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22 Novembre 2024 08:37

Europee, affluenza alta alle urne elettorali. Ppe primo partito, ma rebus maggioranza, Le Pen supera Macron in Francia

ROMA - Da giovedì, circa 418 milioni di cittadini in tutta Europa sono state chiamati a eleggere 751 membri del Parlamento europeo. Seggi aperti dalle 7.00 in 21 de...

ROMA – Da giovedì, circa 418 milioni di cittadini in tutta Europa sono state chiamati a eleggere 751 membri del Parlamento europeo. Seggi aperti dalle 7.00 in 21 dei 28 Stati membri dell’Unione europea.  Altissima l’affluenza al voto. In Germania si è passati dal 24 al 29%, in Francia addirittura è il record di sempre: alle 12 aveva votato il 19,26% degli elettori, il 3,5% in più rispetto a 5 anni fa; alle 17 il balzo è ancora più vistoso 43,3 di votanti con segno più dell’8%. Anche in Danimarca il dato è in crescita, del 4% e in Romania del 6%. In Polonia raddoppia passando dal 7 al 14%. Ma il dato più eclatante è quello della Spagna dove l’affluenza alle 12 è del 34% con un balzo di dieci punti rispetto al 2014.

Proiezioni, Ppe primo partito. Duro colpo per Popolari e Socialisti al Parlamento europeo, che sebbene rimangano la prima e la seconda forza perdono molti seggi rispetto alle precedenti elezioni del 2014. Cinque anni fa ne avevano rispettivamente 219 i Popolari e 189 gli S&D, mentre secondo le ultime proiezioni ne avrebbero 173 i primi e 147 i secondi. Una possibile maggioranza potrebbe dunque vedere il Ppe alleato agli S&D e ai Liberali dell’Alde, che invece guadagnano: nel 2014 ne avevano 68 e oggi 102.

Francia, boom di Le Pen. Il Rassemblement national è in testa secondo tutti gli exit poll dei principali istituti di sondaggio in Francia, con previsioni di risultato finale fra il 23% e il 24,2%. La Republique en Marche di Emmanuel Macron è piazzata fra il 21,9 e il 22,5%. La lista Jadot (Verdi) è la sorpresa con una previsione di 12,5-13% di voti. I Republicains (destra) sono fra l’8 e il 9%. Il Partito socialista con Place Publique di Raphael Glucksmann è testa a testa con La France Insoumise (sinistra radicale), con il 6,2-7%. Le altre liste non avranno deputati a Strasburgo. Sorpresa della lista Europe-Ecologie le Verts in Francia.

Secondo le prime stime diffuse da France 2, i Verdi guidati da Yannick Jadot sono il terzo partito alle Europee, con il 12,8% dei voti, scavalcando la destra dei Republicains dati all’8,3%. Socialisti e France Insoumise di Melenchon a pari merito con il 6,7%, entrambi oltre la soglia di sbarramento del 5%. Il capolista del Rassemblement National alle Europee, Jordan Bardella, dopo i primi exit poll parla di una «lezione di umiltà» per il presidente Emmanuel Macron.

Germania, Merkel prima ma in calo. Alle europee in Germania l’Unione Cdu-Csu di Angela Merkel si conferma il primo partito negli exit poll per le europee con il 27.5%, ma perde il 7,8%. L’Spd otterrebbe 15,6%, perdendo l’11,9%. Successo dei Verdi: arrivano al 20.5%, con un +9.8%, ben oltre le attese, e diventano il secondo partito. L’AfD sta al 10.5%, +3,4%. Secondo i dati degli exit poll di Ard, i Verdi potrebbero addirittura arrivare al 22%. Quanto alle altre liste, la Linke sarebbe al 5,5% (-1,9), i liberali della Fdp al 5,5 (-0,6%). I populisti di destra dell’AfD crescono, ma meno di quanto si pensava nei sondaggi, che li davano al 13%. Il crollo più significativo è quello della Spd, che pure un sondaggio della Bild di stamani dava appaiata ai Verdi. I Verdi tedeschi avrebbero sottratto un milione di voti ciascuno ai democristiani della Cdu ed alla Spd alle europee in Germania: si evince da una analisi dei flussi elettorali presentata dalla Ard sulla base degli exit poll. A pesare di più sul successo dei Verdi, che per la prima volta sono il secondo partito in Germania e che hanno registrato il massimo storico, sono stati i giovani elettori, di età compresa tra i 18 ed i 24 anni: il 27% di loro ha votato per gli ambientalisti.

