ROMA – La vicenda dell’ ex-ILVA si prende la scena sul palcoscenico nell’ambito del percorso parlamentare del decreto fiscale, con la presentazione degli emendamenti dei “renziani” di Italia Viva che nella Commissione Finanze della Camera dei Deputati, hanno introdotto e presentato un doppio emendamento nell’ambito della conversione del decreto: la proposta ha di fatto l’effetto di ripristinare lo scudo penale per ArcelorMittal, quello che metteva al riparo i commissario dell’ amministrazione straordinaria statale ed i manager dai processi per quel che concerne l’attività di esecuzione del piano ambientale dell’acciaieria tarantina.
Una protezione al momento abrogata dal M5S (con voti anche del Pd e di LeU) dopo una serie di cambi d’idee, motivo per cui la multinazionale franco-indiana aveva annunciato e confermato la decisione di abbandonare Taranto e l’ Italia, dove erano presti 4 miliardi e mezzo di investimenti, chiedendo al tribunale di Milano di annullare il contratto successivo alla gara internazionale, grazie alla quale si era aggiudicata l’acciaieria.
Gli emendamenti sul caso-Ilva di Italia Viva sono due: uno valido per il caso di “specie” dello stabilimento di Taranto, ed uno in via generale per le imprese eventualmente impegnate nel contesto di un processo produttivo per realizzare un’opera di bonifica ambientale.
Nel pacchetto di modifiche presentate dai “renziani” vi sono delle misure correttive relative all’articolo 4 (quella limita una ulteriore burocrazia alle imprese, assolutamente non necessaria ), una per l’articolo 39 (quello sui reati tributari), l’accelerazione dei fabbisogni standard per i comuni, il sostegno al settore agricolo, le semplificazioni fiscali, il blocco delle aliquote locali. Le proposte di Italia Viva sono 58 in tutto: la grande maggioranza di esse si concentra proprio sul fronte dei reati tributari.
I Cinque stelle sono sul piede di guerra e la presidente della Commissione Finanze, la “grillina” Carla Ruocco, sembrava intenzionata a dichiararlo inammissibile. Il guanto di sfida resta però sul tavolo e dagli uomini del Pd – visto il clima – sono partiti degli sms in direzione Movimento5 Stelle per far sapere e rassicurarli che l’emendamento da loro non verrà preso in considerazione.
Gli emendamenti targati Partito democratico sono ancora più numerosi : ne hanno presentati 200 con l’impegno a scremare a circa 140 le proprie proposte di modifica su cui concentrare l’esame . Da quanto si apprende dall’interno della Commissione, però non è stato presentato dal Pd alcun emendamento per reintrodurre lo scudo penale per ArcelorMittal nella realizzazione del piano per l’ex Ilva. Il Pd inizialmente nel recente passato si era manifestato pubblicamente pronto ad attivarsi per la via parlamentare sul tema, possibilmente con una norma valida per tutti i casi e non “ad hoc” su Taranto.
Oggi pomeriggio il premier Conte dovrebbe nuovamente incontrare a Palazzo Chigi i vertici di Arcelor Mittal per tentare di riaprire la trattativa sull’Ilva di Taranto. Sempre che dopo l’incontro con i Mittal ci sia ancora qualcosa di cui discutere, Conte, avrebbe pianificato anche di incontrare tutti i deputati e senatori grillini del territorio, e quelli capitanati dalla senatrice Barbara Lezzi, che di scudo penale non vogliono sentir parlare e potrebbero far mancare la maggioranza al Governo. Ed a questo punto, qualora venisse posta la fiducia, anche il governo giallorosso, come quello gialloverde entrerebbe a far parte drl libro dei brutti ricordi.