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22 Novembre 2024 03:05

Operazione della Guardia di Finanza a Bari per la tutela dell’informazione

L 'operazione scaturisce dalla denuncia della FIEG la Federazione Italiana Editori Giornali presentata lo scorso 10 aprile all'AGCOM l' Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per una più incisiva ed auspicabilmente definitiva azione di contrasto al fenomeno della pirateria digitale, molto diffuso sui social media.

ROMA – Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari guidato dal colonnello Pierluca Cassano su disposizione del procuratore aggiunto Roberto Rossi della Procura di Bari ha dato esecuzione ad un Decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso da questo Ufficio per i reati di “riciclaggio”, “ricettazione”, “accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico”, “furto” e “violazione della legge sul diritto d’autore” (L. 633/41) nei confronti di persone in corso di identificazione le quali, in concorso tra loro, introducendosi nei sistemi informatici di numerose società editrici di riviste, giornali e libri protetti da misure di sicurezza, hanno sottratto migliaia di file  in formato PDF dei predetti beni tutelati dal diritto di autore, riversandoli illecitamente su numerosi “canali” – almeno 17 individuati sino ad oggi – della  piattaforma  di messaggistica istantanea  denominata TELEGRAM, permettendo così una tanto capillare quanto abusiva  diffusione in chiaro di migliaia di riviste, giornali e libri.

Sequestrati dalle Fiamme Gialle i primi 19 canali che illegalmente diffondevano giornali, riviste e libri rubati, con 580.000 utenti iscritti. Secondo quanto riportato nel provvedimento di sequestro “l’applicazione Telegram risulta sviluppata dalla Telegram LLC con sede in Dubai, società nota per proteggere i dati e la privacy degli utenti” e, per questo motivo spiegano gli inquirenti, “allo stato attuale non sono identificabili gli amministratori dei singoli canali”. Così come al momento non sono stati ancora identificati gli iscritti ai canali che fino ad ora hanno potuto comodamente leggere le pagine dei giornali, delle riviste e dei libri senza sborsare un euro.

I canali diciannove sequestrati avevano messo a disposizione dell’utenza perfino il caro vecchio Topolino ed anche libri universitari. Diciassette canali dai nomi più disparati. Bastava semplicemente iscriversi ad uno dei numerosi canali per poter ricevere i pdf da leggere sul proprio smartphone o tablet. I canali sequestrati sono: Edicola Luxuriosa, Riviste Italiane, Riviste Oggi, Solo riviste mensili, Libri Universitari Pdf, Libri pdf gratis, Edicola-free, Giornali e riviste, Libri universitari, EbookDoe, Quotidiani-libri-riviste Italia, Il Giornalaio Moderno, Libri Italia, Edicola Settimanali, Giornali Italiani, Quotidiani I OTInews, Quotidiani e mensili e Libri in italiano. 

L’operazione scaturisce dalla denuncia della FIEG la Federazione Italiana Editori Giornali presentata lo scorso 10 aprile all’AGCOM l’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni; l’authority, in particolare, aveva richiesto e auspicato l’intervento dell’Autorità Giudiziaria, per una più incisiva ed auspicabilmente definitiva azione di contrasto al fenomeno della pirateria digitale, alquanto diffuso segnatamente sui social media.

Le indagini proseguono per ricostruire l’illecito giro di affari e individuare gli autori del reato nonchè le responsabilità penali delle società coinvolte ai sensi del D.Lgs. 231/2001. Nell’eventualità in cui Telegram si rifiutasse di collaborare con gli inquirenti, verrà chiesto ai provider di impedire l’accesso ai canali o al server di messaggistica. Nello specifico, per quanto concerne i reati ipotizzati, la Procura di Bari ribadisce che viene, inoltre, contestato anche il reato di riciclaggio e precisa che gli indagati “Distribuivano, trasmettevano e diffondevano in formato pdf, riviste, giornali e libri dopo aver acquisito illecitamente, mediante accesso abusivo al sistema informatico (o comunque con sottrazione illecita ai legittimi detentori) decine di migliaia di files, a fini di lucro (costituito dalla cessione dei dati personali a fine pubblicitario), immettendoli in decine di canali Telegram, liberamente accessibili al pubblico“.

Secondo una prima stima della Procura di Bari  i danni causati dalla diffusione illecita di migliaia di giornali, riviste e libri attraverso Telegram,  sono stati stimati in 670mila euro al giorno, per un totale di 250 milioni di euro all’anno, “giacché gli utenti iscritti ai canali in argomento – sostiene la Procura di Bari – sarebbero circa 580mila, in aumento nel periodo di diffusione del virus Covid-19, e con un incremento dell’88% delle testate diffuse illecitamente”. 

“Esprimo soddisfazione per la chiusura di 7 degli 8 canali segnalati dagli editori e ribadisco la necessità di proseguire con queste azioni di contrasto“, afferma Andrea Riffeser Monti presidente della Fieg, ricordando che negli ultimi due anni, gli iscritti ai canali Telegram esclusivamente dedicati alla distribuzione illecita di quotidiani e periodici sono triplicati, dai circa 180mila rilevati a fine 2018 ai 600mila di oggi. “Occorre subito una modifica della normativa – aggiunge – che attribuisca all’Autorità specifici poteri di intervento su Telegram e per questo lanciamo un appello al governo e al Parlamento affinché diano risposte urgenti all’intera filiera della editoria“.

Per il Comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana La guerra alla pirateria non è una guerra alla libertà della Rete. È un modo per liberarla da chi, violando il copyright della proprietà intellettuale, attenta alle libertà economiche, distorce il mercato, accumula risorse importanti evadendo la fiscalità, e, visto che stiamo parlando di informazione, mette in ginocchio l’editoria, il suo capitale finanziario e umano, e dunque, produce esattamente il contrario di quello che dichiara. Perché restringe gli ambiti di libertà, disincentiva l’impegno di risorse destinate alla produzione di contenuti intellettuali e dunque a un’informazione responsabile, nel senso di professionalmente credibile

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