Spagna, volano i socialisti. Alle europee in Spagna i socialisti del premier Pedro Sanchez si apprestano a vincere con un distacco di oltre dieci punti, secondo l’ultimo sondaggio di oggi. Il Psoe, in attesa dei primi exit poll, è dato al 28,9% e 18 seggi, 11 in più rispetto ai popolari, che crollano, come alle politiche di aprile, ottenendo circa il 17,3% dei voti. In Spagna si vota anche per il rinnovo di 12 parlamenti regionali e di migliaia di comuni.

Grecia, bene Nea Dimokatia. Il principale partito di opposizione Nea Dimokatia (ND) di Kyriakos Mitsotakis, che fa capo alla famiglia del Partito popolare europeo, è in testa ai risultati in Grecia con il 36%, secondo i primi exit poll diffusi da Europe Elects. Il partito di sinistra Syriza, del premier Alexis Tsipras, tiene con il 27%, ma scivola al secondo posto. Arretra la formazione di estrema destra Alba Dorata, che si attesta al 6%. Nel 2014 Syriza aveva ottenuto 6 seggi (26,57%), Nuova Democrazia 5 (22,72%), Alba Dorata 3 (9,39%). Alle elezioni politiche del 2014, i conservatori di Nuova democrazia avevano ottenuto il 22,7% dei voti, mentre Syriza il 26,6%. Secondo il portavoce del partito, Dimitris Tzanakopoulos, Syriza «non ha subito la sconfitta strategica che Nd si aspettava».

Malta, vince Muscat. A Malta si conferma la netta vittoria del partito laburista del premier Joseph Muscat, al 55%, secondo le stime delle 18 sulle Europee. I centristi del partito nazionalista seguono al 37%. Nell’arcipelago si è votato ieri.

Cipro, conservatori in testa. Si accorciano le distanze tra il partito conservatore Disy (Ppe) 29,09% e la formazione di sinistra Akel (Gue) 27,4%, alle Europee a Cipro. Col 94% dei voti contati, la differenza si riduce al 2%, secondo le stime pubblicate da Europe elects. I risultati preliminari dimostrano inoltre che Edek (S&D), al 10,6%, sta recuperando sulla formazione di estrema destra Elam 8%, e mantiene il suo seggio, col blocco dei socialisti che resta a due seggi, grazie alla performance dell’altro partito S&D, Diko, al 14%.

Olanda, i risultati. In Olanda al Parlamento europeo i laburisti del PvdA di Frans Timmermans ottengono il 18,10%, seguiti dai liberal-conservatori (VVD) del premier Mark Rutte al 15%, mentre i Cristiano democratici (CDA) sono al 12,3%. Sono le prime stime ufficiali del Parlamento europeo basate sugli exit poll. Il partito populista di destra Forum voor Democratie (FvD) dell’esordiente Thierry Baudet è all’11%, mentre è scivolone per il Pvv di Geert Wilders, alleato della Lega di Matteo Salvini, al 4,10.

Finlandia, calano i populisti. Alle europee in Finlandia, secondo gli exit poll, i conservatori del National Coalition Party sono in testa con il 20,9%, seguiti dai socialdemocratici al 16,7 (che perdono così il primato ad appena un mese dalle elezioni politiche), dai Verdi al 14,4 e dal Partito di Centro. Indietro i Veri Finlandesi alleati della Lega di Matteo Salvini, che sono al 13,1%: in calo di 4 punti rispetto alle elezioni politiche di aprile che li avevano consacrati come secondo partito.

Bulgaria, in testa i conservatori. Stando ai primi exit poll diffusi alla chiusura dei seggi alle 20 locali (19 italiane), risulta in testa il partito conservatore Gerb del premier Boyko Borissov. L’agenzia Gallup International gli assegna il 30,5% dei voti e sei seggi dei diciassette spettanti alla Bulgaria al Parlamento europeo. Seguono il partito socialista all’opposizione, con il 25,4% e cinque seggi, e il partito della minoranza turca, Dps, con il 12,8% e tre seggi. Al quarto posto, con l’8% dei voti, si piazzerebbe il partito nazionalista Vmro con 2 seggi. La coalizione di centrodestra Bulgaria democratica raccoglierebbe, a sorpresa, il 6,5% dei voti superando lo sbarramento del 5,88% e ottenendo un seggio. L’affluenza alle urne, secondo le prime indicazioni, è stata bassa, poco più del 30% (alle politiche si attesta solitamente fra il 50% e il 60%).

