ROMA – Dopo la decisione del giudice delle udienze preliminari del tribunale di Taranto dr.ssa Paola Rosalia Incalza che valutò le posizioni penali dei quattro dirigenti del Consorzio trasporti, concordando con la richiesta della Procura della repubblica di Taranto di mandare sotto processo il vertice e dirigenti della vecchia gestione di CTP Taranto, per degli stipendi che erano stati “gonfiati” per un periodo di 10 anni a partire dal 2005, in cui avevano percepito degli emolumenti indebiti, ieri la seconda Sezione Penale del Tribunale di Taranto ha unificato i fatti per continuazione, ed applicando le norme del codice ha applicato degli sconti sulla pena finale per effetto della concessione delle attenuanti generiche hanno ottenuto la sospensione condizionale della pena. Per il Consorzio CTP Taranto, che si è costituito parte civile, è intervenuto in udienza l’avvocato Caterina Campanelli, che ha chiesto la condanna degli imputati anche a risarcire il consorzio.
Gli imputati per effetto della sentenza di primo grado, adesso saranno chiamati a risarcire il consorzio attraverso separato giudizio. Il collegio della seconda Sezione Penale del Tribunale di Taranto presieduto dal giudice dr.ssa Fulvia Misserini ha condannato ad un anno di reclusione l’ex amministratore unico Giovanni D’Auria, l’ex-direttore generale Cosimo Rochira (accanto nella foto con il consigliere comunale di Taranto Piero Bitetti) , e Mario De Felice, nella sua veste responsabile dell’ufficio approvvigionamento e somministrazione. I dirigenti Michele Ciccimarra, in qualità di direttore di esercizio, e Luigi Pacucci, in qualità di responsabile dell’ufficio approvvigionamento sono stati condannati a dieci mesi di reclusione.
Sotto i riflettori mirino della procura di Taranto a seguito dell’esposto presentata da Vito Marinelli dirigente del CTP Taranto, attuale direttore d’azienda del CTP (nominato dal successivo amministratore unico dr. Roberto Falcone e riconfermato dall’attuale amministratore unico Avv. Egidio Albanese) ai sensi della Decreto 148, è finita la precedente gestione del consorzio, cioè quella condannata, in relazione al pagamento delle riparazioni effettuate sui mezzi aziendali, dei pezzi di ricambio e dei rifornimenti di carburante. I sospetti erano stati sollevati sulla procedura seguita per l’affidamento della serie di servizi, dopo una circostanziata denuncia presentata contro i vertici del consorzio trasporti.
L’esposto aveva attivato l’ apertura di un fascicolo in procura affidato all’attuale procuratore aggiunto Maurizio Carbone e la conseguente attività investigativa delegata alle forze dell’ordine mediante l’ acquisizione della documentazione relativa alle forniture, nelle quali gli investigatori hanno scoperto alcune anomalie, inserite poi nella relazione trasmessa alla Procura in cui si evidenziava il mancato ricorso alla gara di appalto per individuare il fornitore di alcuni servizi.
Secondo il procuratore Carbone erano stati ravvisati profili di responsabilità penale nell’affidamento delle commesse sino al 2014, e sollevate forti perplessità su rifornimenti di carburante che avevano superato il milione di euro, appalto che era stato assegnato a una società diversa da quella detentrice di un contratto, per una commessa analoga.