ROMA – Il pressing continuo del M5S si infrange contro il “muro” della Lega . Luigi Di Maio torna a chiedere oggi – alla vigilia del Consiglio dei ministri decisivo per la revoca di Armando Siri – un passo indietro al sottosegretario leghista alle Infrastrutture indagato per corruzione e finito nelle polemiche anche per un’operazione immobiliare poco chiara a Bresso, su cui indaga la procura milanese. Di Maio tanto per cambiare…. va all’attacco su Facebook e scrive: “Non capirò mai perché la Lega in queste settimane abbia continuato a difendere Siri invece di fargli fare un passo indietro. Oggi è l’ultimo giorno utile perché Salvini comprenda l’importanza di questa vicenda. Mi auguro faccia la cosa giusta“.
Questa mattinata il leader 5Stelle sostiene anche che il sottosegretario leghista non intende farsi interrogare dai magistrati, che si limiterà a una deposizione spontanea nei prossimi giorni (non è ancora nota la data). Ma viene smentito però dall’avvocato Fabio Pinelli difensore di Siri, che precisa: “Falso che Siri non voglia confrontarsi con i pm. Unitamente alla presentazione della memoria difensiva, il senatore renderà dichiarazioni e risponderà ad eventuali richieste di chiarimenti avanzate dai magistrati”.
Alla pressante richiesta di dimissioni di Siri, che arriva dal M5S, la Lega controbatte con una difesa dura ed a oltranza del sottosegretario. Quindi, viene snobbato l’appuntamento a Palazzo Chigi considerato una vera e propria resa dei conti interna al Governo. Il vicepremier Matteo Salvini leader della Lega è gelido: “Dedicherò al Consiglio dei ministri il tempo necessario per fare tutto quello che serve, ma la tappa più importante della mia giornata sarà l’incontro con le comunità di recupero per i tossicodipendenti”. Il leader leghista difende ancora Siri: “Non c’è neanche una prova certa ma chiacchierate telefoniche di terze persone che coinvolgono altre persone e su questo chiedo qualcosa in più“. Ma per il momento non rompe, e chiarisce nel pomeriggio quale sarà la condotta della Lega: “In caso di voto diremo no. Si assumano la responsabilità. Ma non sarà crisi. Si va avanti per altri quattro anni perché c’è ancora tanto da fare“. Una maniera per dire in maniera sottile, da politico navigato al M5s : se volete andare a casa accomodatevi pure, noi non affondiamo insieme a noi. Per Salvini, “alla gente che sta a casa non interessa questo dibattito ma le cose da fare. A me mi pagano per fare le cose“.
Ha parlato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti considerato da tutti il “vice-Salvini”: “L’interesse è che il governo vada avanti”. In pochr parole, la Lega al momento non sembra intenzionata a fare cadere il governo ora, a 15 giorni dal voto delle Europee. E peraltro un votoche quasi sicuramente non ci sarà perché la procedura per la revoca di un sottosegretario prevede semplicemente la formula “sentito il consiglio dei ministri”. Di sicuro la ferita nella coalizione gialloverde è profonda. Lo stesso Salvini lo dice, ospite di Matrix: “Una spaccatura con i 5Stelle. Mi sembra evidente, non solo su Sir. Su Tav, autonomia. Se vanno al voto e dimettono uno senza essere ascoltato se ne prendano la responsabilità“.