Danimarca, socialdemocratici in testa. I Socialdemocratici, guidati dalla leader Mette Frederiksen, sono in testa con il 22,9%, un risultato migliore di oltre 3 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2014. Al secondo posto, i liberali di Venstre, con il 20,5%, in aumento dal 16,7 di cinque anni fa. Emerge dagli exit poll diffusi dal Parlamento europeo. Crollano invece gli euroscettici del Partito del popolo danese, dato al 13,2% rispetto al 26,6% del 2014. Il Partito socialista danese, di stampo ambientalista, otterrebbe invece il 12,3% dei consensi (+1,3%). L’ala più di sinistra del Paese è data al 9,4% con la Sinistra radicale (+2,9%) e il partito dei Rossi-Verdi al 6,2%. Il Movimento Popolare contro l’Ue otterrebbe il 4,10%, dimezzando il risultato ottenuto cinque anni fa (8,10%).

L’AFFLUENZA

Per quanto riguarda l’affluenza a seggi, è in aumento nei principali Paesi europei. Oltre che in Francia (+4% rispetto al 2014), in Germania alle 14 la percentuale di persone che si è recata a votare era del 29,4% rispetto al 25,6% del 2014. In Spagna numeri ancora più alti se confrontati con le Europee di cinque anni fa: l’ affluenza delle 14 infatti era del 34%, più alta di dieci punti percentuali rispetto al 2014. Boom in Ungheria, dove alle 15 l’ affluenza era pari al 30,52%, già più alta di quella complessiva di cinque anni fa.

In Francia affluenza record: alle 12 aveva votato il 19,26% degli elettori, il 3,5% in più rispetto a 5 anni fa. Anche in Danimarca il dato è in crescita, addirittura del 4% e in Romania del 6%. In Polonia addirittura raddoppia passando dal 7 al 14%. Ma il dato più eclatante è quello della Spagna dove l’affluenza alle 12 è del 34% con un balzo di dieci punti rispetto al 2014.

In Spagna affluenza al 34,71% alle 14. L’incremento rispetto al voto del 2014 è di quasi l’11%. Nelle elezioni di 5 anni fa, alla stessa ora, andò alle urne il 23,87% dell’elettorato.

Affluenza al 9,9% in Croazia, alle 11.30, per le elezioni europee. L’incremento rispetto all’ affluenza per le europee del 2014 è del 2%. In Slovenia, invece, affluenza dell’8,9% alle 11. Nel 2014, alla stessa ora, era dell’8,3%.

Affluenza al 19,7% in Romania, alle 13, per le elezioni europee. Alla stessa ora, nelle consultazioni del 2014, era andato alle urne il 12,4%. Il paese oggi vota anche per il referendum sulla controversa riforma della giustizia.

In Slovenia, Paese ex jugoslavo che è entrato nella Ue con la maxi-adesione del 2004, 1,6 milioni di elettori eleggono oggi i sette eurodeputati di cui Lubiana dispone all’Assemblea di Strasburgo. Gli aventi diritto possono scegliere tra 103 candidati di 14 liste elettorali. Gli ultimi sondaggi davano favoriti i conservatori del Partito democratico (Sds) dell’ex premier Janez Jansa. L’ affluenza alle urne a metà mattinata è risultata dell’8,85%, in linea con quella delle precedenti elezioni europee, e inferiore al voto europeo del 2009 quando alla stessa ora aveva votato il 9,25%. Lo ha riferito la Commissione elettorale a Lubiana. Sono più di 3.000 i seggi aperti dalle 7 di questa mattina fino alle 19. I risultati saranno diffusi dopo le 23, quando chiuderanno gli ultimi seggi in tutti i paesi dell’Unione.

Affluenza al 17,2% in Ungheria, alle 10, per le elezioni europee. L’incremento rispetto al voto del 2014 è quasi del 6%. Alla stessa ora, nelle precedenti consultazioni, votò l’11,5% degli aventi diritto.

Affluenza all’11,56% in Portogallo, alle 12, per le elezioni europee. Il dato evidenzia un lieve calo rispetto al voto del 2014. Alla stessa ora, nelle precedenti consultazioni, aveva votato il 12,4%.

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