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1 Settembre 2024 01:30
1 Settembre 2024 01:30

La Procura di Taranto smentisce l’ambientalista Angelo Bonelli

Il comunicato stampa ricostruisce la verità di quanto accaduto sul presunto coinvolgimento dell’ Avv. Amara nel confronto intercorso tra la Procura Taranto e e la struttura commissariale di ILVA in amministrazione straordinaria, con dovizia di particolari e testimoniante sicuramente attendibili e smentisce l'esponente dei Verdi, Angelo Bonelli, ripetutamente "trombato" dagli elettori alle elezioni regionali nel Lazio e politiche a Taranto, il quale non contento, ancora una volta ha perso una buona occasione per tacere parlando a sproposito e per sentito dire dai suoi "adepti" locali .
il Procuratore Capo di Taranto Carlo Maria Capristo

ROMA – Con un comunicato stampa firmato dal Procuratore Capo di Taranto Carlo Maria Capristo in serata è stato smentito quanto dichiarato dall’ex consigliere comunale di Taranto Angelo Bonelli (ripetutamente “trombato” dagli elettori alle elezioni regionali nel Lazio e politiche a Taranto) sul presunto presunto coinvolgimento dell’ Avv. Amara nel confronto intercorso tra la Procura Taranto e e la struttura commissariale di Ilva in amministrazione straordinaria, richiamato nel comunicato stampa a firma dell’esponente dei Verdi.

Si rendono doverose alcune precisazioni per correttezza di informazione. Come risulta in atti, l’ Avv. Amara non ha mai ricevuto alcun incarico per il procedimento penale “Ambiente Svenduto“, né tanto meno per la specifica vicenda del patteggiamento di Ilva in as, quale Ente incolpato ai sensi del dlgs231/2001. Il suddetto legale, quale mero consulente – di supporto alla struttura commissariale- in materia ambientale, rappresentata dal Prof. Laghi, ha preso parte soltanto a n.3 dei n.26 incontri collegiali sul tema, limitandosi esclusivamente a presenziare al confronto“.

gli ex-commissari ILVA Carruba, Laghi e Gnudi

“La Procura è sempre stata rappresentata da tutti i componenti del pool che seguiva il processo ambiente svenduto composto dal Procuratore Capo, dal Procuratore Aggiunto Argentino (all’epoca dei fatti, poi trasferitosi a Matera – n.d.r. ) sostituti procuratori dott.ri Mariano Buccoliero, Giovanna Cannarile (trasferita a Leccen.d.r. ), Remo Epifani, Raffaele Graziano”  Il comunicato continua: “In occasione dell’ incontro avvenuto 24 ottobre 2016, hanno presenziato anche il Procuratore Capo di Milano dr. Francesco Greco ed i Sostituti Mauro Clerici e Stefano Civardi, in ragione delle connessioni sostanziali e processuali intercorrenti con i procedimenti pendenti presso il Tribunale di Milano a carico della famiglia Riva (Bancarotta Ilva)”  .

“La struttura commissariale di Ilva è sempre stata rappresentata dal difensore e procuratore speciale Avv. Angelo Loreto ( a lato nella foto n.d.r.), materiale estensore e sottoscrittore dell’istanza di patteggiamento verso la quale è stato prestato il consenso della Procura. Avverso ordinanza di rigetto del patteggiamento è stato proposto dalla struttura commissariale Ilva ricorso per Cassazione. La Suprema Corte, pur dichiarando l’inammissibilità del ricorso, ha riconosciuto la fondatezza dei vizi di legittimità dell’ordinanza stessa, che potrebbe quindi essere impugnata al termine del processo di primo grado” conclude il comunicato che ricostruisce la verità di quanto accaduto con dovizia di particolari e testimoniante sicuramente attendibili e smentisce Angelo Bonelli, che ancora una volta ha perso una buona occasione per tacere parlando a sproposito e per sentito dire dai suoi “adepti” locali .

Angelo Bonelli nella sua palese “ignoranza” in materia giudiziaria, aveva richiesto nel pomeriggio con un suo comunicato stampa (che il CSM ha letteralmente ignorato) che “il Consiglio Superiore della Magistratura dovrebbe con celerità intervenire e sospendere dalle funzioni il procuratore capo della repubblica di Taranto dr. Carlo Maria Capristo ed accertare che rapporti c’erano tra il procuratore e l’avvocato Amara nella vicenda Ilva“.

Forse è il caso che qualcuno spieghi a Bonelli che non si rimuove un procuratore capo soltanto perchè iscritto nel registro degli indagati, che peraltro è un atto dovuto e di garanzia nei confronti dell’indagato secondo quanto previsto per Legge e dal Codice Penale . Ben altra cosa è essere rinviato a giudizio o imputato in un processo. Trattasi quindi, come dicevamo, di “ignoranza giudiziaria“. Che spiega anche come mai il signor Angelo Bonelli da 10 anni a questa parte si candidi inutilmente dappertutto con chiunque senza successo. Infatti, la legge non ammette ignoranza…!

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