di Antonello de Gennaro
ROMA – dal Quirinale
Sono ore decisive quelle che stanno passando oggi per limare i forti e forse indissolubili contrasti i nodi che al momento bloccano l’intesa per un Governo M5s-Pd e la conseguente la formazione di un nuovo governo. Il ruolo di Luigi Di Maio ed il voto sulla piattaforma Rousseau da parte del Movimento Cinque Stelle sono i due macigni che ostacolano la “chiusa” dell’accordo. Mentre alla Camera è ancora in corso da questa mattina l’incontro tra le delegazioni del Partito democratico e quella dei pentastellati, la direzione nazionale del Partito democratico ha dato all’unanimità pieno mandato a Nicola Zingaretti nelle consultazioni a dare la disponibilità e verificare le possibilità di un nuovo governo.
Oggi inoltre è il secondo e ultimo giorno del secondo giro di consultazioni al Quirinale. Alle 16 Mattarella incontrerà la delegazione del Pd, quindi alle 17 sarà la volta di Forza Italia, ed a chiudere alle 18 la Lega, ed alle 19 M5s. Il Quirinale si atterrà alle dichiarazioni dei gruppi parlamentari che sono consultati anche oggi da Mattarella, non prendendo minimamente in considerazione le votazioni della piattaforma Rousseau, che peraltro non è prevista neanche dalla Costituzione ! . E’ quanto trapela al termine delle prime consultazioni di questa mattina.
Come dicevamo la direzione nazionale del Pd ha dato pieno mandato a Zingaretti a dare la disponibilità nelle consultazioni a verificare le possibilità di un nuovo governo. Tutti i componenti della direzione hanno votato a favore della relazione del segretario, tranne – a quanto si apprende – il senatore Matteo Richetti che ha detto “no“. Preoccupa il voto sulla piattaforma Rousseau: “Se dovesse entrare in conflitto con la Costituzione – aggiunge Andrea Orlando – e incidere sulle decisioni del capo dello Stato sarebbe inaccettabile. Se è uno strumento di decisione interna è un altro discorso“. Il ruolo di Di Maio “resta un problema serio – afferma Orlando del Pd – Non possiamo andare in un governo in cui sia il presidente del Consiglio sia il vicepremier sono dello stesso partito“.
“Oggi noi andremo dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedergli di mettere fine a questo spettacolo indecoroso». Così Matteo Salvini in diretta streaming su Facebook. “Non c’è una maggioranza in questo Parlamento – ha aggiunto – qualcuno pensa che il Parlamento degli opposti e dei perdenti possa dare un futuro a questo Paese?“.
Meloni (Fratelli d’ Italia) “al voto o è un inganno” – “Abbiamo ribadito la nostra posizione chiara e semplice. Per noi l’unico o sbocco possibile è lo scioglimento immediato delle Camere ed il ritorno alle urne. Abbiamo chiesto a Mattarella di valutarlo anche nel caso in cui M5S e Pd confermassero la loro volontà di procedere verso il ‘patto della poltrona’, che è un inganno“. Lo dice Giorgia Meloni leader di Fdi. “Scenderemo in piazza se questo governo dovesse nascere: a piazza Montecitorio il giorno della fiducia” invitando “anche i delusi dei partiti che fanno il contrario di quello che avevano promesso. Noi siamo dalla parte della democrazia“.
“Alla fiducia ci asterremo e poi ci regoleremo di volta in volta: non diamo la fiducia in partenza al Governo non escludendo la possibilità di un appoggio esterno senza poltrone“. Lo ha detto ai giornalisti il rappresentante della SVP nel gruppo per le Autonomie al Senato, ai giornalisti al Quirinale dopo l’incontro con il capo dello Stato.
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