ROMA – La multa di 5miliardi di dollari comminata a Facebook , grazie all’intervento della Ftc, l’agenzia per il commercio degli Stati Uniti, ha lasciato il segno. La pesante multa record, che rappresenta il 10% del fatturato annuale oltre 55 di miliardi del colosso guidato da Zuckerberg, cambierà il comportamento della piattaforma in tutte le sue diverse articolazioni, da Instagram a WhatsApp passando per il social-madre Facebook e la sua chat Messenger .
Lo hanno anticipato Mark Zuckerberg, con due lunghi post publicati sulla sua pagina “pubblica” su Facebook, uno dedicato alla multa subita per le violazioni sulla “privacy” ed un altro dedicato ai risultati finanziari dell’ultimo trimestre, e Colin Stretch il capo dei consulenti legali del gigante californiano, con il rilascio di una nota dedicata alla stampa. Il primo punto da mettere a fuoco è che l’approccio di Menlo Park muterà dal punto di vista della progettazione dei propri servizi e prodotti più che per gli utenti.
Il cambiamento è collegato alla nuova procedura che verrà utilizzata quando si costruisce o aggiorna un qualsiasi pezzo delle tante piattaforme: i controlli sulla privacy seguiranno il tracciato di quelli sul bilancio, allineandosi alla legislazione cosiddetta Sarbanes-Oxley, una legge introdotta nel 2002 dopo diversi scandali contabili come quello che coinvolse la multinazionale dell’energia Enron, fallita appunto nel 2001. Delle prescrizione fanno parte anche rapporti trimestrali sia al consiglio di amministrazione, che ne risponderà direttamente, che alla medesima Ftc.
Una vera “rivoluzione” a Menlo Park
“Proprio come abbiamo un comitato di audit interno per sorvegliare le finanze, ne metteremo in piedi un altro dedicato alla privacy. Abbiamo anche chiesto a uno dei nostri più esperti product leader di diventare Chief Privacy Officer for Products”, ha spiegato Zuckerberg , battezzando all’interno del gruppo un ruolo che pare cucito su misura in base alle prescrizioni europee incluse nel nuovo regolamento generale europeo per la privacy. Tutto quello che già c’è verrà rianalizzato e qualsiasi funzionalità futura, o modifica all’esistente che coinvolga i dati degli utenti e il loro trattamento (con particolare attenzione alle applicazioni di terze parte, che spesso ficcano troppo il naso), dovrà essere accompagnata da un elenco dei rischi possibili e dei metodi impiegati per mitigarli.
Un lavoro imponente che modificherà alle radici la consueta rapidità di sviluppo di colossi informatici come Facebook: “Ci vorranno centinaia di ingegneri e più di un migliaio di persone del nostro gruppo per fare questo importante lavoro” ha confermato il cofondatore che ha anche anticipato che però, per sfornare nuovi servizi, occorrerà più tempo.
“Cambiare la cultura della privacy”
Le modifiche in cantiere sono l’origine di una sanzione e di obblighi che “non hanno precedenti nella storia della Ftc”, come ha ricordato Joe Simons presidente dell’agenzia federale, spiegando che l’obiettivo è “cambiare la cultura della privacy di Facebook e evitare future violazioni“. Le nuove regole che in parte sono state imposte e in parte proposte dalla piattaforma vanno ben oltre quanto richiesto da qualsiasi legge statunitense. Zuckerberg ha aggiunto “le sostengo perché credo che ridurranno il numero degli errori che facciamo e ci aiuteranno ad aumentare la protezione per tutti“. Intorno a questo cambiamento si muovono anche le strategie per il futuro dei prodotti dal punto di vista dei consumatori. Se i cambiamenti dopo l’accordo con la Ftc colpiscono le policy produttive, di programmazione e di controllo interno che si irrigidiscono, nonchè di trasparenza nei confronti di due autorità pubbliche come la Ftc e il Dipartimento di Giustizia, Mark Zuckerberg in un altro post si è lanciato oltre, anticipando qualcosa di più sulle sue creature.
Ottenere da Facebook cifre divise per piattaforma è di per se complicato, in quanto vengono sempre resi noti complessivi. I risultati dell’ultimo trimestre rivelano che l’utenza complessiva di Facebook, Instagram, Messenger e WhatsApp è cresciuta arrivando a 2,7 miliardi di persone al mese, ed almeno 2,1 miliardi di loro usano su base quotidiana almeno una delle piattaforme. Dopo la stangata collegata allo “scandalo Cambridge Analyticae“ il gruppo vuole continuare a evolversi per la tutela della privacy: “Abbiamo una responsabilità sia perché dobbiamo continuare a innovare che nel costruire esperienze qualitativamente nuove e inedite“, ha aggiunto Zuckerberg.
Rimozione dei contenuti e norme antibullismo
Zuckerberg ha rinnovato l’invito ai Governi a muoversi e in fretta per determinare delle nuove regole per i discorsi d’odio, il cyberbullismo e tutto il resto della fabbrica dell’ “hate speech” portando a esempio lo scivoloso accordo (secondo molti analisti) raggiunto con il Governo francese. Da questo punto di vista il cofondatore sembra mettere l’Europa, più che gli Stati uniti, in un ruolo di guida chiedendo leggi e regole certe che esulino Facebook dal ruolo di ‘vigilante’ dei suoi stessi contenuti. Anche se nel frattempo segnala i progressi ed annuncia che dal prossimo anno i rapporti di trasparenza saranno pubblicati ogni tre mesi. In via di definizione il progetto per una specie di “Corte d’Appello'” che partirà alla fine del 2019, alla quale gli utenti potranno rivolgersi in caso di rimozioni sbagliate o arbitrarie di post e contenuti. Il Ceo di Facebook ha ricordato anche i buoni risultati rispetto al contrasto alle interferenze nelle ultime elezioni europee.
Verso l’integrazione
Entro i prossimi 5 anni avremo un’unica grande piattaforma di chat ( su cui migreranno Whatsapp e Messanger) attraverso la quale sarà possibile pagare e fare decine di altre cose. E dove finiranno tutti i contenuti come le storie, cioè foto e video a scomparsa, , senza mai uscirne. Messenger verrà sempre più aggiornata e modificata alla radice “per farne la più rapida e sicura piattaforma di messaggistica al mondo“.