di Francesca Lauri
Quando Tony Colombo e Tina Rispoli, già vedova di un “boss” di camorra, il 27 marzo scorso uscirono trionfanti sotto l’arco del Maschio Angioino, fedi al dito e bouquet pronto per il lancio, 5 musicisti della Polizia Penitenziaria erano presenti a suonare la tromba per accogliere i neo sposi.
Le sfarzose nozze sicuramente celebrate con evidente poco gusto, non furono di certo inosservate. La mattina del 27 marzo, il corteo nuziale, con tanto di carrozza trainata da quattro cavalli bianchi, giocolieri, musica, ragazze “pon pon”, comparse con vestiti d’epoca e lancio di coriandoli, aveva letteralmente paralizzato il traffico lungo corso Secondigliano. Causando un conseguente caos e mobilità paralizzata anche in piazza Municipio, dove fu celebrato il rito civile qualche ora dopo.
Tina Rispoli è stata in passato sposata con Gaetano Marino, boss del clan degli “scissionisti” di Scampia detto “moncherino” perché perse le mani nell’esplosione di un ordigno, successivamente ucciso otto anni fa a Terracina . La figlia di Tina Rispoli e Gaetano Marino, prima che il padre venisse ucciso, aveva partecipato alla trasmissione tv della Rai “Canzoni e sfide” dedicando una lettera al padre, presente e seduto in studio in prima fila accanto alla moglie.
Il DAP, dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero di Giustizia ha disapprovato la partecipazione dei suoi musicisti e dopo circa dieci mesi da quelle che stampa e salotti televisivi hanno più volte definito come “nozze trash“, ha disposto il licenziamento di quei cinque ispettori appartenenti alla banda musicale della Polizia Penitenziaria.
La motivazione consiste nel danno di immagine che il Corpo della Polizia Penitenziaria ne avrebbe subito, visto che quella manifestazione è finita al centro di un vespaio di polemiche per la presunta irregolarità di alcuni eventi che l’hanno accompagnata. I cinque ispettori della Penitenziaria, tutti residenti in Campania, facevano parte della Banda Musicale del Corpo, che ha sede a Portici, in provincia di Napoli, la più antica scuola di formazione d’Italia della Penitenziaria.
I musicisti erano stati chiamati a suonare da un’agenzia che organizza eventi, venendo ripresi in numerosi video, girati dai fan e postati sui socialnetwork, mentre suonavano allo sfarzoso matrimonio, le cui immagini divennero presto virali sul web. Pochi giorni dopo le nozze, vennero sequestrati agli ispettori gli strumenti e comunicata la sospensione in via cautelativa da parte del Dap, che poi dispose gli accertamenti.
“Siamo certamente dispiaciuti per i destinatari dei provvedimenti e per gli effetti che da essi ne conseguiranno. Nel contempo siamo certi che quanto accaduto possa fare da monito per tutti gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria”, hanno commentato il presidente dell’Uspp Giuseppe Moretti, e il segretario campano Ciro Auricchio, in una nota del sindacato della Polizia Penitenziaria,.
Sotto accusa però è finito principalmente il concerto “show” andato in scena il giorno prima a piazza del Plebiscito, evento al centro di un’inchiesta della magistratura che proprio alcuni giorni fa ha visto Tony Colombo,, interrogato in veste di indagato dai pubblici ministeri Maurizio De Marco e Vincenza Marra della Procura di Napoli che procede nei suoi confronti per il concerto non autorizzato del 27 marzo nella piazza . La festa sarebbe stata una sorpresa di Tony Colombo, nato a Palermo ma radicatosi musicalmente a Napoli, per la sua Tina.
Tina Rispoli, aspettava commossa bendata con un foulard di seta rossa, la dedica dell’uomo che il giorno dopo sarebbe diventato suo marito in un matrimonio che sarà ricordato non solo per la carrozza bianca trainata da cavalli, ma anche per i trombettieri (cinque agenti della polizia penitenziaria) che suonavano canzoni d’amore in un corteo lunghissimo in diretta Facebook che li portò da Secondigliano fino al Maschio Angioino. Una “suonata” che è costata loro il proprio posto di lavoro statale.
Un evento ricordato anche per la hit “Amore ti aspetto all’altare” che con ironia qualcuno in Tribunale ha ribattezzato in “Amore ti aspetto in tribunale”. Ma anche in Procura Tony Colombo non si è fatto mancare il suo puntuale show personale. presentandosi con i capelli tirati all’indietro, bloccati da codino, giacca e pantalone neri, Da Poggioreale, dove aveva parcheggiato il Suv con il quale era arrivato, a via Grimaldi, sede della Procura di Napoli, decine di persone lo hanno accerchiato, abbracciato ed esaltato,. Immancabili i selfie anche davanti all’ingresso della degli uffici della Procura dove al settimo piano lo aspettavano i magistrati per interrogarlo.
L’esibizione di Tony Colombo dedicato alla sua futura moglie , aveva richiamato in piazza del Plebiscito migliaia di fan del cantante neomelodico, era stata comunicata e registrata nell’apposito ufficio del Comune di Napoli in realtà come un “flash mob“, ma l’evento realmente svoltosi non aveva le caratteristiche secondo gli investigatori, dell’ improvvisazione tipica di questo genere di manifestazioni.
La presenza di un palco, di strumentazioni per le videoriprese, di luci e scenografia e la durata dell’evento, di alcune ore, erano diventare di fatto un vero e proprio concerto, svoltosi senza autorizzazione. Allo spettacolo, una vera e propria serenata per la futura sposa, erano presenti anche Gianni Sperti e Tina Cipollaro due volti noti della tv del pomeriggio, presenze fisse nel programma “trash”di Canale5 «Uomini e donne» ideato e condotto da Maria De Filippi . Oltre a Tony Colombo sono state iscritte nel registro degli indagati altre sette persone, tra le quali Claudio de Magistris fratello del sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
Il fratello del Sindaco de Magistris risponde come Tony Colombo di abuso d’ufficio. De Magistris, da oltre vent’anni professionista del settore dell’organizzazione eventi, accompagnato dall’avvocato Enrico Von Arx, ha chiarito la sua posizione. “Conoscevo Colombo dal 2016 per il suo successo come artista e mi sono limitato a dargli una mail istituzionale per una richiesta di un flash mob quando me l’ha chiesta. Nulla di più“, ha dichiarato ai magistrati.
Tony Colombo, accompagnato dall’avvocato Luigi Senese invece si è difeso con fermezza, in quasi due ore di interrogatorio, ribadendo con sfacciataggine incredibile che l’esibizione al Plebiscito non si sia trattata un concerto ma di un “flash mob” per il quale secondo il suo legale Senese non ci sarebbe neanche bisogno di autorizzazione. Ma è venuto fuori nel corso delle indagini, smentendo le dichiarazioni di Claudio de Magistris, che il cantante qualche giorno prima si era messo in contatto con Sarah Terracciano (anche lei indagata) segretaria particolare del Sindaco,
“Conosco Claudio de Magistris da molto tempo. Chiesi se poteva mettermi in contatto con qualcuno al Comune per essere autorizzato ad un flash mob e così fece. Nulla di più. Mi diede una mail con la quale contattai la dottoressa Terracciano che mi rispose e mi autorizzò» ha dichiarato Colombo ai magistrati, dichiarando di ricordare di aver stampato la mail e di averla portata con sé: “La feci vedere anche ai militari davanti alla Prefettura e anche loro mi chiesero un selfie quella sera“.