine luglio nel tribunale speciale e nella Corte Suprema di New Delhi per il rinnovo delle garanzie bancarie a a garanzia della libertà provvisoria dietro cauzione dei due marò si sono rivelate pura routine ed in realtà non hanno modificato di granchè la situazione.