Procure: continua la guerra fra magistrati a botte di ricorsi su ricorsi
Csm & Giustizia
Redazione CdG 1947
Annullata dal Tar la nomina della pm barese Ginefra bloccata a Larino. Accolta la richiesta del procuratore aggiunto di Roma Clemente. Nitti ripresenta opposizione contro il Csm per l'assegnazione della poltrona di procuratore capo a Trani . Partite le grandi manovre per la guida della Procura di Bari, dove fra un anno il procuratore Volpe andrà in pensione
ROMA – Continuano senza soste le “guerra” tra magistrati per la nomina a procuratore capo di Larino, che si è conclusa con l’estromissione della procuratrice Isabella Ginefra, e quella per il vertice degli uffici giudiziari di Trani, appena riapertasi e finalizzata ad annullare la nomina di Antonino Di Maio.
Guerre che si consumano con ricorsi su ricorsi tra il Csm e il Tar Lazio mentre a Bari sono già partite le “manovre” dell’addio del procuratore Giuseppe Volpe, che arriverà tra un anno esatto per raggiunti limiti di età, e la successione a Giorgio Lino Bruno procuratore aggiunto a capo del pool che indaga sulla pubblica amministrazione.
La procura di Larino
Il caso è esploso con la sentenza del 1 agosto, dopo che i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso presentato dal sostituto procuratore di Roma Antonio Clemente, annullando la nomina a capo della Ginefra, che aveva preso il posto a Larino di Ludovico Vaccaro, attuale procuratore capo di Foggia, grazie alla delibera del plenum del Csm che l’aveva nominata il 12 settembre 2018 con 13 voti ( contro i 9 attribuiti a Clemente), ribaltando di fatto le indicazioni della Quinta commissione, che invece aveva indicato come candidato migliore il pm romano , attribuendogli 4 voti contro i 2 assegnati alla Ginefra.
La deliberazione è stata annullata dal Tar, in quanto il bando con cui era stato messo a concorso il posto non aveva previsto tra i requisiti l’avvenuta partecipazione al corso di formazione per dirigenti giudiziari. Ai magistrati concorrenti era stato consentito di partecipare al corso anche dopo la presentazione della domanda, cioè quanto aveva fatto Isabella Ginefra, che pur avendo inoltrato la domanda per il bando entro il 18 gennaio dello stesso anno, aveva frequentato il corso dal 19 al 22 febbraio 2018 .
Un iter questo, illegittimo secondo i giudici, perché “la partecipazione al corso di formazione è requisito necessario per la partecipazione al bando ” e l’attestazione non può essere successiva alla domanda. Nella stessa sentenza con cui Il TAR ha “rimosso” la procuratrice Ginefra , rivalutando Clemente, al quale il Csm aveva fatto pesare di avere ricevuto nel 2006 una censura. La sentenza dei giudici amministrativi sostiene che”Tale sanzione non avrebbe potuto essere considerata preclusiva dell’incarico ma avrebbe dovuto essere valutata“
La procura di Trani
Il Consiglio superiore della magistratura aveva voluto fortemente alla guida della Procura Antonino Di Maio e continua ancora oggi a volerlo considerato che si è costituito in giudizio contro il nuovo ricorso presentato dal concorrente Renato Nitti contro questa nomina. Nitti già pm a Trani, e pm della Dda di Bari definì illegittima la delibera con cui il Csm scelse Di Maio nell’aprile 2017 .
Non ottenne ragione dal Tar ma dal Consiglio di Stato, che valutò la proposta del magistrato siciliano sull’organizzazione della procura, come ” generica e inconsistente”. A febbraio 2019 il Csm nonostante questa sentenza, riconfermò DiMaio alla guida della procura di Trani, puntando sull’esperienza “più ricca, in molte più procure”.
Nitti non si è dato per vinto ed ha quindi presentato un nuovo ricorso, contro il quale il Consiglio superiore della Magistratura ha deciso di resistere, con il voto contrario degli esponenti di Area.
Le manovre per la Procura di Bari
Nel capoluogo pugliese il procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno, che raggiunge gli otto anni previsti per incarico semi-direttivo, lascerà a novembre il suo posto alla guida del “pool pubblica amministrazione” — ha in mano le indagini più delicate, come ad esempio quelle sul governatore della Regione Puglia Michele Emiliano per dei presunti abusi d’ufficio nei casi Ladisa e Spina e quelle sul voto di scambio per le elezioni comunali di Bari.
Il posto a disposizione è stato pubblicato ma non sono ancora noti i nomi dei concorrenti, tra i quali potrebbe esserci lo stesso Nitti ma anche alcuni sostituti come Marcello Quercia o Giuseppe Maralfa che possono contare su una considerevole anzianità di servizio.
Partendo dal fatto che il Csm sta attualmente deliberando su posti rimasti scoperti da un anno, è possibile prevedere che anche a Bari ci sarà un vuoto alla guida del pool pubblica amministrazione, anche se è ipotizzabile che uno degli altri aggiunti Alessio Coccioli,Francesco Giannella e Roberto Rossi non venga chiamato a coordinarlo.
Per la sostituzione del procuratore Volpe, al momento della sua prossima pensione corrono sempre più voci ricorrenti, che vedrebbero in pista Carlo Maria Capristo, attuale procuratore capo a Taranto, dopo aver diretto la procura di Trani, il quale prima di essere nominato al vertice della procura tarantina, venne “tradito” dalla sua stessa corrente al CSM (Palamara in testa) per la poltrona di procuratore generale a Bari, dove gli venne preferito un collega solo per alcuni mesi di anzianità in più.
Potenziali candidati sono anche i due procuratori aggiunti di Bari, Roberto Rossi e Francesco Giannella che attualmente guidano rispettivamente il “pool reati finanziari” e la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, ma anche due magistrate di origine “barese” e cioè l’attuale procuratrice aggiunta di Foggia, Francesca Romana Pirrelli ed Elisabetta Pugliese, in servizio come sostituto procuratore alla Direzione Nazionale Antimafia.
Oltre a loro potrebbero concorrere ancheGiovanni Russo, procuratore aggiunto della D.N.A. Gaetano Paci, che ricopre lo stesso incarico a Reggio Calabria, Francesco Prete attualmente a capo della procura di Velletri , e l’aggiunto Luca Masini, attuale reggente della Procura di Salerno.
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