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22 Novembre 2024 09:42

Una loggia massonica nel trapanese : tra i 27 arrestati anche l’ex presidente del parlamento siciliano

il procuratore aggiunto della Procura di Trapani, Maurizio Agnello, ha commentato l’indagine  che ha scoperto la presenza di una loggia segreta a Castelvetrano. “Non è una loggia massonica, è un’associazione segreta al 100%”. Agnello fino a pochi mesi fa faceva parte della Direzione Distrettuale Antimafia  di Palermo, che coordina le indagini sulla ricerca di Matteo Messina Denaro l’ultima primula rossa di Cosa nostra.

ROMA – Oltre trent’anni dopo dalla scoperta a Trapani di una loggia segreta, la Iside 2, dove furono trovati iscritti mafiosi e colletti bianchi con il vizio nascosto degli inciuci,  è stata scoperta di un’altra loggia massonica “segreta” e deviata , a Castelvetrano in provincia di Trapani , nel cuore del potere mafioso controllato dal latitante Matteo Messina Denaro. L’”operazione Artemisia” condotta dai Carabinieri è stata coordinata dalla Procura di Trapani, dal procuratore Alfredo Morvillo, e dai pm Sara Morri, Andrea Tarondo e Francesca Urbani, ed ha portato alla luce un “cerchio magico” occulto composto da politici, massoni e professionisti in grado di orientare le decisioni della Pubblica amministrazione, gestire fondi pubblici, fino ad arrivare persino a poter spiare il lavoro dei magistrati.

La forte presenza massonica a Castelvetrano era già emersa nel corso del lavoro di indagine svolto nella precedente legislatura dalla Commissione nazionale antimafia. Adesso sono arrivati gli arresti, 27 in tutto, per i quali è stata disposta la custodia in carcere, gli arresti domiciliari e misure interdittive, nell’indagine vi sono anche altre 10 persone raggiunte da avvisi di garanzia e ordine di perquisizione, fra i quali tre avvocati del foro di Marsala. L’accusa principale è quella di partecipazione ad associazione segreta. “Inutile dire – ha dichiarato il procuratore aggiunto  Maurizio Agnello che quest’associazione segreta, questo gruppo di potere, decideva tutto, per questo secondo noi viola la Legge Anselmi.

Non c’è Cosa nostra ma resta comunque un meccanismo che incide sulla vita di tutti i cittadini. È  con queste parole che  il procuratore aggiunto della Procura di Trapani, Maurizio Agnello, ha commentato l’indagine  che ha scoperto la presenza di una loggia segreta a Castelvetrano. “Non è una loggia massonica, è un’associazione segreta al 100%” ha precisato Agnello che fino a pochi mesi fa faceva parte della Direzione Distrettuale Antimafia  di Palermo, che coordina le indagini sulla ricerca di Matteo Messina Denaro l’ultima primula rossa di Cosa nostra.

In manette sono finiti  Francesco Cascio ex presidente del Parlamento regionale siciliano , l’ex sindaco Felice Errante, il suo vice Vincenzo Chiofalo, e Luciano Perricone uno dei già candidati a sindaco a Castelvetrano (dove si vota ad aprile dopo due anni di commissariamento per “inquinamento mafioso”), l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto il quale fu anche componente della Commissione antimafia regionale, che incredibilmente sarebbe il maestro venerabile della loggia segreta e deviata. Un avviso di garanzia per abuso d’ufficio ha colpito anche Roberto Lagalla attuale assessore regionale all’Istruzione ed ex rettore dell’Università di Palermo .

L’ex presidente del Parlamento regionale siciliano Francesco Cascio

Sono stati contestati anche i reati di corruzione, concussione, falso, peculato, truffa, traffico di influenze illecite, rivelazione di segreto d’ufficio, favoreggiamento, abuso d’ufficio. Il gip del Tribunale di Trapani, dr. Emanuele Cersosimo, ha provato in oltre mille pagine di ordinanza l’esigenza di  adottare 10 misure cautelari in carcere, 17 arresti domiciliari, 5 obblighi di dimora, una misura interdittiva. La Procura di Trapani aveva chiesto anche l’arresto di un avvocato, Vincenzo Salvo del foro di Marsala (cognato di Magro, oggi arrestato) che difende molti tra complici e familiari del latitante Messina Denaro.

Indagato proprio per avere fatto una soffiata sulle indagini è Giovannantonio Macchiarola (a lato nella foto tratta dal socialnetwork Linkedin) dal 2017 dirigente del Gruppo ENI , il quale all’epoca dei fatti era il capo della segreteria del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, quando questi sedeva al Viminale. Macchiarola è indagato per rivelazione di notizie riservate. Lo Sciuto ha saputo chi lo indagava e perché. Cascio lo aveva appreso da Macchiarola. Questa persona quando apprende che Lo Sciuto è intercettato, smette di parlare con lui e inserisce in spam le sue mail”. Da quel momento l’obiettivo principale dell’associazione segreta è una ricerca di informazioni spasmodica . “Se anche dal Ministero dell’Interno esce fuori una rivelazione così dettagliata e allora, dico io, cominciamo a guardare più in alto”. Anche per questo domani i pm interrogheranno Macchiarola, è indagato per segreto d’ufficio, originario di Agrigento come Angelino Alfano , oggi verrà interrogato.

In manette sono finiti anche tre poliziotti Salvatore Passanante, Salvatore Virgilio e Salvatore Giacobbe. Sono stati arrestati perché erano completamente asserviti, chi per sistemare la moglie, chi per un lavoro da un’altra parte. Uno di loro faceva la bonifica dei locali, poi rivelavano indagini in corso. Virgilio fino a ieri lavorava alla Direzione Investigativa Antimafia di Trapani.

“Nessun iscritto all’Obbedienza massonica del Grande Oriente d’Italia – ha dichiarato con una nota Il Gran Maestro Stefano Bisi –  è coinvolto in questa indagine. Ci rammarica notare come parte dell’opinione pubblica e della stampa continuino a bollare genericamente come Massoneria e come massonico lo sfondo in cui si sono perpetrati i fatti. Con la serenità che ci contraddistingue confermiamo che nessuno dei Fratelli iscritti al Grande Oriente d’Italia risulta indagato”. “Nel Grande Oriente d’Italia  come ho più volte ribadito a tutti i livelli   non esistono logge coperte e iscritti la cui identità non sia nota” ha concluso il Gran Maestro Bisi.

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