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22 Novembre 2024 14:31

Blitz europeo della Guardia di Finanza contro la pirateria tv, oscurata Xtream

Oltre 100 militari della nostra Guardia di Finanza coinvolti in un'operazione che si svolge, contemporaneamente, in altri 5 Paesi. Fino a 5 milioni di clienti in Italia. Un arresto a Salonicco. Il volume d’affari viene stimato in oltre 60 milioni l’anno. Nei confronti dei responsabili dell’ organizzazione si procede per associazione a delinquere finalizzata alla riproduzione e commercializzazione illecita di IPTV con la circostanza aggravata del reato trasnazionale

ROMA – La Guardia di Finanza all’offensiva per smantellare l’organizzazione dei pirati del calcio, dei film, delle fiction. Oltre 100 militari del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche ( l’ ex G.A.T.) della Fiamme Gialle sono al lavoro per smantellare un’organizzazione clandestina tra le più importanti al mondo, che permetteva a circa 5 milioni di italiani di visionare tutti i canali di Sky, di Mediaset Premium (finché è stata attiva), di Dazn, di Netflix, di Infinity (gruppo Mediaset) in cambio di un abbonamento low cost che costava soltanto 15 euro al mese.

 L’organizzazione illegale aveva messo in piedi una vera e propria rete commerciale. I pirati trasformavano il segnale televisivo – comprato in modo lecito – in un flusso di dati digitali in grado di viaggiare via computer. Quindi inviavano questo flusso a delle rivendite che erano particolarmente radicate in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Queste rivendite proponevano poi il pacchetto in vendita all’utente finale.

I finanzieri si muovono sotto il coordinamenti dei magistrati Giovanni Melillo, Vincenzo Piscitelli e Valeria Sico della Procura della Repubblica di Napoli.

I  clienti venivano suddivisi in tre categorie: famiglie, imprese ed incredibilmente anche degli alberghi. Praticamente l ‘utente finale doveva dotarsi di un programma che poteva trovare e scaricare collegandosi ad uno specifico sito (che adesso sarebbe stato oscurato). Dopodichè immetteva le sue credenziali per vedere partite, film, fiction. Sempre lo stesso sito consentiva di acquistare a 59 euro al mese uno “abbonamento speciale” che consentiva di vedere i contenuti tv “piratati” e persino anche di rivendere il servizio ad altre persone.  In questa maniera si è creata così una catena infinita di piccoli distributori dei canali televisivi , i quali trattenevano per sé una percentuale dei ricavi).

I clienti in alcuni casi dovevano dotarsi di un decoder illegale (denominato il “pezzotto“). con il quale 700 mila utenti piratavano le tv satellitari.  “Tutti i clienti – dice in conferenza stampa il colonnello Giovanni Recciarischiano ora il carcere da 6 mesi a tre anni e una multa fino a 28 mila 822 euro“. Gli investigatori proveranno a rintracciarli attraverso le carte di pagamento con cui hanno acquistato gli abbonamenti. Secondo la Guardia di Finanza sono migliaia le persone che hanno perso il posto di lavoro, in Europa, in seguito alle crisi aziendali indotte dal sistema smantellato questa mattina.

“I nostri finanzieri dunque hanno sequestrato il sito con sede in Bulgaria – ha aggiunto il colonnello Reccia   –, ideato da due cittadini greci – che offriva la visione piratato. A Salonicco, i nostri finanzieri e la Polizia greca hanno anche arrestato un cittadino ellenico – C.P., uno degli artefici della piattaforma – che aveva con sé 110 mila euro i contanti, molte criptovalute, attrezzature informatiche sofisticate“.

Altre 4 persone coinvolte hanno subìto il blocco di 197 tra carte Paypal e Postepay, conti correnti bancari e wallet bit coin (per le valute digitali), dove venivano raccolti i ricavi dell’attività clandestina. Il volume d’affari viene stimato in oltre 60 milioni l’anno. Nei confronti dei responsabili dell’ organizzazione si procede per associazione a delinquere finalizzata alla riproduzione e commercializzazione illecita di IPTV con la circostanza aggravata del reato trasnazionale; nei confronti dei fruitori del servizio è prevista la reclusione da sei mesi a 3 anni e la multa fino a 25.822 Euro.

 

Emessi sempre dalla Procura di Napoli otto ordini europei di indagine che sono stati eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria, con numerose perquisizioni “per smantellare le centrali del network ed aggredirne i rilevanti proventi illeciti“.  Sequestrati in tutto altri 80 siti internet e 183 server “dedicati alla diffusione dei flussi audiovisivi“.

 

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