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22 Novembre 2024 03:36

Critiche ed ironia si, offese no !

Questo quotidiano online, non è mai stata “tenero” o ossequioso con Domenico Campitiello, imprenditore campano presidente e proprietario del Taranto Fc1927, società rilevata dall’ accoppiata Nardoni-Petrelli che gli hanno lasciato una società piena di debiti, nonostante il “bluff” di Fabrizio Nardoni con evidenti scopi di consenso elettorale e politico raccontava ai quattro venti che avrebbe lasciato la società senza debiti. I documenti, quindi fatti dicono che ne ha lasciati tanti, troppi. Abbiamo spesso e volentieri criticato Campitiello ed eravamo gli unici a farlo, in  solitario,  nel triste squallido panorama del giornalismo tarantino che per vendere qualche copia in più ai tifosi o avere più lettori su qualche sito online cerca di camuffarsi in giornale…

Dopo aver visto delle scritte all’esterno dello stadio, scritte da qualcuno dei tifosi che definire  ingrato e vigliacco è dir poco, ma sopratutto dopo aver letto questa mattina degli articoli degni di un giornalismo becero ed opportunistico di qualche giornalista che cerca di fare opinione….o di vendere qualche copia in più ai propri tifosi, noi non ci stiamo.

A questo punto siamo dalla parte di Campitiello, che non conosciamo, che non abbiamo mai incontrato, e che abbiamo spesso e volentieri attaccato e preso in giro. E vi spieghiamo il perchè. L’imprenditore campano è arrivato a Taranto su pressioni di Francesco Montervino e di un loro comune amico, un costruttore campano. Nessuno acquista società di calcio per beneficenza, e ci sono stati esempi di imprenditori come Pasquale Casillo (campano) che rilevò il Foggia e con Zeman lo portò ai fasti della serie A, come il presidente della Lazio ,  Lotito che in società con suo cognato Marco Mezzaroma ha rilevato la società Salernitana , squadra in cui giocava sino a giugno scorso, guarda caso,  proprio quel Montervino, che a fine contratto è stato fatto “accomodare” fuori la porta, senza offrirgli (seppure fosse il capitano) nessun incarico. O imprenditori come Spinelli che ha acquistato e gestito prima il Genoa e poi il Livorno. O come Zamperini che ha acquistato il Venezia e poi il Palermo.

Montervino lo scorso 2 luglio 2014  al quotidiano La Città di Salerno (gruppo Repubblica- l’ Espresso) che gli chiedevaFarà il ds a Taranto?” , dichiarava quanto segue – vedi qui – :

Schermata 2015-03-25 alle 01.04.37

«Sono integro, potrei giocare ancora un paio di anni. Si è aperta nel frattempo una porta nella mia città. Gli amici Mimmo e Franco Campitiello mi avevano chiesto informazioni sul Taranto. Li ho presentati all’attuale società, è cominciata una trattativa e mi hanno in qualche modo coinvolto. Potrei far parte del progetto: se accadesse, da calciatore. Se poi nessuno mi vuole, allora pure da dirigente. Fino al 30 giugno ho aspettato solo la chiamata della Salernitana. Lo dovevo al club col quale ho condiviso per 3 anni vicissitudini belle e meno belle. Poi purtroppo quello che speri non accade. Però io posso solo ringraziarli. Pure la Salernitana credo dica grazie a Montervino: in D mi sono rimesso in gioco su ogni aspetto, quest’anno ho fatto un grande campionato contrariamente alle idee di certi personaggi». Ecco cosa ha spinto Montervino a tornare a Taranto: solo e soltanto la mancanza di uno stipendio per se e suo padre che si occupava del settore giovanile.

Il calcio è un “business”, e se ben gestito può produrre utili, così come può aiutare molto lo sviluppo ed estensione degli affari degli imprenditori che vi investono. Oggi, e gli va riconosciuto, Campitiello a Taranto è un buon esempio di sana gestione imprenditoriale-sportiva, avendo sanato la situazione debitoria della società, pagato regolarmente gli stipendi (in serie D, è quasi un miracolo) e saldato ogni debito con il Comune di Taranto per la gestione dello stadio, compreso i debiti lasciati delle precedenti gestioni. Ma il “salumaio” e lo dichiamo e ripetiamo, come sempre con ironia, in quanto Campitiello non è un benefattore, nè tantomeno un pozzo di San Patrizio da cui attingere soldi, ed acquistare giocatori.

