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22 Novembre 2024 04:21

Ecco le prime idee del Governo per l’ ILVA ed il “Cantiere Taranto”

Mentre i "tecnici" lavorano al "Cantiere Taranto" che potrebbe diventare un decreto ad hoc. Il Ministero delloS viluppo Economico smentisce la colossale "fake news" di una lettera di Mittal con l'offerta da un miliardo per lasciare il polo siderurgico, pubblicata dal Fatto Quotidiano e dalla Gazzetta del Mezzogiorno, quotidiani entrambi noti per le "balle" raccontate sulla trattativa dell' ILVA

ROMA –  Intervistato da Lucia Annunziata nel programma “Mezz’ora in più” (RAITRE)  il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha spiegato che con il Governo “abbiamo riavviato il negoziato  con Arcelor Mittal per risolvere la crisi dell’ex Ilva”  e che  adesso “c’è un tavolo di negoziato ma il tema non si affronta singolarmente ma con una visione più ampia” e  che “si lancia un grande progetto per Taranto”.

il ministro dell’Economia e Finanze (MEF) Roberto Gualtieri

Un fondo “straordinario” da 50 milioni per i lavoratori ex ILVA in Amministrazione Straordinaria che prevede anche degli incentivi rafforzati, con sgravi che arriverebbero al 100% per tre anni, per chi assume lavoratori in esubero del polo siderurgico. Sono queste alcune delle misure allo studio del Governo per il “Cantiere Taranto“. Al momento è stato elaborato un pacchetto che contiene solo una decina di misure, che vanno dal sostegno alla zona del Porto al potenziamento dei presidi sanitari. Al momento si sta valutando se inserire alcune norme in manovra o se invece contenere tutto in un decreto ad hoc.

Il pacchetto del “Cantiere Taranto” raccoglie le istanze dei vari ministeri e sarebbe ancora in fase di valutazione tecnica e politica. Il Governo sarebbe orientato a ricondurre tutti gli interventi in un unico “decreto Taranto”, più organico. Per gestire il problema degli esuberi, a partire dai lavoratori che erano rimasti in carico alla gestione commissariale dell’ex Ilva, sono allo studio diverse ipotesi, compresa quella di incentivare, con un “bonus”, tutti coloro che dovessero accettare un nuovo lavoro lontano da Taranto.

Tra le proposte compare poi l’annunciata creazione di un Polo universitario di Taranto per la sostenibilità ambientale e per la prevenzione delle malattie sul lavoro, con un finanziamento di 9 milioni l’anno per tre anni e la previsione di una laurea magistrale in medicina e chirurgia con sede a Taranto dall’anno accademico 2020-21. Al vaglio anche l’istituzione di una Zona franca doganale, per incentivare il recupero delle potenzialità del Porto di Taranto, oltre alla proroga dell’Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale fino al 2022, nella quale sono confluiti circa 530 lavoratori in esubero delle imprese per la movimentazione dei container.

L’esecutivo punta quindi ad accelerare il completamento delle infrastrutture nelle Zone economiche speciali che hanno subito rallentamenti per problemi di autorizzazioni o di sequestri. Si guarda anche alla “green mobility“, con un piano  da realizzare lungo linee ferroviarie dismesse per la “mobilità dolce”. Infine potrebbe arrivare un finanziamento ad hoc per supportare le tradizioni del territorio che sono state danneggiate dalle crisi siderurgica.

E’ stato smentito duramente dal Ministero dello Sviluppo Economico  la colossale “fake news” pubblicata ieri da alcuni quotidiani, tra cui Il Fatto Quotidiano e La Gazzetta del Mezzogiorno che parlavano di una fantomatica lettera (mai pervenuta) che sarebbe stata inviata dalla multinazionale franco-indiana al Mise, con la quale nella fantasia vergognosa dei soliti giornalisti tarantini a caccia di protagonismo (e di qualche euro in più). ArcelorMittal avrebbe proposto al Governo la risoluzione definitiva di ogni rapporto sulla vicenda ex Ilva mettendo sul piatto il pagamento di un miliardo di euro per lasciare Taranto entro aprile 2020, cifra che ArcelorMittal arriverebbe mettendo assieme i 500 milioni per lo svuotamento del magazzino, la fideiussione di 90 milioni intestata a favore dell’Ilva a garanzia del pagamento dei canoni di fitto (15 milioni al mese), la rinuncia agli investimenti ambientali finora sostenuti (altri 400 milioni)” come riportava l’agenzia Ansa (da Taranto) nelle ultime notizie di ieri, sostenendo persino che il Governo avrebbe chiesto il doppio !

Nessuna lettera è arrivata dalla multinazionale Arcelor Mittal ha fatto sapere il Mise smentendo l’indiscrezione fantomatica degna di una vergognosa “fake news” “con l’azienda non si è mai nemmeno parlato di una transazione economica per la sua uscita dallo stabilimento”.

Dalle ore 23  di oggi lunedì 9 dicembre alle 7 di mercoledì 11 le segreterie provinciali di Taranto dei sindacati metalmeccanici hanno annunciato uno sciopero di 32 ore contro il nuovo piano industriale di ArcelorMittal. La manifestazione nazionale a Roma si terrà invece martedì 10 dicembre a partire dalle ore 10. Lavoratori e delegati sindacali partiranno da Taranto con 15 bus. Il concentramento dei manifestanti sarà in piazza Santi Apostoli.

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