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22 Novembre 2024 13:54

Il ministero della Salute fa chiarezza sul CoronaVirus

Covid-19, il Comitato Tecnico-Scientifico chiarisce la definizione di paziente guarito. “Unica diagnosi valida resta il tampone rino-faringeo in quanto non esiste alcun test basato sull'identificazione di anticorpi (sia di tipo IgM che IgG) diretti verso SARS-CoV-2 validato per la diagnosi rapida di contagio virale o di COVID-19"

di Francesca Lauri

Alla luce della necessità di rendere omogenea sul territorio nazionale la definizione di soggetto guarito sia clinicamente, sia dall’infezione da SARS-CoV-2, sia di soggetto asintomatico che ha eliminato il virus, il Comitato Tecnico-Scientifico del Ministero della Salute ritiene opportuno ribadire che le definizioni cui attenersi sono le seguenti.

Si definisce clinicamente guarito da Covid-19, un paziente che, dopo aver presentato manifestazioni cliniche (febbre, rinite, tosse, mal di gola, eventualmente dispnea e, nei casi più gravi, polmonite con insufficienza respiratoria) associate all’infezione virologicamente documentata da SARS-CoV-2, diventa asintomatico per risoluzione della sintomatologia clinica presentata.

Il soggetto clinicamente guarito può risultare ancora positivo al test per la ricerca di SARS-CoV-2. Il paziente guarito è colui il quale risolve i sintomi dell’infezione da Covid-19 e che risulta negativo in due test consecutivi, effettuati a distanza di 24 ore uno dall’altro, per la ricerca di SARS-CoV-2. La definizione di eliminazione (“clearance”) del virus indica la scomparsa di RNA del SARS-CoV-2 rilevabile nei fluidi corporei, sia in persone che hanno avuto segni e sintomi di malattia, sia in persone in fase asintomatica senza segni di malattia.

Per il soggetto asintomatico, si ritiene opportuno suggerire di ripetere il test per documentare la “negativizzazione” non prima di 14 giorni (durata raccomandata del periodo d’isolamento/quarantena) dal riscontro della positività. La definizione di scomparsa dell’RNA virale è attualmente data dall’esecuzione di due test molecolari, effettuati normalmente a distanza di 24 ore, aventi entrambi esito negativo. Il Comitato Tecnico-Scientifico raccomanda che queste definizioni vengano diffusamente e omogeneamente adottate da tutte le Regioni.

Il Comitato Tecnico-Scientifico  in una nota stampa ritiene inoltre doveroso ribadire che, a oggi, l’approccio diagnostico standard rimane quello basato sulla ricerca dell’RNA nel tampone rino-faringeo. Inoltre, si conferma che non esiste alcun test basato sull’identificazione di anticorpi (sia di tipo IgM che IgG) diretti verso SARS-CoV-2 validato per la diagnosi rapida di contagio virale o di COVID-19.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta attualmente valutando circa 200 nuovi test rapidi basati su differenti approcci e che sono stati portati alla sua attenzione; i risultati relativi a quest’attività screening saranno disponibili nelle prossime settimane. Nel suggerire cautela nell’impiego di test non validati, il CTS è disponibile a fornire opinioni e suggerimenti alle Regioni che lo dovessero richiedere.

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