Non era facile trovare giocatori disponibili a giocare a Taranto, dopo l’eredità debitoria delle precedenti gestioni Blasi-D’Addario-Nardoni, anche perchè i giocatori se non hanno garanzie cambiamo squadra, così come ha fatto il “bomber” Molinari che ha preferito, alla fine dello scorso campionato, andarsene a giocare a Brindisi. Ricordatevi le “sparate” nelle conferenze stampa tenute da Montervino quando, non era ancora abilitato a fare il direttore sportivo, faceva e disfaceva il parco giocatori, ingaggiando degli autentici “bidoni” o giocatori ormai “decotti” come il brasiliano Pia, tanto per fare un esempio….

Quello che colpisce sfogliando i quotidiani di ieri, è il “servilismo” galoppante di alcuni giornalisti sportivi che pur di strappare una dichiarazione a Montervino e Battistini, dimenticano che il ruolo di un giornalista è quello di raccontare fatti, e fare domande. Ebbene nessuno ha domandato a Pierfrancesco Battistini il vero e reale motivo della sua dichiarazione a dir poco ambigua ed equivoca “così non si può andare avanti.……non ci sono più le condizioni.”

Nessuno ha domandato al tecnico auto-dimessosi (e non licenziato) dal Taranto, se fosse vera la voce circolante che sarebbe stato avvistato la scorsa settimana a cena con l’ex ds dei rossoblù, Vittorio Galigani, che si aggira ancora dietro le quinte del calcio dilettantistico e semi professionistico…

Fanno semplicemente ridere certe dichiarazioni di un tecnico, come Battistini, che per venire a Taranto, non è stato strappato a nessuna società,  per il semplice fatto che era disoccupato, e che in passato  è stato spesso esonerato dalle società che ha allenato. Cosa dovrebbe dire allora,  l’ex-giocatore campione del mondo, l’ex ct della Nazionale Italiana Donadoni, che da mesi lavora in panchina come i suoi giocatori senza ricevere lo stipendio  dal Parma ? E’ da questi comportamenti che si riconoscono i veri “uomini” dai quaquaraquà ! Un vero leader non abbandona mai la propria squadra, sopratutto alla vigilia di una partita importante contro la capolista.

Così come riteniamo vergognose le allusioni a delle ingerenze della famiglia Cosa nella gestione del Taranto. L’unico a dire il vero, che secondo noi  dovrebbe farsi da parte ed evitare di fare il “cortigiano” di Campitiello, è l’assessore allo sport, Francesco Cosa, onnipresente nelle fotografie al seguito del presidente-imprenditore campano. Non si capisce inoltre cosa ci sia di strano nel fatto che sua sorella, Maria Cosa, sia stata chiamata dal presidente del Taranto Fc 1927 a supervisionare le operazioni societarie e commerciali della società.

Pochi sanno, o forse fanno finta di non sapere (???) e ricordare che nel orso della sua esperienza manageriale-imprenditoriale Maria Cosa, ha diretto per quasi tre anni l’emittente televisiva tarantina Blustar Tv, lavorando successivamente per 10 anni a Studio 100 insieme ai fratelli Cardamone. Quindi non ci sembra essere una “novellina”… nè tantomeno una donna a caccia di soldi o protagonismo. Ci risulta infatti che la signora Cosa sia proprietaria di tre strutture di bed & breakfast nel centro di Taranto, e sicuramente non le manca un lavoro o una carta di credito personale.

Ma tutte queste cose la Gazzetta del Mezzogiorno, il Quotidiano, e gli altri giornaletti locali, non lo raccontano. E si, loro si… che sono giornalisti…!

Concludendo, non vi stupite più di tanto, ma noi questa volta noi siamo accanto a Campitiello, ai giocatori del Taranto Fc 1927 (sono loro che vanno in campo !),  alla dirigenza che non può vanificare le aspettative di una città che vuole tornare a contare nel mondo calcistico. Quindi questa volta ci uniamo anche noi ai veri tifosi del Taranto per gridare “Forza Taranto” ! E’ la città di Taranto, senza divisioni che ha bisogno di tornare nel calcio professionistico, ed insieme a lei, i tifosi, la stampa (non proprio tutta….)

E credeteci, lo diciamo senza essere ubriachi, impazziti, o per ottenere qualcosa. Al “salumaio” non abbiamo mai chiesto e mai chiederemo nulla.  Quello che scriviamo, lo pensiamo perchè amiamo questa città, al contrario di qualche mercenario “calcistico”, che farebbe bene a questo punto a prendere residenza altrove. E gentilmente a non farsi mai più vedere dalle parti dello stadio Iacovone.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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