ROMA – E’ stato tratto in arresto Pietro Genovese, il giovane che nei giorni scorsi al volante di un Suv ha investito e ucciso le due sedicenni romane Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann. Al termine di una prima serie di accertamenti svolti della Polizia locale di Roma Capitale e sulla base della relazione trasmessa all’Autorità Giudiziaria, sono stati disposti i suoi arresti domiciliari .
Sono stati i test sull’assunzione di stupefacenti a convincere i pubblici ministeri a chiedere la misura cautelare. Le indagini hanno accertato che in auto con Genovese c’erano anche due amici che sono già stati interrogati dalla Polizia Locale i quali hanno confermato la versione del ragazzo: “Il semaforo era verde, loro sono sbucate all’improvviso“.
Sono stati dunque adottati i provvedimenti attesi nei confronti di Pietro Genovese, iscritto nel registro degli indagati per duplice omicidio stradale e trovato positivo a sostanze stupefacenti, hashish e cocaina, e molto oltre i limiti consentiti per quanto riguarda il tasso alcoolico. La dinamica dell’incidente, ricostruita dagli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale e depositata in procura, non sembra trasparire margini di dubbio. A Genovese era stato concesso un nulla osta temporaneo dal pm Roberto Felici per trascorrere il Natale nella casa di famiglia in Umbria. Adesso sconterà gli arresti domiciliari nella casa a Roma.
“Condotta incautamente spericolata” con queste parole il Gip Bernadette Nicotra del Tribunale di Roma definisce il comportamento delle due ragazze, “nella ricostruzione di un incidente stradale, nella sua dinamica e nella sua eziologia, il giudice di merito deve necessariamente tenere conto delle condotte dei singoli utenti della strada coinvolti – si legge nell’ordinanza – per accertarne le responsabilità, determinare l’efficienza causale di ciascuna eventuale colpa concorrente”.
“Alla luce di quanto accertato in questa prima fase – scrive ancora il giudice – le due ragazze, in ora notturna, in zona scarsamente illuminata e con pioggia in atto” stavano “attraversando la carreggiata, scavalcando il guard rail, nel momento in cui il semaforo era fermo sulla luce rossa per i pedoni”.
La misura cautelare serve secondo il giudice, anche ad evitare che Pietro Genovese si metta nuovamente al volante: “La personalità dell’indagato lascia ragionevolmente presumere che il medesimo non si scoraggi dall’usare comunque l’automobile per il solo fatto dell’avere avuta ritirata la patente di guida. Sicchè allo stato al fine di neutralizzare il pericolo concreto ed attuale di reiterazione di condotte analoghe appare necessario limitare la libertà di movimento di Genovese, il quale sebbene incensurato e di età giovane potrebbe mettersi alla guida di autovetture di amici o conoscenti anche senza patente e porre in essere condotte gravemente colpose in violazione delle norme della circolazione stradale compromettendo così la propria e l’altrui incolumità“.
Dalle indagini e dalle analisi effettuate su Pietro Genovese emerge che il 20enne alla guida dell’auto che ha travolto le due adolescenti, poco prima dello schianto aveva bevuto: il test alcolemico ha riportato un valore dell’1.4, tre volte superiore a quello consentito per mettersi alla guida (0.5), e ancora di più per un neo patentato (0,0),, come nel suo caso, perché il codice della strada non consente assunzione di alcol per chi guida da meno di tre anni.
La notizia è stata resa nota proprio in serata mentre stava svolgendo nella parrocchia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore, in via Flaminia Vecchia, una messa di per Camilla e Gaia, iniziata intorno alle 18 alla presenza dei genitori, degli amici e per tutti coloro che le hanno frequentate ed amate. Ci sono tutti i loro i compagni di classe, della 3 CL, del liceo De Sanctis, e tante persone della zona. Al centro della navata della chiesa, rivolto verso l’altare, un leggio con sopra le foto vicine delle due ragazze e sotto una candela bianca. Strazio nella chiesa riempita di dolore.
La notizia dell’arresto di Pietro Genovese si è diffuso immediatamente nella chiesa del Preziosissimo Sangue, alla Collina Fleming, quando si è appena conclusa la veglia di preghiera per Gaia e Camilla. La mamma di Gaia, la signora Gabriella Saracino, attorniata dall’affetto di tanta gente, ha come un tremito: “Gli hanno dato i domiciliari? Meritava sicuramente qualcosa di più, ci ha portato via due angeli, comunque è una buona notizia...” e racconta che in tutti questi giorni la famiglia dell’investitore non si è mai fatta viva con lei: “Ma va bene così — aggiunge con grande dignità — quel ragazzo rimane un disperato”.
Anche il signor Marino Romagnoli il papà di Camilla, riesce a dire qualcosa mentre sua moglie Cristina, la mamma di Camilla, piange tra le braccia dei familiari: “Non mi cambia niente che l’abbiano arrestato. La verità è che Camilla aveva ancora tanto da darmi e invece adesso siamo ridotti così, non m’importa niente lui, il mio cuore è tutto con Camilla e con Gaia, cosa posso dire? La giustizia va avanti…“.
Le indagini procedono e si attendono altre risposte anche dall’analisi del cellulare di Genovese per verificare se al momento dell’ incidente lo stesse utilizzando per parlare o chattare con qualcuno. All’analisi degli investigatori anche le dichiarazioni dei testimoni e le immagini di tutte le telecamere della zona. Al momento l’unica certezza proviene dalle testimonianze di chi ha assistito all’incidente che confermerebbero che Gaia e Camilla abbiano attraversato corso Francia con il semaforo rosso per i pedoni.
La chiesa del Preziosissimo Sangue dove questa mattina alle 10. 30, verranno celebrati i funerali congiunti di Camilla Romagnoli e Gaia von Freymann, è piena di gente, ci sono almeno 300 persone. Il coro canta: “Tu sei bellezza, tu sei purezza, misericordia Gesù”. In chiesa ci sono tutti i compagni di classe delle due ragazze, gli studenti della Terza C del liceo linguistico De Sanctis.
Benedetta e Isabella, le amiche del cuore di Gaia e Camilla, appena sanno dell’arresto di Genovese, scoppiano a piangere. Un pianto mista di rabbia e consolazione. Sono arrivate in chiesa dopo aver finito di preparare i due cartelloni, con le foto e le firme di tutta la classe, che questa mattina verranno sistemati accanto alle bare per poi lasciarli in ricordo ai genitori delle due amiche di scuola. “La tua risata che riempiva la stanza ora ci rimbomba nel cuore“, dice la dedica per Gaia. Quella per Camilla così recita: “E voglio ricordarti come’eri, pensare che ancora sorridi”.
Il viceparroco don Marco Zaccaretti durante la veglia invoca la Madonna: “Anche tu Maria perdesti un figlio sulla Croce, ora intervieni, porta subito Gaia e Camilla in Paradiso, le loro mamme sono sconvolte, la loro fede sta vacillando. Aiutale, Maria, a ritrovare il dono della fede”.
Questa mattina alle 10,30, nella stessa chiesa del Preziosissimo Sangue al Fleming, saranno celebrati i funerali delle due ragazze. Gaia Von Freymann è nipote dell’avvocato tarantino Massimo Saracino, figlia di sua sorella Gabriella che vive da tempo a Roma, a cui il CORRIERE DEL GIORNO rinnova le proprie sentite condoglianze.
Le due famiglie hanno chiesto rispetto per il funerale: vogliono stringersi nel proprio dolore in chiesa senza telecamere ed Autorità. Le due ragazze saranno sepolte nel cimitero romano di Prima Porta.