ROMA – I magistrati Domenico Chiaro e Giulia Aragno della Procura della repubblica di Lodi nell’ambito dell’ inchiesta sul deragliamento del treno Frecciarossa Milano-Salerno di giovedì 6 febbraio ad Ospedaletto Lodigiano, vicino a Lodi, ha iscritto la società Rfi nel registro degli indagati . L’ipotesi di reato è di avere violato la Legge 231 del 2001 sulla responsabilità delle società per i reati commessi dai dipendenti.
L’iscrizione la società Rfi nel registro degli indagati è un atto dovuto per consentire alla società del gruppo Ferrovie dello Stato di nominare consulenti e periti di parte partecipare legittimamente all’incidente probatorio irripetibile sulle evidenze probatorie conseguenti alle indagini in corso.
Nei giorni scorsi la Procura di Lodi ha interrogato i tecnici manutentori dipendenti di Rfi – un caposquadra e quattro operai – indagati in quanto la notte precedente il disastro ferroviario erano al lavoro sul deviatoio “05” lo scambio che gli inquirenti hanno trovato aperto verso un binario morto e che avrebbe quindi innescato il deragliamento del convoglio che viaggiava a 290 chilometri orari, considerato il punto cardinale dell’incidente che ha provocato la morte dei due macchinisti e il ferimento di 31 passeggeri che viaggiavano a bordo del treno Frecciarossa.
Gli operai nel corso dell’ interrogatorio durato oltre 12 ore, hanno spiegato che solo due di loro hanno effettivamente lavorato nella notte tra mercoledì e giovedì allo scambio «05», precisando che si sarebbe proceduto in particolare alla sostituzione dell’attuatore (il meccanismo che comanda lo scambio). Gli indagati hanno ribadito di aver lasciato i binari nella posizione corretta dopo aver “disalimentato” lo scambio. e’ stato per queste motivazioni che gli avvocati difensori degli operai hanno chiesto delle verifiche sui pezzi di ricambio installati quella notte e forniti da una azienda specializzata ( non Rfi n.d.r.) del settore ferroviario, .